582 resultados para Accademia di San Luca.
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L'oggetto di questa tesi è la villa i Torrioni situata nel comune di San Prospero in provincia di Modena. Si tratta di una villa a due torri presumibilmente sorta nella prima metà del Cinquecento, in aperta campagna. L'interesse verso il fabbricato nasce dallo stato di danno provocato dagli eventi sismici che hanno coinvolto questi territori tra il maggio e il giugno del 2012, aggravato dalla condizione di abbandono in cui verteva da diversi anni. La tesi si divide in tre parti: conoscenza del manufatto, valutazione del rischio sismico e progetto di restauro.
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L'analisi storico-critica delle vicende costruttive risulta di fondamentale importanza per operare sul manufatto edilizio in maniera consapevole. Soltanto interrogando l'edificio si è in grado di comprenderne le singolarità qualitative, la vulnerabilità ed i punti critici, per agire dove necessario con tecniche compatibili e non invasive seguendo il criterio del minimo intervento. Gli interventi progettuali di miglioramento strutturale proposti si pongono a coronamento del percorso conoscitivo di ricerca svolto.
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Studio in ambiente GIS della disciplina autorizzativa della segnaletica pubblicitaria: applicazione al catasto strade del comune di San Lazzaro di Savena.
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Ragionamento compositivo sulla tematica del muro in un'area terremotata. L'importanza del contesto in cui si progetta, riconoscendo elementi permanenti che caratterizzano il territorio e da cui il progetto parte e che integra.
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La tesi prevede l'integrazione del teatro esistente di San Felice sul Panaro attraverso la progettazione di un nuovo sistema che studia la riconfigurazione degli spazi urbani annessi alla monumentale presenza storica mediante un nuovo complesso denominato "casa dello spettacolo", che ospiterà rappresentazioni all'aperto di tipo più contemporaneo, a supporto del teatro storico comunale.
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Tesi in Restauro Architettonico del chiostro di San Giovanni Battista a Faenza. L'edificio è situato in Vicolo San Giovanni Battista nel centro storico di Faenza. L'intervento prevede un restauro scientifico delle murature esistenti, e la progettazione di un nuovo volume in aggiunta per risolvere i problemi di accessibilità. La fase progettuale si sviluppa su tre campi: il volume in aggiunta in cui collocare elementi di collegamento, la rampa interna al chiostro per superare le differenze di quota e l’intervento al piano superiore in cui sviluppare uno spazio funzionale ad un attività.
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Il progetto del Museo Nazionale di Ravenna prevedeva l’intervento su un’area molto particolare della città. Il nuovo orientamento dell’ingresso al Museo ha permesso di definire meglio l’area posta tra Galla Placidia e San Vitale nel tentativo di ottenere un nuovo equilibrato rapporto con il sistema urbano, il parcheggio di Largo Giustiniano, e soprattutto con gli elementi architettonici presenti. L’ingresso ipotizzato prevede un facile accesso sia dal parcheggio che dalla via Galla Placidia, resa prettamente pedonale. All’interno i tre chiostri definiscono la sequenza attorno a cui ruotano e si scandiscono le funzioni museali. Si è scelto di conservare l’ allestimento attuale del lapidario del primo e secondo chiostro giudicandolo una testimonianza storica della vita del Museo. All’interno del terzo chiostro si sono invece raccolti i sarcofagi presenti nell’area verde che circonda San Vitale fornendo loro un’adeguata sistemazione. L’area è stata poi protetta da una copertura, automa dall’ edificio, che rispetta le alberature presenti. Invece per gli affreschi di Santa Chiara è stata ipotizzata una nuova struttura, raro esempio di ciclo pittorico pervenuto a Ravenna, che completa il lato del terzo chiostro.
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Il lavoro svolto si concentra sulla città di Mirandola, dopo il terremoto del 2012. Viene svolto uno studio storico della città, e un'analisi sullo stato di fatto. Riflessioni sul limite tra città contemporanea e città storica. Viene proposta la ricostruzione del segno delle mura come limite, in modo da restituire un'identità alla città. Infine, il progetto si concentra sull'area dell'ex convento di San Francesco, complesso abbandonato dopo il sisma. La volontà è quella di riuscire a restituirlo alla cittadini di Mirandola, come nuovo centro culturale. Il progetto si impegna a mantenere l'esistente, aggiungendo un nuovo volume, che verrà occupata da una sala conferenze e da una parte della biblioteca.
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La tesi si pone l’obiettivo di approfondire i restauri operati nel corso del tempo sulla fortezza di San Leo a seguito del sisma del 1786 ed affronta il delicato e complesso tema delle finiture delle superfici architettoniche esterne. La ricerca si è sviluppata a partire dall’analisi storico-critica delle vicende relative alla fortezza e alla città di San Leo, approfondendo le caratteristiche dell’architettura militare di transizione di Francesco di Giorgio Martini dal momento della sua fondazione nel Montefeltro, al fine di ricostruire la possibile sequenza delle fasi costruttive, anche attraverso la comparazione con altri esempi di fortificazioni sul territorio. L’analisi comparata delle fonti dirette e indirette, delle tracce murarie attraverso un accurato rilievo geometrico del complesso monumentale ottenuto con l’ausilio di molteplici tecniche di misura (topografiche, dirette, fotogrammetriche) opportunamente integrate in un unico sistema di riferimento, e il rilievo critico con tavole tematiche sulle superfici architettoniche, ha permesso di osservare sotto una nuova luce il singolare progetto di restauro elaborato da Giuseppe Valadier per la fortezza di San Leo. Esso rappresenta un’anticipazione della disciplina, maturata nell’ambiente colto romano dell’epoca, e fondata sulla presa di coscienza dei valori del manufatto architettonico. Si è provveduto a catalogare e descrivere più di 150 fonti documentarie, in gran parte inedite, collocate in un arco temporale che va dal Cinquecento, al periodo Moderno e Contemporaneo con le perizie del Genio Civile e della Soprintendenza. Sono state inoltre ordinate cronologicamente e descritte almeno 50 rappresentazioni iconografiche e cartografiche storiche. L’approccio analitico multidisciplinare, e la raccolta di informazioni storico-documentali, è stato completato da un’ultima fase di analisi, utile a determinare la stratificazione e la cronologia degli interventi. Sono state condotte indagini fisiche e chimiche su campioni, prelevati in loco durante il mese di novembre del 2008 sotto l’egida della Soprintendenza, al fine di determinare la formulazione e la microstuttura dei materiali, con particolare attenzione ai materiali lapidei, agli intonaci e alle coloriture, limitando le indagini a quelle strettamente necessarie. Le indagini strumentali sono state effettuate presso il Laboratorio di Scienza e Tecnologia dei Materiali (LASTM) del Dipartimento di Ingegneria Civile, Chimica, Ambientale e dei Materiali (DICAM) dell’Alma Mater Studiorum Università di Bologna, Scuola di Ingegneria e Architettura, seguendo procedure sviluppate dai gruppi di lavoro presso la struttura. Al fine di determinare la composizione chimica dei materiali sono state eseguite calcimetrie e diffrattometrie a raggi x, mentre per quanto riguarda la struttura e la microstruttura sono state eseguite delle analisi granulometriche. L’interpretazione dei dati, ottenuti dalla lettura organica delle fonti, ha permesso di inquadrare i differenti trattamenti superficiali esterni in relazione all’epoca di realizzazione.
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Il lavoro compiuto porta in evidenza un tema di grande attualità per il progetto urbano e promuove la ricerca tipologica e figurativa volta a interpretare il luogo tramite l’analisi dei caratteri, tessuti, giaciture per capirne le criticità e da queste partire, non con la pretesa di una capacità risolutiva assoluta dell’intera gamma dei problemi che lo sviluppo del territorio pone, ma come occasione per dare un assetto ordinato a una parte di città e con l’intento di mettersi a disposizione e al servizio della città stessa, costruita e attuata come accumulo indifferenziato di manufatti privo di un qualsiasi disegno generale che lo regoli. L’idea guida del progetto è stata la scelta di rivalutare, anche dal punto di vista espositivo, il carattere di museo-laboratorio proprio dell’Accademia, così da ridefinire il suo ruolo didattico. Tra la necessità di salvaguardare il carattere di Brera come Istituzione e il bisogno di trovare una collocazione più adatta alla didattica attraverso il trasferimento degli spazi dell’Accademia nel Comprensorio delle ex caserme XXIV Maggio, Carroccio, Magenta.
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La presente tesi illustra e discute due attività legate all'ambito dei siti web, ovvero la localizzazione e l'ottimizzazione per i motori di ricerca (o SEO, dall'inglese "Search Engine Optimization"). Quest'ultima è un'attività mirata a permettere che i siti stessi ottengano un posizionamento migliore nella pagina dei risultati dei motori di ricerca e siano dunque più visibili agli utenti. Poiché la SEO prevede vari interventi sui siti web, alcuni dei quali implicano la manipolazione di codice HTML, essa viene spesso considerata come un'attività strettamente informatica. L'obiettivo della presente tesi, dunque, è quello di illustrare come i traduttori possano sfruttare le proprie competenze linguistiche per dedicarsi non soltanto alla localizzazione di siti web, ma anche alla loro ottimizzazione per i motori di ricerca. Per dimostrare l'applicabilità di tali tecniche è stato utilizzato come esempio pratico il sito web de "Il Palio di San Donato", un sito gestito dal Comune di Cividale del Friuli e finalizzato alla descrizione dell'omonima rievocazione storica cittadina. La tesi si compone di quattro capitoli. Nel primo capitolo vengono introdotti i principi teorici alla base della localizzazione di siti web, della SEO, della scrittura per il web e della traduzione per il settore turistico. Nel secondo capitolo, invece, viene descritto il sito del Palio di San Donato, esaminandone in particolare la struttura e i contenuti. Il terzo capitolo è dedicato alla descrizione del progetto di localizzazione a cui è stato sottoposto il sito in esame. Infine, il quarto capitolo contiene un breve commento relativo alle problematiche linguistiche, culturali e tecnologiche riscontrate durante il processo traduttivo e un elenco di strategie di SEO applicate a cinque pagine del sito web in esame, selezionate sulla base della possibilità di illustrare il maggior numero possibile di interventi di SEO attuabili dai traduttori.
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Scopo di questa tesi è comprendere quali tra due fenomeni geologici, subsidenza e sisma, abbia influito maggiormente sugli edifici di S. Giovanni in Persiceto analizzando le facciate degli edifici lungo le vie del centro storico. Gli studi di Geologia, precedentemente compiuti dall'autore di questa tesi, hanno permesso di affrontare i problemi che caratterizzano questi territori con una visione diversa, considerando anche le cause geologiche che potrebbero trovarsi alla base.
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il lavoro si suddivide in una fase preliminare conoscitiva costituita da una ricerca storico-documentale sui principali eventi che hanno interessato San Giovanni in Persiceto e il complesso conventuale. per comprendere a pieno l'oggetto di studio sono stati studiati a fondo la vita e le opere dell'autore e le tendenze architettoniche del periodo storico in cui esercita. è stato eseguito un rilievo dettagliato impiegando tecniche ad alta definizione, come fotogrammetria e scansioni laser. per realizzare un progetto di restauro consapevole e rispettoso del monumento sono state condotte approfondite analisi tematiche e di degrado, in modo da acquisire una conoscenza diretta dell'edificio. per reintegrare l'unità d'immagine andata perduta, visto l'uso improprio che è stato fatto del bene, indispensabile per la comprensione dell'opera, è stata svolta un'attenta analisi della consistenza materica e una analogica con le opere dell'autore simili. gli interventi cercheranno di facilitare la lettura delle tracce presenti sul manufatto, e in maniera tutt'altro che invasiva verrà proposta la videoproiezione di quella che poteva essere l'immagine e la suggestione concepita dall'architetto. sono stati studiati restauri di casi analoghi e gli interventi della scuola di restauro nata a seguito delle devastazioni prodotte dalla guerra. per gli elementi ben conservati si attuerà un restauro conservativo. si restaura la pavimentazione, attraverso due diverse ipotesi che risolvono le possibili casistiche generate dalla rimozione delle superfetazioni. per valorizzare gli elementi architettonici si è proposto uno schema di sorgenti luminose diversificato in illuminazione generale d'ambiente ed un sistema di luci funzionale agli usi specifici.
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Applicazione dei metodi di valutazione degli indici di vulnerabilità sismica V e di danno ID, messi a punto dal Dipartimento di Architettura dell'Università di Bologna, su un edificio isolato in muratura portante situato nel Comune di San Felice sul Panaro, analizzandone inoltre le caratteristiche di apparecchiatura muraria ed individuando un indice di qualità muraria IQM.
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La presente tesi muove da un interesse dell'autore verso tematiche affrontate nel corso di Idrologia T e prende in esame la valutazione di un impianto micro-idroelettrico presso il Fosso di Canepa nella Repubblica di San Marino. Si è partiti da una raccolta di dati disponibili in territorio sammarinese per poi poter svolgere uno studio che partendo da essi arriva a mostrare la possibilità di sfruttare l'acqua della sorgente di Canepa non solo per l'acquedotto ma anche per la produzione di energia elettrica. Nell'elaborato il potenziale impianto valutato sarà inserito nel contesto energetico sammarinese e ne saranno svolte analisi economiche per mostrarne la fattibilità. Si è inoltre preso in esame il discorso delle energie rinnovabili in generale, delineando le potenzialità che la Repubblica di San Marino potrebbe avere in tale campo.