2 resultados para social reality
em AMS Tesi di Dottorato - Alm@DL - Università di Bologna
Resumo:
The notion of commodification is a fascinating one. It entails many facets, ranging from subjective debates on desirability of commodification to in depth economic analyses of objects of value and their corresponding markets. Commodity theory is therefore not just defined by a single debate, but spans a plethora of different discussions. This thesis maps and situates those theories and debates and selects one specific strain to investigate further. This thesis argues that commodity theory in its optima forma deals with the investigation into what sets commodities apart from non-commodities. It proceeds to examine the many given answers to this question by scholars ranging from the mid 1800’s to the late 2000’s. Ultimately, commodification is defined as a process in which an object becomes an element of the total wealth of societies in which the capitalist mode of production prevails. In doing so, objects must meet observables, or indicia, of commodification provided by commodity theories. Problems arise when objects are clearly part of the total wealth in societies without meeting established commodity indicia. In such cases, objects are part of the total wealth of a society without counting as a commodity. This thesis examines this phenomenon in relation to the novel commodities of audiences and data. It explains how these non-commodities (according to classical theories) are still essential elements of industry. The thesis then takes a deep dive into commodity theory using the theory on the construction of social reality by John Searle.
Resumo:
La tesi si è consolidata nell’analisi dell’impatto dei social networks nella costruzione dello spazio pubblico, nella sfera di osservazione che è la rete e il web2.0. Osservando che il paradigma della società civile si sia modificato. Ridefinendo immagini e immaginari e forme di autorappresentazione sui new media (Castells, 2010). Nel presupposto che lo spazio pubblico “non è mai una realtà precostituita” (Innerarity, 2008) ma si muove all’interno di reti che generano e garantiscono socievolezza. Nell’obiettivo di capire cosa è spazio pubblico. Civic engagement che si rafforza in spazi simbolici (Sassen, 2008), nodi d’incontro significativi. Ivi cittadini-consumatori avanzano corresponsabilmente le proprie istanze per la debacle nei governi.. Cultura partecipativa che prende mossa da un nuovo senso civico mediato che si esprime nelle “virtù” del consumo critico. Portando la politica sul mercato. Cultura civica autoattualizzata alla ricerca di soluzioni alle crisi degli ultimi anni. Potere di una comunicazione che riduce il mondo ad un “villaggio globale” e mettono in relazione i pubblici connessi in spazi e tempi differenti, dando origine ad azioni collettive come nel caso degli Indignados, di Occupy Wall Street o di Rai per una notte. Emerge un (ri)pensare la citizenship secondo due paradigmi (Bennett,2008): l’uno orientato al governo attraverso i partiti, modello “Dutiful Citizenship”; l’altro, modello “Self Actualizing Citizenship” per cui i pubblici attivi seguono news ed eventi, percepiscono un minor obbligo nel governo, il voto è meno significativo per (s)fiducia nei media e nei politici. Mercato e società civile si muovono per il bene comune e una nuova “felicità”. La partecipazione si costituisce in consumerismo politico all’interno di reti in cui si sviluppano azioni individuali attraverso il social networking e scelte di consumo responsabile. Partendo dall’etnografia digitale, si è definito il modello “4 C”: Conoscenza > Coadesione > Co-partecipazione > Corresposabilità (azioni collettive) > Cultura-bility.