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Resumo:
In questa tesi viene analizzato un problema di ottimizzazione proposto da alcuni esercizi commerciali che hanno la necessita` di selezionare e disporre i propri ar- ticoli in negozio. Il problema nasce dall’esigenza di massimizzare il profitto com- plessivo atteso dei prodotti in esposizione, trovando per ognuno una locazione sugli scaffali. I prodotti sono suddivisi in dipartimenti, dai quali solo un ele- mento deve essere selezionato ed esposto. In oltre si prevede la possibilita` di esprimere vincoli sulla locazione e compatibilita` dei prodotti. Il problema risul- tante `e una generalizzazione dei gia` noti Multiple-Choice Knapsack Problem e Multiple Knapsack Problem. Dopo una ricerca esaustiva in letteratura si `e ev- into che questo problema non `e ancora stato studiato. Si `e quindi provveduto a formalizzare il problema mediante un modello di programmazione lineare intera. Si propone un algoritmo esatto per la risoluzione del problema basato su column generation e branch and price. Sono stati formulati quattro modelli differenti per la risoluzione del pricing problem su cui si basa il column generation, per individuare quale sia il piu` efficiente. Tre dei quattro modelli proposti hanno performance comparabili, mentre l’ultimo si `e rivelato piu` inefficiente. Dai risul- tati ottenuti si evince che il metodo risolutivo proposto `e adatto a istanze di dimensione medio-bassa.
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L'identificazione di un blazar è molto difficile, questo è un oggetto molto particolare e che ha un'attività molto ricca. Nella pratica l'identificazione di un blazar avviene confrontando la sua emissione in banda radio con la sua emissione in banda gamma, che sono entrambe proprie dei blazar. Il problema è che non si dispone di un telescopio in grado di rivelare con estrema precisione entrambe le bande, quindi si procede utilizzando i dati radio provenienti da un dato radiotelescopio e i dati in banda gamma provenienti da un altro telescopio. Quando le emissioni nelle due bande presentano, ad esempio, una variabilità simultanea, l'identificazione è certa. Ma questa minoranza di casi non è molto frequente e quindi spesso si procede con un'analisi probabilistica basata sulle posizioni delle sorgenti. Il lancio di Fermi nel 2008 ha portato ad un fortissimo aumento del numero di sorgenti gamma note e, fra queste, la maggior parte sono blazar. Una significativa frazione di queste sorgenti Fermi (circa il 30%) rimane non identificata. In questo lavoro vengono inizialmente caratterizzate le proprietà radio dei blazar e in particolare dei blazar gamma noti finora. In seguito verrà approfondita l'analisi delle sorgenti Fermi non identificate per stabilire una possibile compatibilità con le proprietà dei blazar e quindi per cercare di capire se queste sorgenti possano essere a loro volta dei blazar non ancora riconosciuti.
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L’interazione spin-orbita (SOI) nel grafene è attualmente oggetto di intensa ricerca grazie alla recente scoperta di una nuova classe di materiali chiamati isolanti topologici. Questi materiali, la cui esistenza è strettamente legata alla presenza di una forte SOI, sono caratterizzati dall’interessante proprietà di avere un bulk isolante ed allo stesso tempo superfici conduttrici. La scoperta teorica degli isolanti topologici la si deve ad un lavoro nato con l’intento di studiare l’influenza dell’interazione spin-orbita sulle proprietà del grafene. Poichè questa interazione nel grafene è però intrinsecamente troppo piccola, non è mai stato possibile effettuare verifiche sperimentali. Per questa ragione, vari lavori di ricerca hanno recentemente proposto tecniche volte ad aumentare questa interazione. Sebbene alcuni di questi studi abbiano mostrato un effettivo aumento dell’interazione spin-orbita rispetto al piccolo valore intrinseco, sfortunatamente hanno anche evidenziato una consistente riduzione della qualità del grafene. L’obbiettivo che ci si pone in questa tesi è di determinare se sia possibile aumentare l’interazione spin-orbita nel grafene preservandone allo stesso tempo le qualità. La soluzione proposta in questo lavoro si basa sull’utilizzo di due materiali semiconduttori, diselenio di tungsteno WSe2 e solfuro di molibdeno MoS2, utilizzati da substrato su cui sopra verrà posizionato il grafene formando così un’eterostruttura -nota anche di “van der Waal” (vdW)-. Il motivo di questa scelta è dovuto al fatto che questi materiali, appartenenti alla famiglia dei metalli di transizione dicalcogenuri (TMDS), mostrano una struttura reticolare simile a quella del grafene, rendendoli ideali per formare eterostrutture e ancora più importante, presentano una SOI estremamente grande. Sostanzialmente l’idea è quindi di sfruttare questa grande interazione spin-orbita del substrato per indurla nel grafene aumentandone così il suo piccolo valore intrinseco.
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I semiconduttori organici presentano proprietà che consentono la produzione di dispositivi impensabili fino a pochi anni fa: sono flessibili, leggeri e robusti, ed inoltre facili ed economici da depositare. La loro capacità di rivelare direttamente la radiazione ionizzante, convertendola in segnale elettrico, li pone come ottimi candidati per una nuova generazione di rivelatori a stato solido per raggi X, utilizzabili in situazioni e luoghi prima inaccessibili a quelli inorganici, o addirittura comodamente indossabili. Tuttavia i fenomeni di fotogenerazione e raccolta di carica in questi materiali non sono ancora completamente compresi. Ottimali per lo studio di queste ed altre proprietà intrinseche sono le forme di impacchettamento a cristallo singolo. Questa tesi analizza e confronta i segnali elettrici di campioni di cristalli singoli di TIPS-pentacene quando esposti a flussi crescenti di radiazione visibile e di raggi X a diversi voltaggi, proponendo dei modelli per la loro interpretazione. Viene inoltre riportato un confronto con le stesse misure effettuate su un campione dello stesso materiale in forma di film sottile.
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Questo elaborato si pone l'obiettivo di condurre un'analisi dell'opera teatrale di Frank Wedekind "Frühlings Erwachen. Eine Kindertragödie", oltre che di offrire una proposta di traduzione di alcune scene tratte dal primo atto. Il dramma del 1891 unisce elemento tragico e comico in una critica alla società guglielmina del XIX secolo nella quale adulti e ragazzi si ritrovano a vivere in mondi separati a causa dell'ipocrisia che si cela nel perbenismo borghese. Wedekind, precursore dell'espressionismo quando ancora imperava il naturalismo, rompe il muro di silenzi e bugie che gli adulti hanno eretto per non guardare in faccia alle problematiche della vita e della sessualità che i giovani sono costretti ad affrontare da soli, spesso con conseguenze tragiche.
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Il termine Ecomuseo deriva dal greco οἶκος da intendersi come l’insieme delle relazioni all’interno di una comunità e delle interazioni tra la comunità e il territorio. Si tratta di un particolare processo di conoscenza, tutela e valorizzazione del patrimonio locale, materiale e immateriale. In mancanza di una legge quadro nazionale, in Italia finora sono state dodici le regioni e le province a sancire autonomamente l’istituzione e il riconoscimento degli Ecomusei, promuovendone la creazione. La Provincia Autonoma di Bolzano non è ancora dotata di uno strumento normativo per il riconoscimento degli Ecomusei. Si è pertanto valutata la possibilità di applicare lo strumento alle particolari condizioni socio-culturali del territorio sudtirolese. L’indagine è stata svolta a partire dall’analisi dei presupposti necessari alla realizzazione di un Ecomuseo generalmente condivisi dalle normative quali l’omogeneità culturale e la presenza di beni di comunità. Entrambi i criteri hanno richiesto di essere interpretati, sulla base di indagini storiche, sociali e culturali, svolte sotto il profilo architettonico, analizzando non solo la produzione edilizia nel tempo, ma anche i contenuti politici e culturali, la variazione della percezione del costruito da parte della popolazione e la conseguente evoluzione nell’approccio nei confronti della preesistenza. Verificate le condizioni di applicabilità dei criteri si è proceduto alla progettazione di un Ecomuseo Interculturale per la città di Merano (EIM), valutandone oggetto, finalità e struttura. Il progetto ha compreso anche la proposta di una sede per l’Ecomuseo, realizzando uno studio per il restauro di un’officina ferroviaria dei primi del Novecento riconoscendo in essa un importante documento di cultura materiale. In conclusione è stata quindi elaborata una proposta per un progetto di legge provinciale in materia di Ecomusei, quale fattore fondamentale per la loro organizzazione, promozione e diffusione.
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La sostituzione totale di caviglia o artroplastica totale di caviglia (Total Ankle Replacement - TAR) è un'operazione eseguita per sostituire le superfici di contatto delle ossa di tibia e astragalo mediante componenti protesiche e sta diventando una comune procedura chirurgica per il trattamento dell’ultimo stadio di osteoartrite di caviglia. La morfologia articolare della caviglia e la relativa cinematica sono molto complesse. Gli attuali dispositivi per TAR soffrono ancora di alti tassi di insoddisfazione e fallimento, probabilmente a causa dei relativi disegni protesici non pienamente rispettosi della normale morfologia di caviglia e del normale trasferimento dei carichi articolari. Recentemente, è stato proposto un nuovo disegno basato su un originale postulato che approssima la superficie articolare talare in modo maggiormente fisiologico, come un tronco di cono a sella con apice diretto lateralmente. L'obiettivo di questa tesi di laurea è di valutare sperimentalmente, mediante il supporto del navigatore chirurgico, il comportamento cinematico derivante dall’impianto del dispositivo TAR basato sul nuovo postulato e di confrontarlo con la cinematica derivante dalla caviglia intatta e derivante da modelli protesici basati sui disegni più comunemente utilizzati. Dieci arti inferiori da cadavere con caviglie intatte e normali, sono state scansionati via CT. Le immagini di caviglia sono state poi segmentate per la produzione dei modelli virtuali articolari. Questi sono stati prodotti sia basandosi sul nuovo postulato sia su quelli standard, e successivamente stampati in materiale plastico via 3D-printing. I risultati ottenuti a seguito di elaborazioni confermano che il nuovo dispositivo sembra riprodurre meglio rispetto agli altri, il fisiologico comportamento funzionale della caviglia, presentando valori prossimi a quelli della caviglia naturale.
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Questo lavoro si prefigge di analizzare il fenomeno del Child Language Brokering (CLB), ossia la mediazione linguistica interculturale ad opera di bambini e adolescenti, immigrati o figli di immigrati, che si trovano spesso a tradurre per i genitori, i membri della propria comunità etnica di appartenenza e i rappresentati delle istituzioni locali del paese ospitante. L’obiettivo principale è quello di mettere in luce questo fenomeno, ancora pressoché invisibile e trascurato, sulla scia del progetto In MediO PUER(I) realizzato dall’Università di Bologna. Nel primo capitolo si propone una panoramica sulla situazione migratoria a livello nazionale e internazionale e si traccia un breve excursus sullo stato dell’arte della ricerca in materia di CLB. Nel secondo capitolo, invece, ci si concentra su episodi reali di mediazione a opera di bambini avvenuti nell’ambito del centro “Welcome”, realtà forlivese che opera nell’ambito dell’integrazione, del sociale e dell’educazione. Dopo aver analizzato gli aspetti più peculiari delle interazioni, nel terzo capitolo si illustreranno le conclusioni tratte dall’analisi dei dati presentati, sottolineando maggiormente la necessità di ulteriori approfondimenti del fenomeno del CLB, sia a livello nazionale che internazionale.
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Brigitte Reimann non è nota al grande pubblico internazionale e anche a livello nazionale non ha raggiunto la stessa popolarità di altri autori della DDR, poiché è morta del 1973, quando la caduta del muro era ancora lontana. Ciononostante ha avuto un ruolo importante nella storia della DDR, in quanto come intellettuale si è impegnata attivamente in politica e si è schierata da ultimo contro il governo. Nel presente elaborato finale andrò a introdurre prima di tutto la figura di Brigitte Reimann, riportando una breve biografia e parlando del suo ruolo all'interno della letteratura della DDR; segue poi un testo sul genere letterario del diario e, nella parte centrale, la traduzione delle pagine di diario con testo a fronte in lingua originale; l'ultima parte dell'elaborato è invece dedicata alla strategia di traduzione impiegata e a un'analisi dettagliata del lessico e della sintassi dei testi. L'obiettivo dell'elaborato è quindi quello di far conoscere al pubblico italiano questa grande autrice, attraverso le sue scritture più intime e personali, che mostrano la forza e la tenacia del suo carattere.
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Lo scopo del presente elaborato è la proposta di traduzione in italiano di un romanzo contemporaneo dello scrittore argentino Félix Bruzzone, Los topos, che racconta la storia di un giovane, orfano di entrambi i genitori desaparecidos, e della sua ricerca del presunto fratello nato in cattività. Nello specifico, il viaggio del narratore-protagonista costituisce il tentativo, destinato al fallimento, di recuperare la sua identità perduta e costruire vincoli familiari e affettivi in una società violenta, dove la sparizione forzata, sotto altre forme, è ancora una pratica abituale. Con i suoi tratti comici e grotteschi, l’opera rivendica in modo creativo una certa indipendenza dal tradizionale discorso vittimizzante sulla memoria, sia nello sviluppo della storia che nelle strategie stilistiche e narrative. I primi tre capitoli di questa tesi inquadrano Los topos in un contesto culturale e letterario e presentano un’analisi delle ragioni dell’originalità dell’opera nell’ambito della produzione letteraria su questo tema: in particolare, nel Capitolo I vengono illustrati i fatti storici relativi all’ultima dittatura militare argentina (1976 - 1983) e le ripercussioni sociali del regime negli anni successivi; il secondo capitolo contiene un breve ritratto di Félix Bruzzone e un’intervista realizzata all’autore nel contesto di un rapporto di collaborazione e di un periodo di ricerca svolto in Argentina, che si sono rivelati fondamentali per l’interpretazione e la traduzione del testo originale; il Capitolo III è dedicato all’analisi del romanzo dal punto di vista tematico, narrativo, linguistico e stilistico. Gli ultimi due Capitoli sono relativi all’attività di traduzione dell’opera: il quarto contiene la versione italiana, proposta integralmente, mentre nel quinto vengono esaminate le strategie adottate per la risoluzione dei principali problemi traduttivi, con l’obiettivo di base di riprodurre l’apparato ritmico dell’oralità che caratterizza il testo originale.
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L’obiettivo del presente elaborato è esplorare un ulteriore possibile impiego delle competenze dell’interprete di conferenza in un ambito ancora poco conosciuto ai più: la produzione di audiolibri e l’attività, a sfondo sociale, dei donatori di voce. Partendo da una panoramica generale sull’oralità e la valenza della voce in termini metafisico-antropologici, seguita dall’iniziazione del lettore al mondo degli audiolibri per non vedenti e ipovedenti e all’attività del Centro Internazionale del Libro Parlato di Feltre (oggetto del secondo capitolo), nel terzo capitolo il lavoro si concentra sul valore del gesto vocale nella comunicazione orale e, in modo specifico, per l’interprete di conferenza, riflessione che assume particolare interesse alla luce del percorso di studi di chi scrive. Quindi, si giunge, nel quarto capitolo, all’affermazione dell’importanza della pedagogia vocale e dei suoi strumenti regolatori del gesto vocale in relazione agli obiettivi espressivo-comunicativi di un “interprete”, sia esso attore, cantante, speaker radiofonico, audiodescrittore, donatore di voce o interprete interlinguistico e interculturale. Nel quinto capitolo il gesto vocale è descritto in una prospettiva anatomo-fisiologica, con un’analisi dei vari sistemi che costituiscono l’apparato pneumofonoarticolatorio preposto all’atto della fonazione. Infine, l’elaborato si chiude con i punti di vista di un’ex donatrice di voce, della professoressa di Tecniche di Presentazione Orale della Scuola di Lingue e Letterature, Traduzione e Interpretazione di Forlì, e di un utente non vedente di audiolibri, raccolti dalla loro viva voce attraverso delle interviste che hanno l’obiettivo di dare un riscontro reale a quanto affermato teoricamente nel corso della disamina.
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La letteratura per l’infanzia è un mondo ancora poco esplorato e studiato e ciò è particolarmente vero per quelle culture erroneamente considerate molto lontane dalla nostra. È un campo estremamente delicato su cui lavorare in quanto i libri per i bambini hanno, oltre a intrattenerli, lo scopo di educarli e dare loro delle linee guida durante tutto il periodo di crescita. La presente tesi si propone di fornire una traduzione verso l’italiano di alcuni capitoli tratti dal romanzo per bambini Zhuizong Xiao Lüren 追踪小绿人 (Sulle tracce degli omini verdi) dello scrittore Jin Bo 金波 (1935). Il primo capitolo fornisce una descrizione, seppur breve, della letteratura per l’infanzia in Cina, in particolare a partire dagli anni ’70 a oggi. Il secondo capitolo presenta la proposta di traduzione di alcuni capitoli del romanzo e, infine, il terzo capitolo riguarda il relativo commento traduttologico.
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Con questo elaborato si è voluta fornire una panoramica generale dei comportamenti linguistici discriminatori ancora presenti nella lingua italiana dal punto di vista del genere. È stato innanzitutto esaminato il concetto di identità di genere ed è stato in seguito analizzato il suo rapporto con la lingua, includendo nel discorso anche le nuove identità di genere.
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Viviamo in un epoca di cambiamenti. Continuamente, giorno dopo giorno, il vecchio scompare per fare spazio al nuovo. La tecnologia permea sempre più in ogni aspetto della vita, conquistando le nostre abitudini, cambiando il nostro modo di vedere il mondo, e, in maniera inevitabile, il nostro modo di agire. L’essere umano ha da sempre cercato di concepire cose che ancora non ci sono, per cambiare la realtà e modellarla a suo piacimento. Si parte, quindi, da qualcosa che fin dalla nascita è dentro ognuno di noi, un desiderio che arde nell'animo umano, che si alimenta grazie al soffio dell’immaginazione e che non c’è modo di spegnere. L’innovazione porta novità. Resistere al cambiamento non è sempre facile, e se si cerca di ostacolarlo esso ti travolgerà. “Affrontare il cambiamento è come scalare una colata di fango giù per una collina” - esordisce in “The Innovator Dilemma”, Clayton M. Christensen - “Bisogna affrontare qualsiasi cosa per rimanere su di essa, e non appena ci si ferma per prendere fiato si viene seppelliti”. Si intuisce come il cambiamento tecnologico non solo sia di fondamentale evidenza nella vita di ognuno, ma come esso abbia cambiato e stia cambiando il modo di fare business. In questo umile lavoro si è voluto analizzare come certi tipi di innovazione abbiano il potere di cambiare tutto un sistema di riferimento sul quale prima l’impresa faceva affidamento. Sono le Disruptive Innovation – le innovazioni dirompenti – quelle innovazioni che ribaltano un modello di business, il modo di vedere un prodotto, la logica dietro a certe operations aziendali, che seppur sembrassero solide, si sgretolano scontrandosi con innovazioni così forti. Vi è poi una domanda critica a cui si è cercato di rispondere. Si può fare Disruptive Marketing? Alcuni esempi virtuosi ci mostrano come si possa attuare una strategia di questo genere, e come si possa “comprendere, creare, comunicare e distribuire valore” in modo innovativo.
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La tesi si occupa dello studio di affioramenti ofiolitici lungo la Valle del Sillaro (Castel S. Pietro Terme, BO) all’altezza della località Villa di Sassonero. Le rocce sono state campionate in sito per essere poi analizzate in laboratorio con diverse tecniche: osservazioni delle sezioni sottili e microanalisi al SEM (microscopio elettronico a scansione). Sono stati raccolti un totale di otto campioni. Da questi si sono ricavate sette sezioni sottili ed una sezione lucida. Ognuno di questi campioni si è dimostrato molto alterato e tettonizzato, cosa prevedibile già dal rilevamento in campagna dato che la maggior parte delle rocce campionate tendevano molto facilmente a sgretolarsi. Le rocce si sono dimostrate essere brecce, serpentiniti e basalti. Osservando le sezioni sottili si è potuto notare che alcuni campioni risultavano completamente impregnati di calcite, in altri i minerali originali (come le olivine e i pirosseni) sono stati totalmente sostituiti e di loro restano a malapena pochi relitti, in altri ancora era presente una diffusa ossidazione. Dalla microanalisi della sezione di un basalto è emersa la completa albitizzazione dei plagioclasi ed è stata stabilita la natura fondamentalmente augitica dei pirosseni.