607 resultados para calcolo algebrico modellizzazione progetto ArAl


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Trent’anni or sono il concetto di ottimalità venne formulato in senso teorico da Lévy, ma solo un decennio dopo Lamping riesce a darne elegante implementazione algoritmica. Realizza un sistema di riduzione su grafi che si scoprirà poi avere interessanti analogie con la logica lineare presentata nello stesso periodo da Girard. Ma l’ottimalità è davvero ottimale? In altre parole, l’implementazione ottimale del λ calcolo realizzata attraverso i grafi di condivisione, è davvero la migliore strategia di riduzione, in termini di complessità? Dopo anni di infondati dubbi e di immeritato oblìo, alla conferenza LICS del 2007, Baillot, Coppola e Dal Lago, danno una prima risposta positiva, seppur parziale. Considerano infatti il caso particolare delle logiche affini elementare e leggera, che possiedono interessanti proprietà a livello di complessità intrinseca e semplificano l’arduo problema. La prima parte di questa tesi presenta, in sintesi, la teoria dell’ottimalità e la sua implementazione condivisa. La seconda parte affronta il tema della sua complessità, a cominciare da una panoramica dei più importanti risultati ad essa legati. La successiva introduzione alle logiche affini, e alle relative caratteristiche, costituisce la necessaria premessa ai due capitoli successivi, che presentano una dimostrazione alternativa ed originale degli ultimi risultati basati appunto su EAL e LAL. Nel primo dei due capitoli viene definito un sistema intermedio fra le reti di prova delle logiche e la riduzione dei grafi, nel secondo sono dimostrate correttezza ed ottimalità dell’implementazione condivisa per mezzo di una simulazione. Lungo la trattazione sono offerti alcuni spunti di riflessione sulla dinamica interna della β riduzione riduzione e sui suoi legami con le reti di prova della logica lineare.

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Gli smartphone, sono dispositivi per la telefonia mobile che oramai includono una serie di funzionalità a supporto della multimedialità e non solo. Divenuti quasi dei notebook in miniatura, ne esistono di vari tipi e dimensioni e anche se la loro potenza di calcolo rimane di gran lunga inferiore a quella di un PC, riescono comunque a effettuare operazioni abbastanza evolute e con prestazioni accettabili. Quello che si vuole realizzare con questo lavoro non è uno studio su questi dispositivi (anche se in parte sarà affrontato), ma un approfondimento sulla possibilità di utilizzare una buona fetta di essi, a supporto dello sviluppo turistico nel nostro paese. In particolare si vuole realizzare una piattaforma mobile che metta in comunicazione individui che vogliono fornire informazione di tipo turistico (beni culturali, eventi, attività commerciali, ecc.) con individui che vogliono fruire di tali contenuti (un qualsiasi turista che sia in grado di utilizzare uno smartphone). Tale applicazione dovrà raccogliere informazioni su una determinata città e riuscire in maniera chiara e intuitiva a dare risposte alle principali domande che un turista si pone: • dove sono? • Cosa c’è d’interessante da visitare nei dintorni? • Interessante questa statua! Di cosa si tratta? • Quali sono gli eventi più interessanti ai quali potrei partecipare? • Ho un leggero appetito dove posso andare a mangiare? • Dove posso fare un po’ di shopping?

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Le pagine che seguono sono il racconto dello studio e della ricerca della soluzione ecommerce ideale per Trading Library, casa editrice rivolta al mondo del Trading. L’elaborato è diviso in tre parti: • INTRODUZIONE:Analisiestudiodelpassato,delpresenteedelfuturo dell’ecommerce e studio del settore editoriale. • LE FASI: Analisi del progetto Trading Library, pianificazione dell’attivi- tà, descrizione delle fasi cognitiva, progettuale e divulgativa. • CONCLUSIONE: Considerazioni,previsioni per il futuro ed autocritica sul lavoro svolto. Nella presentazione di ogni capitolo si sono riassunte le argomentazioni trattate, mano a mano che si scende nelle sottosezioni le informazioni riguardo allo studio svolto diventano più tecniche e dettagliate.

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La tesi inizia con lo studio degli antichi sistemi di adduzione delle acque a Fermo (nel periodo compreso tra l'età romana e l'età medioevale), per poi trattare il tema delle fonti pubbliche medioevali presenti nella città e quelle monumentali esistenti nella regione Marche. Infine si arriva al tema specifico della trattazione, andando ad analizzare la Fonte San Francesco di Paola fino a pervenire al progetto di restauro e di valorizzazione.

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L'evoluzione delle tipologie architettoniche sviluppate all'interno del panorama bolognese ha portato allo sviluppo nel XVI secolo di Palazzi immersi nella campagna rispondenti ai canoni dei principi rinascimentali di armonia fra l'uomo e la Natura. E' in questo contesto che si sviluppa il Palazzo Angelelli-Zambeccari, il cui nucleo risale alla fine del XVI secolo e che si è costituito successivamente come importante tenuta agricola. La proprietà del Palazzo va attribuita in un primo momento alla Famiglia Senatoria Angelelli, che apporta le principali modifiche costruttive, quali le due ali simmetriche e una parte fondamentale del corpo centrale, successivamente alla Famiglia Zambeccari, che si occupa di sistemazioni interne e della struttura della tenuta. Attualmente la proprietà risulta essere del Comune, che cerca di svilupparla come centro propulsore del Paese. Il progetto di restauro vuole restituire all'edificio il suo carattere originale, inserendo all'interno di esso funzioni utili al Paese, come la biblioteca e i laboratori didattici, e attività legate al sostentamento stesso della proprietà, come un piccolo agriturismo e il centro di rappresentanza della Cantina Sociale del Paese. Proprio per la Cantina il progetto ha cercato di sviluppare un adeguato impianto di climatizzazione e di parametri legati alle condizioni ottimali per l'utilizzo, al fine di costruire uno spazio funzionale che possa essere testimonianza dell'attività agro-vinicola propria della tradizione della villa di campagna.

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L’oggetto del progetto di restauro è il Castello di Montebello, un’antica fortezza inserita all’interno del circuito di costruzioni militari della Valle del Marecchia, dunque un oggetto della storia e nella storia. Dunque un’attenta fase diagnostica-conoscitiva deve costituire la premessa indispensabile a qualsiasi intervento sulla preesistenza. Così a partire dai dati conoscitivi assunti si sono delineati gli obiettivi del progetto. L’obiettivo conservativo viene, in questo caso specifico, raggiunto non solo attraverso la conservazione vera e propria, ma anche attraverso la demolizione: una quasi paradossale demolizione per la conservazione. Le strutture introdotte con l’intervento di ricostruzione degli anni Sessanta del Novecento effettuato sul manufatto storico infatti, non solo, non introducono valore aggiuntivo all’opera,ma ne compromettono, per soluzioni, materiali ed incertezza costruttiva, la spazialità e la sicurezza, dunque la conservazione. Così, attraverso operazioni ora di conservazione, ora di demolizione e ricostruzione si è cercato di predisporre la fabbrica affinché, in modo sicuro possa accogliere una funzione, necessariamente compatibile e rispettosa del manufatto, che ne consenta il prolungamento della vita e la conservazione nel tempo. La funzione museale, finalizzata alla valorizzazione del complesso difensivo e all’esposizione della collezione epigrafica della famiglia proprietaria sembrano rispondere appieno alle domande del progetto di restauro.

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‘Una volta costruita, tuttavia, l’architettura è sottoposta ai mutamenti dovuti all’azione corruttrice del tempo, all’aggressione dell’ambiente all’uso e alle manipolazioni umane. La Natura, depredata delle sue forme, cerca di riappropriarsi di ciò che le è stato tolto’. B. Paolo Torsello Le parole di B. Paolo Torsello descrivono fedelmente ciò che è avvenuto al complesso di Carpineta una volta terminata la sua funzione di sede estiva del Seminario di Cesena negli anni Sessanta. Il fine del nostro progetto è la conoscenza e la rivalutazione, fare rivivere un luogo dall’evidente interesse culturale e paesaggistico ormai abbandonato da tempo, che pur essendo a breve distanza da un centro importante come Cesena, risulta dimenticato dai più. La complessità dell’oggetto è stata al contempo una difficoltà, nella fase iniziale di approccio al tema nel tentativo di capire come far dialogare elementi eterogenei tra loro, per poi rivelarsi, la vera forza del progetto, permettendoci una certa libertà di azione, sempre nel rispetto della preesistenza e dei caratteri del territorio. L’intervento è stato pensato innanzitutto dai dati storici la cui ricerca e successiva analisi ha permesso di capire le dinamiche di evoluzione dell’edificio, della cinta muraria e del parco dalle quali è scaturito come naturale conseguenza. Il nostro progetto prevede il recupero dell’intero complesso tramite un adeguato intervento di restauro finalizzato alla conservazione delle mura ancora visibili e del palazzo, la sistemazione del parco esistente che ne permetta una maggiore fruizione e ne valorizzi il grande pregio paesaggistico, una nuova destinazione d’uso come struttura ricettiva, rispettando il carattere dell’edificio, e l’inserimento di un corpo nuovo che ricrei la volumetria dell’antico torrione scomparso da secoli senza volerne imitare la forma, ma creando un necessario collegamento tra i diversi livelli di progetto. Il restauro, enunciato come il fine, si pone, di fatto, come la fine della conoscenza B. Paolo Torsello

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L'obbiettivo della presente tesi curriculare è una lettura di alcuni esami in relazione all'idea di ar-chitettura che la nostra Scuola – la Facoltà di Architettura “Aldo Rossi” – porta avanti: l'architettura come progetto collettivo e unitario nel tempo fondato sui fatti architettonici, ovvero l'architettura come scienza: Noi raccogliamo questa strada dell'architettura come scienza, della formulazione logica dei principi, della meditazione sui fatti architettonici e quindi principalmente sui monumenti e pensiamo di verificarla attraverso una serie di architetti e di opere antiche e moderne che noi scegliamo, su cui operiamo un certo tipo di scelta . Ciò che caratterizza l'architettura come scienza è il metodo progettuale: l'obbiettivo della tesi è pertanto una riflessione sulla teoria della progettazione insegnata nella nostra Scuola – intesa come momento della più generale teoria dell'architettura di Aldo Rossi – ovvero su come essa sia stata seguita per realizzare i progetti presentati. La tesi è così ordinata: una prima parte dedicata alla teoria dell'architettura di Aldo Rossi nella quale vengono indicati i principi, cioè lo scopo che la nostra Scuola di architettura persegue; una seconda parte dedicata alla teoria della progettazione nella quale viene indicato il metodo, cioè lo strumento eminente che la nostra Scuola di architettura utilizza; infine sono presentati i progetti –Laboratorio di sintesi finale: l'architettura del museo; Disegno dell'architettura II; Laboratorio di progettazione architettonica IV; – scelti per mettere in luce le distinte parti di cui il metodo consiste.

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Progetto di riqualificazione urbana di un'area industriale attraverso il riordino del verde. Inserimento di laboratori di ricerca e incubatori d'impresa e coworking e riorganizzazione degli impianti sportivi preesistenti.

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Fin dalle prime riflessioni effettuate sulle zone industriali oggetto di indagine è apparso evidente come l’area di Sassa non abbia trovato, nella vocazione industriale conferitagli dagli strumenti urbanistici, la sua miglior definizione. Le successive analisi non hanno fatto altro che confermare questa primitiva intuizione, soprattutto se si considera l’esiguo numero di attività operanti e la presenza, ad oggi decisamente importante , dell’attiguo Progetto C.A.S.E. di Sassa NSI. L’intuizione seguita per rispondere alle reali esigenze del luogo e del tempo è stata quella di coniugare il tema dello sviluppo industriale a piccola scala con il tema dell’abitare gli spazi, non solo quelli pieni, ma anche e soprattutto quelli vuoti. Il Rio Forcella, che scorre da Ovest ad Est lungo l’area, diventa l’elemento utile a raccordare tutti i temi: un parco fluviale che si sviluppa trasversalmente e che, come una spina dorsale, regge l’intero sistema. Il parco, quindi, accoglie un’area legata alle produzioni locali, una legata ai servizi al turismo, ed una dedicata ai servizi alla residenza.

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Progetto di un parco archeologico all'interno del territorio della Valmarecchia, Paesaggi Archeologici si inserisce tra la città di Verucchio e il paesaggio circostante, attraverso un percorso museografico che mette a sistema il ricco patrimonio di interesse storico, naturalistico e archeologico. Struttura e tecnologia vengono approfondite nella realizzazione di un edificio polifunzionale identificato come Unità Introduttiva, e un edificio espositivo identificato come Museo delle Necropoli.

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La redazione di questo trattato si basa sull’attività di progettazione e realizzazione di un sistema di cambio utensile in una macchina CNC svolta presso lo studio Phizero di Castelbolognese. Le fasi di svolgimento del progetto sono sintetizzabili in: · Studio della filosofia aziendale di progettazione e dei software utilizzati · Studio del settore “macchine utensili” e delle caratteristiche meccaniche e di affidabilità che devono possedere i loro componenti · Analisi delle richieste esplicite e implicite del cliente per ricavare quali siano le caratteristiche principali che deve avere il dispositivo · Stesura di varie bozze in 3D ricercando le migliori soluzioni costruttive tramite matrice morfologica e in accordo con il cliente · Progetto di dettaglio e messa in tavola dei disegni costruttivi per la realizzazione del sistema di cambio utensile.

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Questo elaborato si pone l'obiettivo di analizzare e valutare la sostenibilità dell'intera filiera dell'olio di palma, che viene importato da paesi del Sud Est asiatico per essere utilizzato in Europa per scopi sia energetici che alimentari. Nell'introduzione è inquadrata la problematica dei biocombustibili e degli strumenti volontari che possono essere utilizzati per garantire ed incentivare la sostenibilità in generale e dei biocombustibili; è presente inoltre un approfondimento sull'olio di palma, sulle sue caratteristiche e sulla crescita che ha subito negli ultimi anni in termini di produzione e compra/vendita. Per questa valutazione sono stati impiegati tre importanti strumenti di analisi e certificazione della sostenibilità, che sono stati applicati ad uno specifico caso di studio: l'azienda Unigrà SpA. La certificazione RSPO (Roundtable on Sustainable Palm Oil) è uno strumento volontario per la garanzia della sostenibilità della filiera dell'olio di palma in termini economici (vitalità nel mercato), ambientali (risparmio delle emissioni di gas ad effetto serra o GHG, conservazione delle risorse naturali e della biodiversità) e sociali (preservazione delle comunità locali e miglioramento nella gestione delle aree di interesse). La Global Reporting Initiative è un'organizzazione che prevede la redazione volontaria di un documento chiamato bilancio di sostenibilità secondo delle linee guida standardizzate che permettono alle organizzazioni di misurare e confrontare le loro performance economiche, sociali e ambientali nel tempo. La Direttiva Comunitaria 2009/28/CE (Renewable Energy Directive o RED) è invece uno strumento cogente nel caso in cui le organizzazioni intendano utilizzare risorse rinnovabili per ottenere incentivi finanziari. A seguito di un calcolo delle emissioni di GHG, le organizzazioni devono dimostrare determinate prestazioni ambientali attraverso il confronto con delle soglie presenti nel testo della Direttiva. Parallelamente alla valutazione delle emissioni è richiesto che le organizzazioni aderiscano a dei criteri obbligatori di sostenibilità economica, ambientale e sociale, verificabili grazie a degli schemi di certificazione che rientrano all'interno di politiche di sostenibilità globale. Questi strumenti sono stati applicati ad Unigrà, un'azienda che opera nel settore della trasformazione e della vendita di oli e grassi alimentari, margarine e semilavorati destinati alla produzione alimentare e che ha recentemente costruito una centrale da 58 MWe per la produzione di energia elettrica, alimentata in parte da olio di palma proveniente dal sud-est asiatico ed in parte dallo scarto della lavorazione nello stabilimento. L'adesione alla RSPO garantisce all'azienda la conformità alle richieste dell'organizzazione per la commercializzazione e la vendita di materie prime certificate RSPO, migliorando l'immagine di Unigrà all'interno del suo mercato di riferimento. Questo tipo di certificazione risulta importante per le organizzazioni perché può essere considerato un mezzo per ridurre l'impatto negativo nei confronti dell'ambiente, limitando deforestazione e cambiamenti di uso del suolo, oltre che consentire una valutazione globale, anche in termini di sostenibilità sociale. Unigrà ha visto nella redazione del bilancio di sostenibilità uno strumento fondamentale per la valutazione della sostenibilità a tutto tondo della propria organizzazione, perché viene data uguale rilevanza alle tre sfere della sostenibilità; la validazione esterna di questo documento ha solo lo scopo di controllare che le informazioni inserite siano veritiere e corrette secondo le linee guida del GRI, tuttavia non da giudizi sulle prestazioni assolute di una organizzazione. Il giudizio che viene dato sulle prestazioni delle organizzazioni e di tipo qualitativo ma non quantitativo. Ogni organizzazione può decidere di inserire o meno parte degli indicatori per una descrizione più accurata e puntuale. Unigrà acquisterà olio di palma certificato sostenibile secondo i principi previsti dalla Direttiva RED per l'alimentazione della centrale energetica, inoltre il 10 gennaio 2012 ha ottenuto la certificazione della sostenibilità della filiera secondo lo schema Bureau Veritas approvato dalla Comunità Europea. Il calcolo delle emissioni di tutte le fasi della filiera dell'olio di palma specifico per Unigrà è stato svolto tramite Biograce, uno strumento di calcolo finanziato dalla Comunità Europea che permette alle organizzazioni di misurare le emissioni della propria filiera in maniera semplificata ed adattabile alle specifiche situazioni. Dei fattori critici possono però influenzare il calcolo delle emissioni della filiera dell'olio di palma, tra questi i più rilevanti sono: cambiamento di uso del suolo diretto ed indiretto, perché possono provocare perdita di biodiversità, aumento delle emissioni di gas serra derivanti dai cambiamenti di riserve di carbonio nel suolo e nella biomassa vegetale, combustione delle foreste, malattie respiratorie, cambiamenti nelle caratteristiche dei terreni e conflitti sociali; presenza di un sistema di cattura di metano all'oleificio, perché gli effluenti della lavorazione non trattati potrebbero provocare problemi ambientali; cambiamento del rendimento del terreno, che può influenzare negativamente la resa delle piantagioni di palma da olio; sicurezza del cibo ed aspetti socio-economici, perché, sebbene non inseriti nel calcolo delle emissioni, potrebbero provocare conseguenze indesiderate per le popolazioni locali. Per una valutazione complessiva della filiera presa in esame, è necessario ottenere delle informazioni puntuali provenienti da paesi terzi dove però non sono di sempre facile reperibilità. Alla fine della valutazione delle emissioni, quello che emerge dal foglio di Biograce e un numero che, sebbene possa essere confrontato con delle soglie specifiche che descrivono dei criteri obbligatori di sostenibilità, non fornisce informazioni aggiuntive sulle caratteristiche della filiera considerata. È per questo motivo che accanto a valutazioni di questo tipo è necessario aderire a specifici criteri di sostenibilità aggiuntivi. Il calcolo delle emissioni dell'azienda Unigrà risulta vantaggioso in quasi tutti i casi, anche considerando i fattori critici; la certificazione della sostenibilità della filiera garantisce l'elevato livello di performance anche nei casi provvisti di maggiore incertezza. L'analisi del caso Unigrà ha reso evidente come l'azienda abbia intrapreso la strada della sostenibilità globale, che si traduce in azioni concrete. Gli strumenti di certificazione risultano quindi dei mezzi che consentono di garantire la sostenibilità della filiera dell'olio di palma e diventano parte integrante di programmi per la strategia europea di promozione della sostenibilità globale. L'utilizzo e l'implementazione di sistemi di certificazione della sostenibilità risulta per questo da favorire.

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Lo sviluppo urbano avvenuto negli ultimi 20 anni soprattutto nelle grandi città, ma anche in quelle più piccole, è stato definito con il termine americano “urban sprawl”. In linea del tutto generale, lo sprawl può essere definito come la tendenza delle aree urbane a svilupparsi in maniera dispersa e disorganizzata nelle campagne circostanti. I principali impatti del fenomeno riguardano il consumo e l’impermeabilizzazione del suolo oltre a forti impatti su tutte le altre matrici ambientali. Per una corretta pianificazione necessita di essere studiato e quantificato nelle sue differenti declinazioni. Nella presente tesi vengono riportati i risultati della analisi diacronica nel Comune di Carpi (Provincia di Modena) attraverso una sequenza temporale di mappe dell’uso/copertura del suolo (1954,1976,1997,2003,2008) appositamente redatte. Vengono, in particolare, analizzati gli aspetti legati allo sviluppo urbano (del comune e delle frazioni di sua competenza) al fine di evidenziare l’occorrenza di sprawl. Ciò è stato fatto attraverso l’analisi degli andamenti dell’area urbana e di quella agricola nel tempo, delle trasformazioni principali avvenute nel territorio (sia in termini qualitativi che quantitativi), dell’evoluzione della rete infrastrutturale e infine mediante il calcolo di indici propri dell’ecologia del paesaggio utilizzati in molti studi sullo sprawl urbano. Dai risultati di questa analisi emerge che il territorio in esame si è fortemente trasformato dal 1954 al 1976; in particolare l’urbanizzazione è avvenuta in un primo tempo a carico del centro principale di Carpi e in seguito (1976-2008) ha interessato maggiormente le frazioni secondarie e l’edificato discontinuo lungo le principali infrastrutture viarie. Questo aspetto è attribuibile al fenomeno dello sprawl in termini di sviluppo periurbano e di invasione delle campagne. Il calcolo degli indici ha evidenziato che l’area urbana totale è fortemente dispersa, sia rispetto al centro principale che considerata come totale, fin dal 1954 (alta entropia relativa di Shannon) e contemporaneamente il territorio agricolo si presenta frammentato (Patch Density e Mean Patch Size) e con un’eterogeneità ambientale abbastanza limitata; questi indici non mostrano però un andamento che indichi un aumento dello sprawl nella sequenza temporale. Ciò che gli indici rilevano è l’urbanizzazione veloce e compatta avvenuta tra il 1954 ed il 1976. Il presente studio rivela quindi l’inadeguatezza degli indici scelti ad evidenziare il fenomeno dello sprawl negli ultimi vent’anni nel territorio d’indagine a causa della bassa sensibilità a trasformazioni molto moderate ed a scale di dettaglio dell’area urbana molto piccole.

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Progetto di un aerogeneratore ad asse verticale in grado di erogare una potenza di circa 100 kW con un vento di 16 m/s con l’obiettivo fondamentale di risolvere i problemi di avviamento comuni per le turbine ad asse verticale (VAWT), che affliggono in particolare le turbine Darrieus. Inoltre la turbina eolica in questione non deve necessitare di fondazione nè di trasporti eccezionali per l’installazione, permettendo l’abbattimento dei costi iniziali. Le vele sono state sostituite da profili alari, in grado di generare non solo resistenza ma anche portanza.