2 resultados para 1792
em AMS Tesi di Laurea - Alm@DL - Università di Bologna
Resumo:
Il fitoplancton è costituito da organismi molto importanti per l'ambiente marino e molto diversificati sia dal punto di vista morfologico che fisiologico.Questi organismi sono normalmente soggetti ai cambiamenti stagionali e alle variazioni dell'ambiente dovute sia a fenomeni naturali che all'impatto antropico, sempre più rilevante. Con questa tesi si è voluto approfondire l'effetto di erbicidi comunemente usati dall'uomo in agricoltura su delle microalghe flagellate rappresentative del Mar Adriatico. L'inquinante scelto è la Terbutilazina, sostanza utilizzata per il diserbo del mais e diffusa in tutta l'area padano-venera, come dimostrano i dati dei campionamenti ARPA, che riportano la presenza di Terbutilazina e del suo prodotto di degradazione Desetil-Terbutilazina a concentrazioni superiori al limite fissato sia nelle acque superficiali che in quelle sotterranee. Anche in mare come riportato in letteratura (Carafa et. al 2009)è stato riscontrato a concentrazioni superiori al limite previsto dalla normativa vigente in Italia. In particolare il meccanismo d'azione di questo erbicida interferisce con la fotosintesi, agendo sulle proteine di membrana dei cloroplasti, rimpiazzando il chinone accettore di elettroni QB della proteina D1 del fotosistema II. Più specie di microalghe fatte crescere in colture 'batch' sono state testate a diverse concentrazioni di erbicida in condizione di luce nutrienti costanti. Questi esperimenti sono stati inoltre condotti a due diverse temperature (20 e 25°C) per studiare l'effetto di questo inquinante in correlazione con l'attuale aumento di temperatura in atto nel pianeta. In una prima fase di screening è stato valutato l'effetto della Terbutilazina su 9 specie di flagellate rappresentative dell'Adriatico, tramite misure dell'efficienza fotosintetica. Grazie a questa prima fase sono state individuate le microalghe e le relative concentrazioni di Terbutilazina da utilizzare negli esperimenti. Per gli esperimenti, sono state scelte le due specie algali Gonyaulax spinifera e Prorocentrum minimum sulle quali si è approfondito lo studio dell'effetto dell'inquinante alle due temperature, attraverso una serie di analisi volte ad individuare le risposte in termini di crescita e di fisiologia delle alghe quali: conteggio delle cellule, torbidità, efficienza fotosintetica, consumo di nutrienti, quantità di clorofilla e di polisaccaridi extracellulari prodotti. La scelta di queste microalghe è stata dettata dal fatto che Gonyaulax spinifera si è rivelata la microalga più sensibile a concentrazioni di erbicida più vicine a quelle ambientali fra tutte le alghe valutate, mentre Prorocentrum minimum è fra le dinoflagellate più frequenti e rappresentative del Mar Adriatico (Aubry et al. 2004), anche se non particolarmente sensibile; infatti P. minimum è stato testato ad una concentrazione di erbicida maggiore rispetto a quelle normalmente ritrovate in ambiente marino. Dai risultati riportati nella tesi si è visto come l'erbicida Terbutilazina sia in grado di influenzare la crescita e la fotosintesi di microalghe flagellate dell'Adriatico anche a concentrazioni pari a quelle rilevate in ambiente, e si è evidenziato che gli effetti sono maggiori alle temperature in cui le microalghe hanno una crescita meno efficiente. Questi studi hanno messo in evidenza anche l'utilità delle misure di fotosintesi tramite fluorimetro PAM nel valutare le risposte delle microalghe agli erbicidi triazinici. Inoltre la diversa risposta delle microalghe osservata, potrebbe avere conseguenze rilevanti sulle fioriture estive di fitoplancton in caso di presenza in mare di Terbutilazina, anche a concentrazioni non particolarmente elevate. Questo lavoro si inserisce in un contesto più ampio di ricerca volto alla modellizzazione della crescita algale in presenza di inquinanti ed in concomitanza con le variazioni di temperatura. Infatti i dati ottenuti insieme a misure di carbonio cellulare, non ancora effettuate, saranno utili per la messa a punto di nuove parametrizzazioni che si avvicinino maggiormente ai dati reali, per poi simulare i possibili scenari futuri variando le condizioni ambientali e le concentrazioni dell'inquinante studiato.
Resumo:
Lo studio effettuato riguarda l’accrescimento giornaliero della Sardina pilchardus, (Walbaum, 1792) tramite la lettura degli anelli di crescita giornaliera negli otoliti. Nel Mediterraneo centrale il lavoro svolto è il primo di questo tipo su S. pilchardus. Il campionamento è avvenuto durante la campagna oceanografica "Anchevatir 2012", 69 otoliti sono stati estratti da esemplari con lunghezza totale compresa tra 7 ed 12.5 cm e successivamente sottoposti ad inclusione, sezionamento e levigatura per la realizzazione di sezioni sottili. Sull’intero campione è stata stimata l’età con due metodi: lettura degli anelli giornalieri sotto microscopio e conteggio dei microincrementi tramite analisi d’immagine. L’età stimata è compresa tra i 90 e 230 giorni, tuttavia la maggior parte degli individui presenta un’età tra i 120 e 150 giorni. Inoltre è stata determinata la data di nascita degli esemplari, avvenuta tra Dicembre 2011 e Febbraio 2012. In seguito è stata condotta un’analisi della media dell’ampiezza degli incrementi per descrivere i pattern di crescita giornaliera: l’andamento risultante è crescente con il procedere dell’età fino a circa il 50° giorno, poi si stabilizza fino al 150°, infine i valori medi decrescono. La backcalculation ha permesso di stimare il tasso di accrescimento giornaliero della lunghezza del corpo. Sono state analizzate tre serie distinte per data di nascita (Dicembre 2011, Gennaio 2012 e Febbraio 2012); queste hanno mostrato pattern di accrescimento analogo. La crescita iniziale stimata è di 0.2 mm/d, raggiunge 0.6 mm/d intorno al 40° giorno, ed oltre il 100° si è osservato un decremento nell’accrescimento giornaliero, soprattutto nella serie di Dicembre. Le differenze più rilevanti nei pattern delle tre serie mensili sono state riscontrate nei valori medi fra Dicembre e Febbraio. L’analisi della temperatura media superficiale ha permesso di ipotizzare che questa crescita maggiore degli individui nati in Febbraio sia collegata all’aumento di temperatura registrato da Marzo in poi. Tale risultato suggerisce che le condizioni ambientali e quindi i ritmi metabolici e d’accrescimento nei mesi successivi a Febbraio sono più favorevoli rispetto ai mesi invernali.