3 resultados para Asilo para idosos
em AMS Tesi di Laurea - Alm@DL - Università di Bologna
Resumo:
Oggetto della tesi di laurea è la riqualificazione energetica e funzionale dell’ex asilo Santarelli a Forlì. Il complesso sorge su un area al margine del tracciato delle mura storiche della città dove erano collocati gli orti medievali. Promosso dalla collettività e da numerosi enti caritatevoli come primo asilo laico della città, l’edificio venne progettato nel 1934 dall’ing Guido Savini, secondo i caratteri stilistici e compositivi dell’architettura razionalista e inaugurato da donna Rachele Mussolini nel 1937. L’edificio, di proprietà dell’O.A.S.I. A.S.P., ha svolto la sua attività educativa fino alla sua chiusura avvenuta a giugno 2012, a causa degli gli elevati costi di gestione e per l’inidoneità della struttura alle attuali necessità. L’amministrazione comunale ha manifestato l’intenzione di recuperare l’immobile, soggetto al parere della soprintendenza, prevedendo di ospitare nuove funzioni didattiche, a conferma della sua destinazione storica, ma organizzate in base alle esigenze attuali, secondo il principio dell’economicità. Dalle analisi urbane è emerso che il quartiere dispone di servizi quali il museo San Domenico, la casa di riposo e il parco Franco Agosto, ma che al contempo la sua posizione marginale e la struttura della viabilità lo rendono un punto di passaggio automobilistico tra la periferia e il centro storico. Per la formulazione di un programma funzionale si è condotta un’indagine sia sugli attuali servizi didattici che gli indirizzi di sviluppo sociale offerti dall’amministrazione, ha fatto emergere una carenza degli spazi verdi all’interno delle scuole e la presenza di un programma di sviluppo degli orti urbani nelle aree di proprietà comunali. Al fine di rispondere alle esigenze della pubblica amministrazione si è deciso di formulare una proposta di intervento su due livelli. Il primo mediante una ridefinizione fisica del rapporto tra l’edificio, il quartiere e il sistema della mobilità. Il secondo attraverso una proposta funzionale che potesse coinvolgere non solo gli studenti ma tutta la cittadinanza. Per la ridefinizione del rapporto tra l’edificio e il quartiere si è deciso di eliminare l’isolamento dell’edificio imposto dalla recinzione esistente, mediante la 8 realizzazione di nuovi varchi di accesso. Diventa così possibile proporre un nuovo percorso pedonale inserito all’interno dell’area verde dell’edificio. In prossimità dell’accesso su via Val Verde, è stato realizzato un ambiente filtro a relazione tra la città e il verde privato.Per migliorare l’accessibilità, favorire il coinvolgimento del pubblico e promuovere l’interazione con le aree verdi circostanti, si sono definiti dei concetti chiave: chiusura, connessione tra le preesistenze, varco, permeabilità visiva, organicità. La tensostruttura, caratteristica per sua flessibilità, leggerezza e trasparenza, è stato l’elemento scelto per rispondere alle esigenze, permettendo al contempo di distinguere l’intervento dalle preesistenze. Il nuovo programma funzionale suddivide l’edificio in tre zone autonome, così da affiancare alla didattica, una zona pubblica per offrire uno spazio a disposizione della comunità e una commerciale per garantire una quota di risorse finanziarie alla gestione dell’immobile. Nello specifico, la didattica è stata specializzata per l‘insegnamento dell’orticultura, al fine di promuovere l’educazione della sostenibilità ambientale, la valorizzazione degli spazi verdi e la promozione dei prodotti del territorio. L’ispirazione scaturisce dal primo orto didattico nato in America a metà degli anni ‘90 ad opera dello chef Alice Waters, precursore degli attuali sviluppi didattici e sociali all’interno delle scuole. Il recupero di alcune funzioni originali ha favorito la tripartizione dell’edificio, inoltre la disponibilità di più accessi esistenti ha garantito la possibilità di rendere autonoma le tre zone. Le aule sono state collegate direttamente con l’esterno ed il problema del dislivello con il giardino, è stato risolto realizzando un porticato coperto, che dilata lo spazio didattico sull’esterno. Il solarium, nonostante fosse abbandonato da anni, grazie alla sua posizione privilegiata per l’osservazione del parco e della città è stato recuperando inserendolo come nuovo punto di sosta nel sistema dei percorsi pubblici. Per questo è stato necessario progettare un corpo scale esterno per rendere accessibile ed autonomo l’ambiente. L’ultimo aspetto affrontato è l’intervento di retrofit energetico, pensato in varie fasi per essere il meno invasivo possibile sull’immobile, prevede l’installazione di un sistema di ventilazione meccanica, un isolamento termico interno di 10cm in lana di roccia montata 9 meccanicamente e la sostituzione di tutti gli infissi non originali con soluzioni più performanti. Per raggiungere la classe A è stato necessario intervenire anche sugli impianti, introducendo un sistema autonomo per la zona commerciale e la sostituzione di tutti i terminali radianti. Considerando l’elevato fabbisogno di energia primaria si è integrata una parte questa mediante l’utilizzo di fonti rinnovabili quali fotovoltaico e solare termico. patrimonio storico, adattandolo alle nuove necessità e dimostrando come sia possibile la trasformazione di un edificio fortemente energivoro in una con ridotto fabbisogno energetico senza stravolgere la struttura e aggiungendo qualità e valore.
Resumo:
L’obiettivo del presente elaborato è quello di analizzare diversi aspetti legati alla protezione internazionale e all’iter per il riconoscimento dello status di rifugiato in Italia e in Argentina. In primo luogo, viene effettuato un breve excursus della normativa vigente che viene analizzata su cinque livelli, ossia internazionale, europeo, italiano, latino-americano e argentino. In secondo luogo, vengono presentate le diverse fasi della procedura da seguire per richiedere asilo nei due Stati: la richiesta di protezione internazionale, la convocazione e l’audizione da parte degli organi competenti alla valutazione dell’istanza e, infine, la decisione. In seguito, viene approfondito nello specifico il ruolo dell’interprete nei colloqui con i richiedenti asilo e i rifugiati. In particolare, viene analizzata l’audizione per il riconoscimento della protezione internazionale, ossia la fase dell’iter in cui si decide la concessione o meno dello status di rifugiato, con il fine di scoprire se esistono delle peculiarità proprie di questo setting specifico rispetto ad altri ambiti giuridici. A tal proposito, vengono analizzati i fattori che la costituiscono, l’influenza che tali aspetti esercitano sull’interazione, nonché sull’interpretazione e le difficoltà di tipo linguistico-culturale e psicologico che l’interprete si può trovare ad affrontare. Infine, vengono presentate quattro interviste che raccontano l’esperienza concreta di interpreti e mediatori e che mostrano fino a che punto la teoria analizzata trova un riscontro nella pratica professionale quotidiana.
Il diritto d'asilo in Austria: il ruolo dell'interprete nelle richieste di protezione internazionale
Resumo:
Meine Diplomarbeit beschäftigt sich mit den Themen des Asylverfahrens in Österreich sowie mit der Rolle von DolmetscherInnen im Asylbereich; sie besteht aus der Übersetzung von Teilen einiger Lernmodule des Trainingshandbuchs, das 2015 von UNHCR Österreich herausgegeben wurde, sowie aus meinen Kommentaren. In den ersten Kapiteln werden die Voraussetzungen für einen Asylantrag, die Richtlinie der Europäischen Union und die Bundesgesetze bezüglich des Asylrechts sowie die Rolle der UNHCR erläutert. Es werden dann spezifisch das Asylverfahren in Österreich, die Phasen der Einvernahme mit den Behörden und die Rolle der DolmetscherInnen - mit Blick auf die Auswahl von DolmetscherInnen und die dazu erforderlichen Kompetenzen - analysiert. Darauffolgend werden die Themen von der Haftung der DolmetscherInnen und dem Risiko von einer Traumatisierung für die Sprachmittler sowie das Dolmetschen für vulnerable AntragstellerInnen angesprochen. Zuletzt vertieft meine Arbeit die ethischen Prinzipien für das Dolmetschen im Asylverfahren und analysiert, anhand von konkreten Beispielen, die Probleme, die sich aus den berufsethischen Anforderungen an DolmetscherInnen ergeben. Schließlich wird die Komplexität des Dolmetschens im Asylbereich hervorgehoben.