485 resultados para ingressione marina scenari di inondazione erosione costiera modellazione matematica
Resumo:
I poriferi rappresentano un importante campo di ricerca anche in ambito applicativo in quanto potenzialmente utili come fonte di metaboliti secondari da impiegarsi in ambito clinico (antitumorali, antibiotici, antivirali, ecc.) e industriale (antifouling). I processi di biosilicificazione interessano invece per aspetti legati alle biotecnologie marine. Questo Phylum ha un importante ruolo strutturale e funzionale nellecologia dei popolamenti bentonici, in quanto pu essere dominante in numerosi habitat e svolgere un ruolo ecologico fondamentale nelle dinamiche degli ecosistemi marini. Per questo, la variazione spaziale e temporale della loro abbondanza pu avere effetti considerevoli su altri membri della comunit. Lo studio delle dinamiche di popolazione e del ciclo riproduttivo dei poriferi potrebbe permettere di valutare come i cambiamenti climatici ne influenzino la crescita e la riproduzione e potrebbe quindi fornire una base per lo sviluppo di corrette tecniche di gestione ambientale. La spugna Axinella polypoides inserita allinterno delle liste di protezione della Convenzione di Berna e di Barcellona, dove sono elencate le specie da proteggere perch minacciate o in pericolo di estinzione. Questa specie, avendo una morfologia eretta, fortemente minacciata soprattutto da attivit antropiche quali pesca e ancoraggi, ma nonostante questo la letteratura relativa ad essa scarsa, La sua importanza legata soprattutto al recente utilizzo come modello per numerosi esperimenti. A. polypoides rappresenta, infatti, il pi basso livello nella scala evolutiva in cui sono stati rinvenuti meccanismi biochimici cellulari di reazione allaumento di temperatura (incremento dellattivit ADP-ribosil ciclasica, sintesi di ossido nitrico) tipici degli organismi superiori. Lo scopo di questa tesi di aumentare le conoscenze sullecologia e sulla biologia di questo porifero, al fine di consentire una migliore predisposizione di eventuali piani di tutela. Dallo studio delle colonie effettuato presso lIsola Gallinara (SV), emerge una dinamica di crescita lenta ed un ciclo riproduttivo estivo, coerentemente con quanto osservato per altre specie mediterranee del genere Axinella. Le analisi istologiche effettuate hanno mostrato variabilit temporale nella densit e nella dimensione di particolari cellule sferulose, che si ipotizza siano collegate a fenomeni di proliferazione cellulare e rigenerazione in seguito a danni. stata individuata inoltre la presenza di una particolare tipologia cellulare dendritica la cui funzione si ritiene abbia affinit con le funzioni sensoriali di Phyla superiori. Queste osservazioni, e levidente vulnerabilit della specie agli impatti antropici, hanno evidenziato la necessit di sviluppare adeguati piani di monitoraggio e di conservazione.
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ormai noto che numerosi organismi marini, dalle alghe unicellulari ai pesci coabitino con diverse specie di spugne, con un rapporto che varia, secondo i casi, dal semplice inquilinismo facoltativo alle pi complesse simbiosi obbligate. Allinterno di molte spugne si trovano degli endobionti, alcuni organismi rappresentano degli ospiti puramente occasionali, altri manifestano una notevole costanza e lesistenza in associazione alla spugna sembra rappresenti la norma. In Adriatico settentrionale, nellarea compresa tra Grado ed il delta del fiume Po, sono presenti degli affioramenti rocciosi organogeni carbonatici che prendono il nome di tegne. In questi affioramenti stata riscontrata una grande variet di specie macrobentoniche sia sessili che vagili. Tra queste specie, presente con elevate abbondanze e grandi dimensioni, fuori dal comune, la spugna massiva Geodia cydonium, oggetto del nostro studio. Lo scopo del presente lavoro di caratterizzare la diversit della fauna associata alla demospongia Geodia cydonium, cercando di mettere in evidenza limportante ruolo ecologico legato proprio allelevato numero di inquilini che ospita. Sono stati prelevati campioni di spugna, con la relativa fauna associata, da tre siti presenti allinterno della Zona di Tutela Biologica di Chioggia. Date le grandi dimensioni degli esemplari e per non danneggiare la popolazione naturale di questa rara specie protetta, sono stati prelevati in immersione delle porzioni di spugna, incidendo verticalmente gli esemplari. Nei campioni sono stati riscontrati 28 taxa, tra cui prevalgono per abbondanza i policheti come Ceratonereis costae e Sphaerosyllis bulbosa e piccoli crostacei come Apseudopsis acutifrons e Leptochelia savignyi. Per molte specie prevalgono individui giovanili rispetto agli adulti. Labbondanza e la ricchezza dei popolamenti associati alla spugna non risultano variare ne tra i siti di campionamento ne in relazione alle dimensioni degli esemplari da cui provengono i campioni. Questo fa supporre che la spugna crei un ambiente ideale per alcune specie, almeno nelle fasi giovanili, creando cos associazioni relativamente stabili, pi di quanto non sia la naturale variabilit dei popolamenti circostanti. Queste relazioni meritano di essere approfondite, investigando i cicli vitali e i comportamenti delle singole specie.
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Lintegrazione multisensoriale la capacit del sistema nervoso di utilizzare molteplici sorgenti sensoriali. Una tra le pi studiate forme di integrazione quella tra informazioni visive ed acustiche. La capacit di localizzare uno stimolo acustico nello spazio un processo meno accurato ed affidabile della localizzazione visiva, di conseguenza, un segnale visivo spesso in grado di catturare (ventriloquismo) o di incrementare (enhancement multisensoriale) la performance di localizzazione acustica. Numerose evidenze sperimentali hanno contribuito ad individuare i processi neurali e le aree cerebrali alla base dei fenomeni integrativi; in particolare, un importante contributo viene dallo studio su soggetti con lesioni cerebrali. Tuttavia molti aspetti sui possibili meccanismi coinvolti restano ancora da chiarire. Obiettivo di questa tesi stato lo sviluppo di un modello matematico di rete neurale per fare luce sui meccanismi alla base dellinterazione visuo-acustica e dei suoi fenomeni di plasticit. In particolare, il modello sviluppato in grado di riprodurre condizioni che si verificano in-vivo, replicando i fenomeni di ventriloquismo ed enhancement in diversi stati fisiopatologici e interpretandoli in termini di risposte neurali e reciproche interazione tra i neuroni. Oltre ad essere utile a migliorare la comprensione dei meccanismi e dei circuiti neurali coinvolti nellintegrazione multisensoriale, il modello pu anche essere utile per simulare scenari nuovi, con la possibilit di effettuare predizioni da testare in successivi esperimenti.
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Oggetto di questa tesi di Laurea la progettazione di un quartiere residenziale sostenibile a Bertinoro (FC) richiesto dellAmministrazione Comunale, orientata anche verso la realizzazione di un parcheggio di attestazione multipiano per il borgo e di una risalita meccanizzata al centro. Larea dintervento costituisce infatti una posizione strategica per larrivo e gli accessi alla citt alta. Il progetto quindi affronta due scenari: uno a scala urbana e uno a scala architettonica. Fondamentale stata la definizione delle strategie urbane: consapevoli dellimportanza di una gestione sostenibile del territorio, questa tesi ha cercato di affrontare le problematiche relative alla mobilit del luogo, caratterizzato da forti pendii, ponendosi come obiettivo leliminazione di flussi veicolari nel centro storico e nel contempo la completa accessibilit di questultimo attraverso nuovi sistemi meccanizzati di risalita che incentivino la mobilit pedonale. Ci ha portato ad un studio dei percorsi di Bertinoro e ad una ricerca sulle varie tipologie sia di parcheggio multipiano che di risalita finalizzata alla definizione della soluzione pi efficiente e adeguata per il luogo. A scala architettonica la complessit del progetto stata quella di dare uguale importanza a dati oggettivi e quantificabili, come orientamento, apporti solari, impianti, senza tralasciare i valori storico-paesaggistici, risorsa fondamentale per quest'area. La sfida stata quindi quella di progettare un quartiere con dei requisiti energetici che vadano ben oltre i confini determinati dalla normativa e di riuscire ad integrare nel contesto, con il minor impatto ambientale e percettivo, lintero insediamento, compreso il parcheggio multipiano e la risalita. Il titolo declivi sintetizza in questo senso la strategia adottata ovvero tutto il progetto nasce da un attento confronto con le caratteristiche topografiche del luogo cercando di ripristinarle dove sono venute a mancare in una logica non di aggiunta del costruito ma di crescita dal suolo. La chiave di lettura stata in particolare lidea del terrazzamento e degli affacci sul paesaggio. Durante tutto il processo progettuale si dunque operato verificando contestualmente ogni scelta dal punto di vista architettonico, tecnologico ed energetico puntando ad un progetto che possa essere definito sostenibile a tutte le sue scale: urbanistica e architettonica.
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Lelaborazione di questa tesi stata svolta con lausilio di strumenti di Business Intelligence. In particolare, si dapprima alimentato un data warehouse territoriale, in cui sono stati inseriti, dopo averli elaborati, i dati messi a disposizione dagli osservatori territoriali nazionali e dallazienda Geofor spa. A partire da questi, sono stati prodotti degli indicatori statistici e dei report, utili per evidenziare andamenti e trend di crescita di alcuni particolari indici. Il principale strumento utilizzato StatPortal, un portale Web di Business Intelligence OLAP per la realizzazione di Data warehouse territoriali. Largomento sar approfondito nel capitolo sette, dedicato agli strumenti utilizzati, ma in breve, questo sistema consente di raccogliere, catalogare e condividere informazione statistica e geostatistica, nonch di produrre indicatori e reportistica. Il lavoro organizzato come segue: inizialmente c una prima parte di definizione e classificazione dei rifiuti che ha lobiettivo di permettere al lettore di inquadrare il tema e prendere coscienza del problema. Successivamente, stata sviluppata una parte pi storica, con una rapida analisi temporale per comprendere il tipping point, cio il momento in cui i rifiuti hanno iniziato a essere percepiti come un problema per la comunit, concludendo con un accenno agli scenari attuali e futuri. In seguito, si indirizzata lattenzione sul panorama italiano, europeo e mondiale citando alcuni interessanti e originali esempi di efficienza nella gestione dei rifiuti, che potrebbero servire da spunto per qualche stakeholder nazionale. Si poi introdotta quella che la normativa vigente, sottolineando quali sono gli obiettivi che impone ed entro quali tempi dovranno essere raggiunti, elencando quindi i principi fondamentali del D.lgs.152/2006 e del D.lgs 36/2003. Continuando su questo filo logico, si voluto introdurre al lettore, la questione dei Rifiuti Solidi Urbani (RSU) nel Comune di Pisa. Sono stati definiti: lo stato dellarte delligiene urbana pisana, i sistemi implementati nella citt con i vari pregi e difetti e quali sono state le azioni pratiche messe in atto dallAmministrazione per far fronte al tema. Il capitolo sei rappresenta uno dei due punti focali dellintero lavoro: il Rapporto sullo Stato dellAmbiente della citt di Pisa in tema di rifiuti urbani. Qui saranno analizzati i vari indici e report prodotti ad hoc con lo strumento Statportal appena menzionato, con lo scopo di segnalare evidenze e obiettivi dellAmministrazione. Nel settimo capitolo si analizza la fase di progettazione del Data Warehouse. Sono elencati i passi fondamentali nella costruzione di un DW dimensionale, esponendone in primo luogo la specifica dei requisiti del progetto ed elencando per ognuno di essi le dimensioni, le misure e le aggregazioni relative. In seguito saranno descritti nel dettaglio la fase di progettazione concettuale e lo schema logico. In ultimo, sar presentato laltro punto focale di questa tesi, nonch la parte pi interattiva: un portale web creato appositamente per il Comune con lobiettivo di coinvolgere ed aiutare i cittadini nel conferimento dei rifiuti da loro prodotti. Si tratta di una sorta di manuale interattivo per individuare come eseguire una corretta differenziazione dei rifiuti. Lo scopo primario quello di fare chiarezza alle utenze nella differenziazione, il che, in maniera complementare, dovrebbe incrementare la qualit del rifiuto raccolto, minimizzando i conferimenti errati. Lobiettivo principale di questo lavoro resta quindi il monitoraggio e lanalisi delle tecniche e dei processi di gestione dei rifiuti nel Comune di Pisa. Analogamente si vuole coinvolgere e suscitare linteresse del maggior numero di persone possibile al tema della sostenibilit ambientale, rendendo consapevole il lettore che il primo passo verso un mondo pi sostenibile spetta in primis a Noi che quotidianamente acquistiamo, consumiamo ed infine gettiamo via i residui senza troppo preoccuparci. Il fatto che anche in Italia, si stia sviluppando un senso civico e una forte responsabilizzazione verso lambiente da parte dei cittadini, fa ben sperare. Questo perch si riusciti a imprimere il concetto che le soluzioni si ottengano impegnandosi in prima persona. E alla nostra comunit che si affida il dovere di non compromettere lesistenza delle generazioni future, incaricandola del compito di ristabilire un equilibrio, ormai precario, tra umanit e ambiente, se non altro perch, come recita un vecchio proverbio Navajo: il mondo non lo abbiamo in eredit dai nostri padri ma lo abbiamo in prestito dai nostri figli.
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Il territorio di Ferrara caratterizzata da unarea ad elevata concentrazione di stabilimenti a rischio di incidente rilevante e dalla movimentazione di ingenti quantitativi di sostanze pericolose sulla rete stradale, ferroviaria ed in condotta. Basti pensare che nel solo Comune di Ferrara sono ben 5 le aziende che, per tipologia e quantit di sostanze presenti, rientrano nel campo di applicazione del D.Lgs. 334/99 (Attuazione delle direttiva 96/82/CE relativa al controllo dei pericoli di incidenti rilevanti connessi con determinate sostanze pericolose). Per questo motivo, il 24 febbraio 2012 stato sottoscritto a Ferrara il protocollo dintesa per lavvio dello Studio di Sicurezza Integrato dArea (SSIA) del polo chimico ferrarese da parte della Regione Emilia Romagna, dellAgenzia Regionale di Protezione Civile, del Comune e della Provincia di Ferrara, dellUfficio Territoriale del Governo, della Direzione Regionale dei Vigili del Fuoco, dellAgenzia Regionale Prevenzione e Ambiente e delle stesse aziende del polo chimico. LUniversit di Bologna, tramite il Dipartimento di Ingegneria Chimica, Mineraria e delle Tecnologie Ambientali presso il quale stato svolto il presente lavoro di tesi, prende parte al Consiglio Scientifico ed al Comitato Tecnico del SSIA, aventi funzioni di direzione e di gestione operativa della ricerca. Il progetto modellato sulla precedente esperienza realizzata in regione per il polo industriale di Ravenna (progetto ARIPAR), la cui validit stata ampiamente riconosciuta a livello nazionale ed internazionale. Lidea alla base dello studio deriva dal fatto che per avere un quadro della situazione in unarea cos complessa, necessario non solo valutare linsieme dei rischi presenti, ma anche le loro correlazioni e le conseguenze sul territorio di riferimento. In unanalisi di rischio darea risulta di primaria importanza lanalisi della vulnerabilit del territorio circostante il sito industriale, in quanto scenari attesi di danno di pari severit assumono una differente valenza in relazione alleffettiva presenza di bersagli nellarea di interesse. Per tale motivo il presente lavoro di tesi ha avuto lobiettivo di istruire il censimento della vulnerabilit del territorio di Ferrara, con riferimento ai bersagli uomo, ambiente e beni materiali. In primo luogo si provveduto, sulla base delle distanze di danno degli scenari incidentali attesi, a definire lestensione dellarea in cui effettuare il censimento. Successivamente si approfondito il censimento della vulnerabilit del bersaglio uomo, prendendo in considerazione sia la popolazione residente, sia i centri di vulnerabilit localizzati allinterno dellarea potenzialmente interessata da incidenti rilevanti. I centri di vulnerabilit non sono altro che luoghi ad elevata densit di persone (ad esempio scuole, ospedali, uffici pubblici, centri commerciali), spesso caratterizzati da una maggiore difficolt di evacuazione, sia per lelevato numero di persone presenti sia per la ridotta mobilit delle stesse. Nello specifico si proceduto alla creazione di un database (grazie allutilizzo del software ArcView GIS 3.2) di tutti i centri di vulnerabilit presenti, ai quali stato possibile associare una precisa localizzazione territoriale ed altri dati di carattere informativo. In una fase successiva dello SSIA sar possibile associare ai centri di vulnerabilit le relative categorie di popolazione, indicando per ciascuna il numero dei presenti. I dati inseriti nel database sono stati forniti in massima parte dal Comune di Ferrara e, in misura pi limitata, dallAgenzia Regionale di Protezione Civile e dalla Camera di Commercio. Presentando spesso tali dati unaggregazione diversa da quella necessaria ai fini dello SSIA, stato necessario un intenso lavoro di analisi, di depurazione e di riaggregazione allo scopo di renderli disponibili in una forma fruibile per lo SSIA stesso. Da ultimo si effettuata una valutazione preliminare della vulnerabilit dei bersagli ambiente e beni materiali. Per quanto riguarda lambiente, si sono messe in luce le aree sottoposte a vincoli di tutela naturalistica e quindi particolarmente vulnerabili in caso di un rilascio accidentale di sostanze pericolose. Per il bersaglio beni materiali, non essendo stato possibile reperire dati, si sono evidenziate le categorie di beni da censire. In conclusione, possibile affermare che lo studio effettuato in questo lavoro di tesi, ha consentito non solo di conseguire lobiettivo inizialmente stabilito listruzione del censimento della vulnerabilit del territorio di Ferrara - ma ha contribuito anche alla definizione di una metodologia per il censimento di aree vaste che potr essere utilmente applicata ad altre zone del territorio nazionale.
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Lobiettivo della presente tesi curriculare una lettura, in chiave critica, di alcuni esami ed esperienze significative svolte allinterno del corso di studi presso la Facolt di Architettura Aldo Rossi. Questa tesi caratterizzata da riflessioni circa i principi di sostenibilit per il progetto urbanistico: partendo dal concetto di sostenibilit, si proceder nel rivedere le tappe fondamentali della nascita di questo termine, analizzare gli impegni sottoscritti a livello mondiale ed infine valutare come tali principi sono stati trattati lungo il percorso di studi intrapreso: nel Laboratorio di Sintesi Finale in Architettura Sostenibile, nel Laboratorio di Urbanistica e durante il corso di Tecnica Urbanistica, con riferimento allesperienza IP Socrates Erasmus Intensive Programme svolto presso la University of Western England a Bristol. Ognuno tra i progetti scelti per questa tesi curriculare caratterizzato dalla presenza di verde come elemento unificatore. Il verde una componente essenziale nelle nostre citt e la qualit ambientale fa parte dei principi cardini dello sviluppo sostenibile; da qui il titolo the green way, verde come impronta ecologica, verde come parte integrante del progetto e verde come principio alla base di un una nuova mentalit sostenibile.
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Architetture in contesti particolari: parco, cimitero e colonia marina sull'arenile. Diverse localizzazioni, usi, finalit e scala. Punti di affinit nell'ambito di una esperienza accademica.
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UML ampiamente considerato lo standard de facto nella fase iniziale di modellazione di sistemi software basati sul paradigma Object-Oriented; il suo diagramma delle classi utilizzato per la rappresentazione statica strutturale di entit e relazioni che concorrono alla definizione delle specifiche del sistema; in questa fase viene utilizzato il linguaggio OCL per esprimere vincoli semantici sugli elementi del diagramma. Il linguaggio OCL per soffre della mancanza di una verifica formale sui vincoli che sono stati definiti. Il linguaggio di modellazione Alloy, inserendosi in questa fase, concettualmente pu sopperire a questa mancanza perch pu descrivere con le sue entit e relazioni un diagramma delle classi UML e, tramite propri costrutti molto vicini all'espressivit di OCL, pu specificare vincoli semantici sul modello che verranno analizzati dal suo ambiente l'Alloy Analyzer per verificarne la consistenza. In questo lavoro di tesi dopo aver dato una panoramica generale sui costrutti principali del linguaggio Alloy, si mostrer come possibile creare una corrispondenza tra un diagramma delle classi UML e un modello Alloy equivalente. Si mostreranno in seguito le analogie che vi sono tra i costrutti Alloy e OCL per la definizione di vincoli formali, e le differenze, offrendo nel complesso soluzioni e tecniche che il modellatore pu utilizzare per sfruttare al meglio questo nuovo approccio di verifica formale. Verranno mostrati anche i casi di incompatibilit. Infine, come complemento al lavoro svolto verr mostrata, una tecnica per donare una dinamicit ai modelli statici Alloy.
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Il documento riporta, con prove sperimentali, un confronto tra le prestazioni che diverse tecnologie VPN hanno all'interno dello scenari wired e wireless. Il protocollo di tunneling utilizzato per la creazione delle VPN incide in modo particolare sulle performance della rete. L'obiettivo proprio quello di valutare il protocollo che fornisce una qualit migliore a livello prestazionale, il tutto tramite un insieme mirato di test.
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Gli agglomerati calcarei costruiti dalla specie invasiva Ficopomatus enigmaticus, polichete serpulide, possono influenzare i sistemi lagunari e produrre effetti negativi per la pesca e alterazioni nellambiente. Le lagune di Corru SIttiri (CI), San Giovanni-Marcedd (GM) e Santa Giusta (SG) sono state studiate al fine di definire le condizioni ecologiche che favoriscono le formazione delle costruzioni biogeniche di F. enigmaticus. In questo lavoro sono riportati i risultati preliminari, osservati in ogni laguna, sulle caratteristiche del sedimento (granulometria, sostanza organica e carbonati) e della comunit macrozoobentonica (abbondanza, biomassa e diversit), in due condizioni contrastanti: presenza e assenza dei reef, in due tempi di campionamento (maggio e ottobre 2012). I campioni di sedimento sono stati prelevati esclusivamente nel primo tempo di campionamento. La granulometria dei sedimenti era differente nelle tre lagune: CI e SG si sono rivelate pi sabbiose, mentre GM era pi fangosa. Sono stati osservati diversi valori nei contenuti di sostanza organica e carbonati senza rivelarsi significativamente diversi. Nel primo tempo di campionamento labbondanza di zoobentos varia tra le zone di presenza (P) e le zone di assenza (A) dei reef; in CI labbondanza maggiore in P rispetto ad A, mentre in GM e SG invece maggiore in A rispetto a P. La stessa situazione si verifica nel secondo tempo di campionamento. La biomassa, al tempo uno, risultata maggiore nelle zone P rispetto alle zone A in CI e SG; in GM le zone A la biomassa risultata maggiore rispetto a P. Nel secondo tempo di campionamento i valori risultano maggiori in P rispetto ad A in CI e GM; valori maggiori in A rispetto a P si sono riscontrati in SG. Importante da evidenziare la presenza di un altro costruttore di barriere, Hudroides dianthus, con abbondanze superiori rispetto a quelle di F. enigmaticus in particolare in CI e SG. Sono stati anche trovati diversi individui di Musculista sonhousia in CI e GM. M. senhousia noto come specie invasiva in molte lagune del Mediterraneo ed stato recentemente individuato nella zone di Oristano. Questo lavoro ha dimostrato come le caratteristiche dei sedimenti lagunari, la struttura della comunit macrozoobentonica, cos come la natura e labbondanza delle specie costruttrici di reef pu variare tra le lagune e le diverse zone delle lagune. importante indagare sulle condizioni chimico-fisiche e idrodinamiche delle singole lagune per capire cosa influenza il reale sviluppo dei reef dei biocostruttori.
Resumo:
A partire dalla fine degli anni 80, gli impianti di molluschicoltura stanno subendo pesanti danni economici a causa dei sempre pi frequenti divieti di raccolta dovuti alla comparsa di concentrazioni di biotossine algali allinterno dei tessuti dei molluschi oltre i limiti di legge. Lo scopo di questo lavoro stato quello di determinare la distribuzione spaziale e temporale delle specie tossiche lungo le coste dellEmilia Romagna e correlare la loro presenza alla rilevazione di biotossine marine nel tessuto dei mitili. Sono state effettuate analisi biotossicologiche per lindividuazione e quantificazione delle tossine responsabili della PSP, della ASP e delle tossine liposolubili (OAs, PTXs, AZAs e YTXs). Parallelamente stato effettuato il monitoraggio delle specie fitoplanctoniche in grado di rendere i mitili tossici e, di conseguenza, responsabili di tali biointossicazioni. Le tossine che hanno superato il limite di legge, nel periodo di tempo considerato, sono state le yessotossine. Le analisi del fitoplancton tossico hanno evidenziato la presenza delle specie Gonyaulax spinifera, Lingulodinium polyedrum e Protoceratium reticulatum (sinonimo di Gonyaulax grindleyi). Le correlazioni effettuate mostrano che la specie G. spinifera responsabile della chiusura degli allevamenti lungo la costa, a causa della produzione di homo-YTX, mentre la specie P. reticulatum produce prevalentemente YTX. Tale lavoro rappresenta il primo studio in campo in cui viene correlata la presenza delle due tossine, YTX e homo-YTX, con quella delle due alghe produttrici, confermando quanto riportato dalla letteratura. Tale lavoro intende offrire uno spunto, una base di partenza al fine di ottenere un quadro pi dettagliato dellandamento delle specie tossiche lungo la costa oggetto di studio.