2 resultados para Arte moderna Séc. XX

em AMS Tesi di Laurea - Alm@DL - Università di Bologna


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ACQUE E NAVIGAZIONE UN NUOVO MUSEO DELLE ACQUE E DELLA NAVIGAZIONE A RAVENNA Limmagine dellacqua a Ravenna fa riscoprire una storia della citt fatta di corsi e specchi dacqua. Questi, a causa del tempo e dellopera delluomo scomparvero o mutarono profondamente la loro conformazione. Limportanza quindi dello studio di come questa citt abbia convissuto negli anni con lacqua e come luomo si sia adattato a queste condizioni notevole. Ora Ravenna una citta di terra, collegata al mare solo tramite il canale Candiano, le attivit e la vita delluomo si sono staccate dallacqua e nel tempo il mare diventato solo una vicinanza perdendo tutto quel fascino e quellimportanza che possedeva nei secoli precedenti. Tra i tanti aspetti del legame passato tra luomo e lacqua, limbarcazione risulta il mezzo pi tipico e caratterizzante. Grazie a tanti studi fino ad ora compiuti possibile ricostruire una catalogazione delle imbarcazioni che hanno fatto parte della storia acquatica di Ravenna e che quindi hanno composto la sua storia. Limbarcazione costituisce una memoria storica e tecnica, essa riflette i cambiamenti storici e tecnico-evolutivi della civilt delle acque. Levoluzione delle barche delle navi progredita di pari passo con i cambiamenti delle esigenze delluomo, fin dallantichit. Una rappresentazione tra imbarcazione, storia dell'uomo e geomorfologia della acque a Ravenna fa s che largomento ricopra ambiti generali sullintera civilt che ha popolato il ravennate. Il museo delle acque a Ravenna vuole essere perci un percorso nel passato della citt, alla scoperta dellantico legame con lacqua, legame che forse ormai stato dimenticato e di cui a volte si ignora lesistenza. Questo non comporta il forzare un legame ormai abbandonato, ma un rivivere i momenti che hanno caratterizzato la crescita della citt fino allo stato attuale. Questo museo mira a integrare il cospicuo patrimonio storico museale di Ravenna andando a colmare una mancanza da me ritenuta importante, appunto una memoria storica delle vita acquatica della citt e dei propri abitanti nel tempo. Il tema museale studiato e analizzato verter su un percorso nella storia della navigazione e del legame che Ravenna ebbe con lacqua fin dalle sue origini. Questo importante tema preveder lesposizione di importanti relitti navali e ritrovamenti storici per i quali sar obbligatoria lorganizzazione di appositi spazi espositivi per unottima conservazione. Ledificio appare come un rigido corpo allesterno, rivestito in pietra basaltica grigia con tonalit diverse, mentre dal lato del canale risulta notevolmente pi aperto, con un lungo porticato in affaccio diretto sullacqua che segue tutta la forma del ledificio stesso e che si interrompe solo in prossimit della grande hall dingresso in vetro e acciaio. Queste caratteristiche permettono di creare due facce completamente diverse, una molto chiusa e una invece molto aperta, per enfatizzare il senso di scoperta del mondo acqua al momento dellingresso nelledificio. Due realt molto diverse tra loro. Il lato, che affaccia sulla nuova piazza creata allinterno dellarea, rivestito in pietra basaltica grigia, rende una sensazione di chiusura fisica, creata appositamente per stimolare la scoperta dellacqua sul lato opposto. La facciata rotta in maniera irregolare da feritoie, quasi come una enorme roccia sullacqua, sul riferimento del MuMok, il Museo di Arte Moderna Fondazione Ludwig di Ortner & Ortner aVienna.

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Questo lavoro nasce principalmente da un legame affettivo e di parentela che mi lega alla figura di Mario Giacomelli e alla sua grande opera di fotografo che lo ha portato a raggiungere un ruolo fondamentale nella storia della fotografia contemporanea. Ricordo che sin da quando ero bambino rimanevo affascinato dalle sue opere, da quei paesaggi fotografati in bianco e nero, da quelle sagome dei pretini che sembrano danzare nel vuoto, il tutto per senza capire la vera importanza di quello che avevo davanti ai miei occhi e ignorando completamente tutto linteresse, le critiche e i dibattiti che quegli scatti accendevano in quegli anni, al punto di venire addirittura esposti in quello che si pu definire il museo di arte moderna per antonomasia, ovvero il MoMa, in fondo per me non era altro che uno zio. Il ricordo mi porta nella sua piccola e buia Tipografia Marchigiana, in pieno centro storico a Senigallia, proprio dietro il Municipio, dove lo trovavo sempre indaffarato con timbri, foto e oggetti di ogni tipo, sommerso in un caos primordiale. incredibile pensare come in quel minuscolo negozio siano passati tutti i pi grandi personaggi della fotografia italiana, quali Giuseppe Cavalli, Ferruccio Ferroni, Gianni Berengo Gardin, Ferdinando Scianna; dietro quella facciata di piccola bottega si nascondeva un universo parallelo che entrava in contatto con le pi importanti gallerie e musei di arte contemporanea del mondo. Oggi al suo posto c una Parrucchieria. Molte cose sono cambiate, io ho capito, aim in ritardo, limportanza del personaggio che ho avuto la fortuna di conoscere e di avere come parente. La citt stessa si accorta solo dopo la morte, come spesso accade, di quale formidabile artista ha cresciuto, un artista che sempre rimasto fedele alla sua terra di origine, che ha rappresentato una fonte inesauribile di spunti per la sua opera fotografica. A quel punto si scatenato un turbinio di conferenze, mostre e pubblicazioni sul lavoro di Giacomelli, tanto che sarebbe rimasto impossibile a chiunque non capire il peso che questa figura ha ancora oggi per la citt. Proprio lo scorso Novembre ricorso il decennale della sua scomparsa e in questa occasione si dato il via ad una infinita serie di iniziative, mostre, conferenze e pubblicazioni dedicate alla figura del fotografo senigalliese, ribadendo la necessit per la citt di dotarsi di uno spazio idoneo ad ospitare questi eventi. In una recente intervista condotta dal quotidiano Il Resto del Carlino, Simone Giacomelli, figlio del fotografo, ha sottolineato lurgenza della creazione di uno spazio dedicato alle fotografie del padre Io lavoro molto con l'estero e sono in contatto con appassionati che arrivano da tutto il mondo per ammirare le foto di Giacomelli. C' un gruppo di studenti che mi ha contattato dall'Australia. Ho dovuto dire di aspettare perch in citt c' una raccolta di foto al Museo mezzadria ed una parte al Museo dell'informazione. Manca un luogo dove si possa invece vedere tutta la produzione.. Con queste premesse il progetto per un Centro Internazionale della Fotografia non poteva che essere a Senigallia, non tanto per il fatto di essere la mia citt, alla quale sono molto legato, quanto per lessere stata la culla di un grande artista quale Mario Giacomelli, dalla quale non si mai voluto allontanare e che ha rappresentato per lui la fonte di ispirazione di quasi tutte le sue opere. Possiamo dire che grazie a questo personaggio, Senigallia diventata la citt della Fotografia, in quanto non passa settimana senza che non venga presentata una nuova iniziativa in ambito fotografico e non vengano organizzate mostre di fotografi di calibro internazionale quali Henri Cartier Bresson, Ara Guler, etc Ecco quindi motivato il titolo di Internazionale attribuito al museo, in quanto da questo cuore pulsante si dovranno creare una serie di diramazioni che andranno a collegare tutti i principali centri di fotografia mondiali, favorendo lo scambio culturale e il dibattito. Senigallia una citt di modeste dimensioni sulla costa adriatica, una citt dalle grandi potenzialit e che fa del turismo sia balneare che culturale i suoi punti di forza. La progettazione di questa sede museale mi ha permesso di affrontare e approfondire lo studio storico della citt nella sua evoluzione. Da questa analisi emerso un caso molto particolare ed interessante, quello di Piazza Simoncelli, un vuoto urbano che si presenta come una vera e propria lacerazione del tessuto cittadino. La piazza infatti stata sede fino al 1894 di uno dei quattro lotti del ghetto ebraico. Cambia quindi il ruolo del sito. Ma la mancata capacit aggregativa di questo vuoto, data anche dal fatto della mancanza di un edificio rappresentativo, ne muta il ruolo in parcheggio. E la storia di molti ghetti italiani inseriti in piani di risanamento che vedevano la presenza del costruito antecedente, come anomalia da sanare. E la storia del ghetto di Roma o di quello di Firenze, che sorgeva nel luogo dellattuale Piazza della Repubblica. Tutti sventrati senza motivazioni diverse che non la fatiscenza dellaggregato. A Senigallia il risultato stato una vera e propria lacerazione del tessuto urbano, giungendo alla produzione di un vuoto oppositivo al resto della citt, che ha portato la perdita della continuit spaziale, se non si vuole poi far riferimento a quella culturale. Il mio intervento quindi vede nel legame con la storia e con lidentit del luogo un punto fondamentale di partenza. Da queste basi ho cercato di sviluppare un progetto che ha come presupposto il forte legame con la memoria del luogo e con le architetture locali. Un progetto che possa rappresentare un polo culturale, un cuore pulsante dove poter sviluppare e approfondire le conoscenze fotografiche, dal quale poter entrare in contatto con tutti i principali centri dedicati alla fotografia e nel quale poter tenere sempre vivo il ricordo di uno dei pi importanti artisti che la citt ha avuto la fortuna di crescere.