787 resultados para Spazio, architettura
Resumo:
La suddivisione in aree assistenziali per intensità di cura e non in reparti e unità operative, consente al personale medico e sanitario una migliore gestione del paziente, ponendolo al centro del suo percorso di cura, evitando dispersioni, sprechi di tempo, di spazio, di risorse e consentendo una ottimizzazione del proprio lavoro. I settori su cui questo elaborato tende a focalizzarsi maggiormente, sono le aree a media e bassa intensità. Tali aree ospitano pazienti i quali necessitano di monitoraggio dei propri parametri fisiologici vitali, ma non in modo invasivo e costante come al contrario avviene in aree assistenziali ad intensità più alta. Si tratterà in particolare di quali dispositivi sono i più adatti per essere impiegati all’interno di tali aree. Si vuole sottolineare l’importanza della “modularità” di questi dispositivi, ovvero la possibilità di rilevare solo ed esclusivamente i parametri che realmente servono al medico per comprendere il quadro clinico del paziente in fase di stabilizzazione. I dati rilevati vengono poi generalmente trasmessi a un accentratore attraverso Bluetooth o altri standard a corto raggio. La cartella clinica del paziente viene aggiornata automaticamente e il personale sanitario può accedere in qualsiasi momento allo storico dei dati, ottimizzando il proprio lavoro. Per descrivere lo stato dell’arte dei dispositivi ne vengono riportati due esempi: Win@Hospital dell’azienda pisana Winmedical e EverOn dell’azienda israeliana EarlySense. L’integrazione dei dati medicali di questi dispositivi, così come per tutte le apparecchiature biomedicali presenti all’interno degli ospedali, avviene per mezzo di standard quali HL7 e sulla base di profili di integrazione definiti da IHE.
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L'elaborato descrive la realizzazione di una piattaforma e software relativo, per testare i componenti di una ruota di momento.
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Il Golfo di Taranto è una baia storica all’interno del Mar Ionio Settentrionale, Mar Mediterraneo Orientale. Sebbene il Mar Mediterraneo rappresenti meno dell’1% della superficie oceanica, presenta un alto livello di diversità biologica e si inserisce tra i primi 25 Biodiversity Hot Spot a livello globale. Esso purtroppo è anche uno dei bacini più antropizzati del mondo; tali pressioni mettono a serio rischio la conservazione di numerose specie, tra cui i Cetacei. Attualmente non sono presenti lavori riportanti dati di abbondanza dei Cetacei nel Golfo di Taranto: la mia ricerca vuole contribuire a colmare questo vuoto conoscitivo ed aggiungere nuove conoscenze sull’abbondanza dei Cetacei nel Mar Mediterraneo. Le aree di studio prese in esame si trovano nel Golfo di Taranto, sono contigue ed hanno la stessa superficie. Utilizzando il metodo del transetto lineare ed il software Distance 6.0 è stato possibile, raccogliere i dati di abbondanza dei delfinidi Stenella coeruleoalba e Truncatus truncatus ed analizzarli, ottenendo delle stime di abbondanza da confrontare con la serie storica disponibile (2009-2014). L’utilizzo del metodo del Distance Sampling, applicato per la prima volta nel Golfo di Taranto, è stato fondamentale perché ha permesso di colmare una lacuna conoscitiva sulla consistenza numerica associata alla nota presenza dei Cetacei nel Mar Ionio Settentrionale. I risultati ottenuti hanno reso possibile il confronto delle stime di abbondanza ottenute nel Golfo di Taranto con quelle del bacino ligure-corso-provenzale del Mediterraneo (Santuario Pelagos). Infatti è stato possibile rilevare che S. coeruleoalba presenta abbondanze generalmente inferiori ed un trend in diminuzione nel Santuario Pelagos, in netto contrasto con le maggiori abbondanze ed il trend in incremento evidenziato nel Golfo di Taranto e sintetizzato in questa tesi. Si evince, quindi la massima urgenza nell’implementare lo studio nel Golfo di Taranto, laddove la presenza di differenti specie di Cetacei e le stime di abbondanza di S. coeruleoalba e T. truncatus evidenziano la necessità di interventi di gestione finalizzati alla conservazione del patrimonio di diversità biologica del Mediterraneo.
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Con l’evoluzione dei social network e degli strumenti del 2.0 (blog, wiki, forum), internet si avvia verso nuove forme di business cui artigiani e pmi possono sfruttare per nuove opportunità, unendo social network e e-commerce e capire come si è evoluto il processo di creazione e finanziamento di un prodotto. La tesi è un viaggio per scoprire quali sono queste nuove opportunità per chi pratica artigianato a livello locale, e come è cambiata la figura stessa dell’artigiano, tra questi un nuovo movimento chiamato makers, che sfruttano i nuovi strumenti, tra cui anche mezzi rivoluzionari come la stampante 3D ora accessibile a tutti per creare oggetti e nuove idee. Sarà necessario capire quali sono le vetrine online dove e come poter vendere i nostri prodotti e profilare attraverso una segmentazione l’utente medio che già utilizza il social-commerce. In seguito si tratta il caso empirico di una start-up italiana, Blomming, una dei primi a differenziarsi dagli altri marketplace più famosi come contenitore adatto ad artigiani, ma non solo. Si seguiranno le varie fasi di crescita da un’idea, introduzione nel mercato fino alla direzione a cui si sta avviando con le ultime novità effettuando un’analisi dei rischi. Infine per capire tendenze e storie di chi sta già usando queste piattaforme è stato necessario fare un profilo dell’artigiano fai-da-te medio intervistando, e successivamente creando grafici, 100 artigiani che già vendono online.
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I sistemi software nati dall'esigenza di supportare agevolmente ed efficacemente il lavoro cooperativo, in particolare quelli orientati al supporto di azioni di soccorso in scenari di emergenza, appaiono tutt'ora fortemente limitati e frammentati. In molti casi vengono affrontate solamente specifiche dimensioni del problema complessivo, anche se il livello al quale è giunto lo sviluppo tecnologico e i risultati osservati in ambito di ricerca permettono di delineare soluzioni complete e significative per l'impiego in ambiti reali. Tale tipologia di sistemi è stata scelta per il grande interesse che desta sia dal punto di vista accademico, essendo costituita da molteplici sotto--sistemi spesso eterogenei che debbono necessariamente interagire e supportare l'azione umana, sia dal punto di vista industriale, interpretando la necessità crescente di iniettare nel maggior numero possibile di livelli sociali la forte dipendenza (il supporto allo stesso tempo) dalle scienze tecnologiche ed informatiche, per rafforzare e talvolta estendere le possibilità dell'essere umano in quanto tale. Dopo una prima fase in cui verrà delineato un quadro concettuale piuttosto dettagliato circa i principali elementi e problematiche che caratterizzano la classe di sistemi considerati, sarà dato spazio alla validazione di tali principi e considerazioni emerse, confrontandosi con la progettazione e sviluppo in forma prototipale di un sotto--sistema relativo ad un caso di studio reale, significativo per l'ambito di applicazione, nato dalla collaborazione con l'Università degli Studi di Bologna di un'azienda della regione Emilia--Romagna. Il sistema software realizzato vuole essere innanzi tutto la risposta alle esigenze emerse nel caso di studio trattato, in modo tale da potersi sostituire agli attuali limitati supporti alla cooperazione, ma anche un esperimento che possa essere considerato un artefatto centrale da utilizzare come base di conoscenza condivisa, in cui vengano fattorizzati i concetti e meccanismi chiave, fondamentali per sviluppi futuri.
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Le patologie croniche quali nefropatie, obesità, cardiopatie e diabete, nelle prime fasi del loro sviluppo sono asintomatiche. È stato realizzato un'applicativo web, denominato Viewpoint, in grado di prevedere l'insorgenza dell'insufficienza renale cronica, a partire dai risultati delle analisi di laboratorio, per poter applicare un'azione di prevenzione sui pazienti. Il sistema si avvale di risorse REST e utilizza l'architettura EJB. In particolare, è stata curata la sezione analitica, in grado di visualizzare dati aggregati ed effettuare analisi what-if sul numero dei pazienti e sulle risorse dispensate dal SSN.
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Studio del coefficiente di resistenza aerodinamica, della potenza aerodinamica e del comportamento in caso di raffica di vento laterale, su un modello del restyling della vettura Astura, disegnato in SolidWorks. Attraverso le simulazioni in una galleria del vento fittizia realizzata in Flow Simulation si è ottenuta la resistenza aerodinamica del modello. Da questa è stato possibile ottenere il valore del coefficiente di resistenza e la potenza aerodinamica assorbita. Il coefficiente di resistenza è stato confrontato con quello di veicoli presenti sul mercato. Si è poi studiato il comportamento della vettura in caso di raffica laterale, ricorrendo all'ellisse di aderenza degli pneumatici e verificando che la stabilità con raffiche fino a 150 km/h non venga compromessa. Lo stesso stuido è stato fatto nel caso in cui si inizi una frenata sempre sotto l'influenza di una raffica laterale; si è visto che, al fine di non perdere aderenza, lo spazio di frenata deve aumentare. Si è quindi calcolato lo spazio minimo necessario per la frenata, in presenza di una raffica di 150 km/h, senza che si verifichi una perdita di aderenza.
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Partendo da uno studio preliminare riguardante le specifiche di progetto, è stato sviluppato un dispositivo di supporto statico atto all’ausilio di persone con deficit all’arto superiore. Il dispositivo è stato pensato per permettere il bloccaggio (sul piano o nello spazio) di una determinata categoria di oggetti, in modo da rendere possibile ai soggetti ai quali è indirizzato tutta una serie di mansioni, per loro altrimenti impossibili o comunque molto difficili da svolgere. Il dispositivo, completo di ogni sua parte, è stato disegnato al CAD, ne è stato spiegato il funzionamento qualitativo ed è stato sviluppato un modello matematico grazie al quale è possibile il calcolo di alcune variabili in gioco, in particolare del valore delle costanti elastiche delle molle presenti.
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Il progetto trova luogo a Bogotà, all’interno della griglia del tessuto urbano ed in un’area prossima al centro di fondazione. Asserisce la funzione di centro didattico-culturale, in quanto spazio per attività collettive, di reinserimento e di insegnamento. Sviluppato in accordo con il tema e lo studio del recinto, esso si compone di un importante elemento, il muro, all’interno del quale trovano luogo gli edifici componenti il centro.
Il progetto delle pavimentazioni stradali in materiale lapideo: il caso del centro storico di Modena
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Le vibrazioni indotte dal traffico costituiscono un problema diffuso a causa degli effetti indesiderati che possono generare a lungo termine sulle opere architettoniche e sulle persone. L’intensità di questi fenomeni dipende da numerosi fattori tra cui le caratteristiche dei veicoli (massa, tipo di sospensioni), le relative velocità, la regolarità del piano viabile, le proprietà del terreno di sottofondo, la struttura degli edifici esposti e, soprattutto, le caratteristiche meccaniche dei materiali costituenti la pavimentazione. Il problema è particolarmente sentito nei centri storici delle aree urbane per la presenza di edifici di grande valore artistico e per l’impiego di pavimentazioni di tipo lapideo, caratterizzate da numerose irregolarità di superficie: nasce, quindi, l’esigenza di individuare criteri progettuali e tecnologie costruttive mirati all’attenuazione di questi fenomeni indesiderati e nocivi. A tal fine la presente tesi prevede: • una prima parte, che descrive il centro storico di Modena a partire da un quadro generale storico-morfologico e di pianificazione urbanistica, con particolare attenzione alle tipologie di pavimentazioni stradali ad elementi lapidei e ai materiali tradizionalmente in uso nel territorio modenese; • una seconda parte, che presenta il caso di studio di Piazza Roma e il relativo progetto di recupero per la pedonalizzazione dello spazio pubblico tuttora in corso di realizzazione. Quest'ultimo è stato analizzato da un punto di vista non solo teorico-descrittivo, ma anche pratico-sperimentale, seguendo l’esecuzione dei lavori in cantiere in collaborazione con il Settore Manutenzione e Logistica del Comune di Modena; • una terza parte, relativa al problema delle vibrazioni indotte dal traffico sulle pavimentazioni stradali ad elementi lapidei. Il problema è stato affrontato in termini prima generali, descrivendo i meccanismi di generazione, propagazione e ricezione delle vibrazioni, gli effetti di danneggiamento che possono provocare sulle costruzioni circostanti, le più diffuse tipologie di intervento note in letteratura. Successivamente è stato considerato il caso di Piazza Roma e, partendo dalla rilevazione sperimentale del quadro vibratorio degli edifici adiacenti alla sede stradale, è stata valutata l’efficacia di alcune soluzioni progettuali ai fini della riqualificazione dello stato di fatto.
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1_analisi sul territorio della bassa pianura modenese nell'area compresa tra Bomporto e Camposanto 2_abaco dei criteri di intervento per la ricostruzione post sisma, diviso su tre livelli: infrastrutture, architettura e paesaggio 3_masterplan e progetto di un percorso ciclo-pedonale sull'argine del fiume Panaro (centro abitato, corti crollate, corti produttivamente attive, sistema di edifici crollati, conservati e riconvertiti, interruzione del percorso, mitigazione delle infrastrutture, stazione ferroviaria)
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Megalopoli Bogotà si è svelata una realtà articolata e complessa, ricca di contraddizioni che convivono in un'apparente armonia. Le difformità di situazioni legate alla città sono causa ed effetto di una sorta di dualismo urbano in cui ogni aspetto sembra trovare la sua ragione nella propria antitesi. La stessa contraddizione è stata letta nel tessuto urbano in cui il rigido schema a griglia, proprio delle fondazioni coloniali, si è mostrato irregolare a fronte di limiti topografici del territorio, di espansioni urbane incontrollate, e di realtà intrinseche proprie di isole urbane. Questo è stato il punto di partenza per la comprensione della realtà urbana, ed attraverso una ricerca che è, mano a mano, scesa di scala, si è tentato di interpretare e risolvere le criticità emerse. A partire da queste considerazioni si è configurato un metaprogetto con la volontà di ricucire la struttura urbana interrotta, attraverso un sistema di segni urbani, in cui l'identità della griglia è stata adottata come principio per la ricomposizione delle parti. Grazie al conoscimento della città è stato possibile identificare un'area di studio, nel punto di convergenza dei vari tessuti è emerso un settore che non ha saputo, o potuto, rispondere all'esigenza di riconnettere le diverse parti, sfuggendo così alla struttura urbana e presentandosi come elemento di negazione della griglia. Grazie allo svoglimento della tesi all'estero è stato possibile comprendere, tramite una ricerca svolta in archivio, come l'area si fosse configurata nel tempo, e tramite ripetuti sopraluoghi percepire peculiarità e criticità del luogo; infine, la presenza della Piazza di Mercato Paloquemao, elemento emblematico a livello sia urbano sia sociale, ha condotto la ricerca sino allo studio dello spazio pubblico nella città. Si è giunti, in questo percorso, alla progettazione di una nuova centralità per l'area, in supporto all'esistente Piazza di Mercato, con l'ambizione di poter risolvere le problematiche di un luogo costituito da convergenze urbane.
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Tra le numerose tecnologie che impiegano l'energia solare per la produzione di elettricità una tra le più promettenti è quella degli impianti a Central Receiving System (CRS). Tale sistema consiste in un campo di specchi altamente riflettenti, detti eliostati, che concentrano la radiazione solare su una superficie assorbente posizionata in cima a una torre. La quantità di radiazione concentrabile da un sistema CRS, e quindi l'energia effettivamente prodotta, dipende in maniera cruciale dalla precisione del puntamento degli eliostati. I sistemi attualmente disponibili sono in grado di ottenere un'alta effcienza ma necessitano di componenti meccanici ad alto costo, che siano in grado di ottenere precisioni di puntamento molto elevate. Le molte sorgenti di errore presenti nel sistema possono però portare a un decremento significativo di tale efficienza. Alcuni di questi errori (tolleranze meccaniche dell'installazione, agenti atmosferici) possono essere compensati mediante opportuni sistemi di controllo ad anello chiuso. Il risultato è di aumentare il potere di concentrazione dell'impianto, riducendo al contempo i costi, vista la possibilità di utilizzo di componenti meccanici meno precisi. Questa tesi si propone di sviluppare un sistema di controllo a basso costo in retroazione per orientare nello spazio tridimensionale un eliostato. Tale sistema deve essere in grado di soddisfare le specifiche sulla precisione di puntamento fornite dalla modellistica degli impianti CRS. Sono illustrati i metodi per ottenere le quantità necessarie a determinare l'orientazione da misure statiche di accelerazione e campo magnetico.Sono stati esaminati i modelli teorici di accelerometri e magnetometri e le procedure, presenti nella letteratura, per una loro corretta calibrazione. Si sono quindi confrontate le prestazioni delle differenti calibrazioni in una misura con un sensore reale. Si è valutato l'impatto di vari tipi di filtraggio digitale nel diminuire l'incertezza di determinazione degli angoli caratteristici fino ai valori forniti dalle specifiche.
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Oggetto di questa tesi è stato quello di investigare il consumo di acqua sostenibile in un’organizzazione complessa come è l’Università di Bologna, con particolare riferimento alla realtà della Scuola di Ingegneria ed Architettura di via Terracini. Successivamente viene analizzato l’approccio della transizione, che comprende modalità e strumenti con cui si realizza il cambiamento all’interno della struttura sociale. Tra questi emerge il modello di cambiamento proposto dalla teoria di Transition Management, che sottolinea il ruolo fondamentale svolto dagli esperimenti di transizione nella realizzazione del cambiamento.Viene perciò proposta la teoria del Project management come vero e proprio strumento con il quale analizzare il progetto "Casa dell'acqua".
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Il presente lavoro di tesi si colloca nell’ambito dell’analisi del rischio di contaminazione ambientale dovuto ad incidenti rilevanti, facendo particolare riferimento a due metodologie per la stima di tale rischio. La prima è una metodologia ad indici proposta dal Gruppo di Lavoro misto APAT/ARPA/CNVVF, tramite la quale è possibile compiere un primo livello di analisi, detto anche IRA-Initial Risk Assessment: l’obiettivo principale del metodo ad indici sopra citato è quello di individuare situazioni critiche per il suolo e sottosuolo in riferimento alla possibilità di contaminazione da parte di liquidi idrocarburici. La seconda procedura riguarda, invece, una valutazione avanzata del rischio ambientale, detta anche ARA-Advanced Risk Assessment: quest’ultima, applicata solo nel caso in cui l’analisi di primo livello abbia evidenziato situazioni critiche, viene realizzata tipicamente tramite software specifici, in grado di simulare sia nello spazio che nel tempo i fenomeni di migrazione della contaminazione nel sottosuolo. Nell’ambito del lavoro di tesi è stata eseguita per un deposito costiero di liquidi idrocarburici una valutazione del rischio ambientale sia di primo livello (IRA, tramite l’applicazione del metodo ad indici), sia di livello avanzato (ARA, tramite il software HSSM). I risultati ottenuti nei due casi risultano in ottimo accordo. La tesi è organizzata in 7 capitoli. Il Capitolo 1, che ha carattere introduttivo, illustra il concetto di rischio di incidente rilevante e si concentra sull’impatto che gli incidenti rilevanti possono avere sull’ambiente, come emerge chiaramente dall’analisi delle banche dati incidentali. Il Capitolo 2 fornisce una mappatura degli stabilimenti a rischio di incidente rilevante in Italia. Il Capitolo 3 illustra il metodo ad indici ed il Capitolo 4 riporta le caratteristiche del software HSSM. Il Capitolo 5 contiene la descrizione del caso di studio analizzato, fornendo tutti gli elementi utili ai fini dell’applicazioni delle metodologie di analisi del rischio: pertanto esso contiene la descrizione sia delle principali proprietà impiantistiche del deposito e degli scenari incidentali che in esse possono verificarsi, sia delle proprietà idrogeologiche del terreno su cui sorge il sito. Il Capitolo 6 riporta in modo ampio e documentato i risultati ottenuti dall'applicazione delle metodologie di valutazione del rischio al caso di studio. Il Capitolo 7 infine contiene alcune considerazioni finali.