5 resultados para BIOCERAMIC DEPOSITION
em AMS Tesi di Laurea - Alm@DL - Università di Bologna
Resumo:
Questa tesi si propone di realizzare una caratterizzazione del polimero ABS ottenuto con tecnica Fused Deposition Modeling in modo da ottenere dati utili alla realizzazione di parti strutturali tramite rapid prototyping.
Resumo:
Nel presente lavoro espongo i risultati degli esperimenti svolti durante la mia internship all’Institut des NanoSciences de Paris (INSP), presso l’Università Pierre et Marie Curie (Paris VI), nel team "Phisico-Chimie et Dynamique des Surfaces", sotto la supervisione del Dott. Geoffroy Prévot. L’elaborato è stato redatto e in- tegrato sotto la guida del Dott. Pasquini, del dipartimento di Fisica e Astronomia dell’Università di Bologna. La tesi s’inserisce nel campo di ricerca del silicene, i.e. l’allotropo bidimensionale del silicio. Il cosidetto free-standing silicene è stato predetto teoricamente nel 2009 utilizzando calcoli di Density Functional Theory, e da allora ha stimolato un’intensa ricerca per la sua realizzazione sperimentale. La sua struttura elettronica lo rende particolarmente adatto per eventuali appli- cazioni tecnologiche e sperimentali, mentre lo studio delle sue proprietà è di grande interesse per la scienza di base. Nel capitolo 1 presento innanzitutto la struttura del silicene e le proprietà previste dagli studi pubblicati nella letteratura scientifica. In seguito espongo alcuni dei risultati sperimentali ottenuti negli ultimi anni, in quanto utili per un paragone con i risultati ottenuti durante l’internship. Nel capitolo 2 presento le tecniche sperimentali che ho utilizzato per effettuare le misure. Molto tempo è stato investito per ottenere una certa dimistichezza con gli apparati in modo da svolgere gli esperimenti in maniera autonoma. Il capitolo 3 è dedicato alla discussione e analisi dei risultati delle misure, che sono presentati in relazione ad alcune considerazioni esposte nel primo capitolo. Infine le conclusioni riassumono brevemente quanto ottenuto dall’analisi dati. A partire da queste considerazioni propongo alcuni esperimenti che potrebbero ulteriormente contribuire alla ricerca del silicene. I risultati ottenuti su Ag(111) sono contenuti in un articolo accettato da Physical Review B.
Resumo:
La fabbricazione additiva è una classe di metodi di fabbricazione in cui il componente viene costruito aggiungendo strati di materiale l’uno sull’altro, sino alla completa realizzazione dello stesso. Si tratta di un principio di fabbricazione sostanzialmente differente da quelli tradizionali attualmente utilizzati, che si avvalgono di utensili per sottrarre materiale da un semilavorato, sino a conferire all’oggetto la forma desiderata, mentre i processi additivi non richiedono l’utilizzo di utensili. Il termine più comunemente utilizzato per la fabbricazione additiva è prototipazione rapida. Il termine “prototipazione”’ viene utilizzato in quanto i processi additivi sono stati utilizzati inizialmente solo per la produzione di prototipi, tuttavia con l’evoluzione delle tecnologie additive questi processi sono sempre più in grado di realizzare componenti di elevata complessità risultando competitivi anche per volumi di produzione medio-alti. Il termine “rapida” viene invece utilizzato in quanto i processi additivi vengono eseguiti molto più velocemente rispetto ai processi di produzione convenzionali. La fabbricazione additiva offre diversi vantaggi dal punto di vista di: • velocità: questi processi “rapidi” hanno brevi tempi di fabbricazione. • realizzazione di parti complesse: con i processi additivi, la complessità del componente ha uno scarso effetto sui tempi di costruzione, contrariamente a quanto avviene nei processi tradizionali dove la realizzazione di parti complesse può richiedere anche settimane. • materiali: la fabbricazione additiva è caratterizzata dalla vasta gamma di materiali che può utilizzare per la costruzione di pezzi. Inoltre, in alcuni processi si possono costruire pezzi le cui parti sono di materiali diversi. • produzioni a basso volume: molti processi tradizionali non sono convenienti per le produzioni a basso volume a causa degli alti costi iniziali dovuti alla lavorazione con utensili e tempi di setup lunghi.
Resumo:
The shallow water configuration of the gulf of Trieste allows the propagation of the stress due to wind and waves along the whole water column down to the bottom. When the stress overcomes a particular threshold it produces resuspension processes of the benthic detritus. The benthic sediments in the North Adriatic are rich of organic matter, transported here by many rivers. This biological active particulate, when remaining in the water, can be transported in all the Adriatic basin by the basin-wide circulation. In this work is presented a first implementation of a resuspension/deposition submodel in the oceanographic coupled physical-biogeochemical 1-dimensional numerical model POM-BFM. At first has been considered the only climatological wind stress forcing, next has been introduced, on the surface, an annual cycle of wave motion and finally have been imposed some exceptional wave event in different periods of the year. The results show a strong relationship between the efficiency of the resuspension process and the stratification of the water column. During summer the strong stratification can contained a great quantity of suspended matter near to the bottom, while during winter even a low concentration of particulate can reach the surface and remains into the water for several months without settling and influencing the biogeochemical system. Looking at the biologic effects, the organic particulate, injected in the water column, allow a sudden growth of the pelagic bacteria which competes with the phytoplankton for nutrients strongly inhibiting its growth. This happen especially during summer when the suspended benthic detritus concentration is greater.
Resumo:
Airborne Particulate Matter (PM), can get removed from the atmosphere through wet and dry mechanisms, and physically/chemically interact with materials and induce premature decay. The effect of dry depositions is a complex issue, especially for outdoor materials, because of the difficulties to collect atmospheric deposits repeatable in terms of mass and homogeneously distributed on the entire investigated substrate. In this work, to overcome these problems by eliminating the variability induced by outdoor removal mechanisms (e.g. winds and rainfalls), a new sampling system called ‘Deposition Box’, was used for PM sampling. Four surrogate materials (Cellulose Acetate, Regenerated Cellulose, Cellulose Nitrate and Aluminum) with different surfaces features were exposed in the urban-marine site of Rimini (Italy), in vertical and horizontal orientations. Homogeneous and reproducible PM deposits were obtained and different analytical techniques (IC, AAS, TOC, VP-SEM-EDX, Vis-Spectrophotometry) were employed to characterize their mass, dimension and composition. Results allowed to discriminate the mechanisms responsible of the dry deposition of atmospheric particles on surfaces with different nature and orientation and to determine which chemical species, and in which amount, tend to preferentially deposit on them. This work demonstrated that “Deposition Box” can represent an affordable tool to study dry deposition fluxes on materials and results obtained will be fundamental in order to extend this kind of exposure to actual building and heritage materials, to investigate the PM contribution in their decay.