3 resultados para political violence

em AMS Tesi di Dottorato - Alm@DL - Università di Bologna


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Il lavoro si propone come un’indagine sulla letteratura italiana del primo decennio del XXI secolo, in una prospettiva non di semplice ricognizione ma di individuazione di linee interpretative capaci di ripercorrere un archivio di materiali molto vasto e non ancora chiuso. La prima parte affronta questioni relative a condizioni produttive, ricezione e valutazione critica della letteratura contemporanea. Il primo capitolo è dedicato alla discussione di problemi relativi allo studio della narrativa italiana del XXI secolo a partire dalla definizione utilizzata per riferirsi ad essa, quella di “anni zero”. Il secondo capitolo situa la narrativa contemporanea nelle linee di sviluppo della letteratura italiana degli ultimi trent’anni, a partire da un mutamento del rapporto dello scrittore con la tradizione umanistica che risale all’inizio degli anni ottanta. Il terzo capitolo approfondisce uno dei generi maggiormente praticati: il romanzo storico. Considerato negli anni ottanta e novanta un genere d'evasione e intrattenimento, negli anni zero è divenuto veicolo di punti di vista critici nei confronti delle narrazioni dominanti. La seconda parte è dedicata all’approfondimento di romanzi che raccontano, da un’ottica non testimoniale, gli anni settanta italiani, periodo complesso non solo sul piano evenemenziale, ma anche su quello della rielaborazione artistica. I romanzi su cui si concentra l’indagine offrono un racconto degli anni settanta italiani a partire da un’idea di storia plurale, ricostruita attraverso una molteplicità di voci, che muta a seconda della prospettiva da cui viene affrontata. Le storie false dei romanzi sugli anni settanta non chiedono di essere lette come vere, ma dicono comunque qualcosa di vero sulle modalità attraverso le quali si va costruendo il rapporto con il passato recente, nel più ampio contesto dei percorsi della letteratura italiana di inizio millennio, tra spinte che vanno nella direzione del mantenimento dell’autonomia da parte degli autori e pressioni del mercato editoriale.

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Degli anni Settanta si parla, ormai quasi canonicamente, come gli anni della crisi, una crisi che compare quasi simultaneamente fuori e dentro i confini nazionali, e si configura come vera e propria crisi di sistema. Considerando il turning point rappresentato dai Seventies, è diffusa l'interpretazione nel contesto italiano del paradigma politologico secondo il quale è nella mancanza e nelle assenze del sistema politico-istituzionale alle domande di modernizzazione democratica provenienti dalle soggettività che emergono in quella che è stata definita la “stagione dei movimenti” che andrebbero individuate le radici prima della scelta della violenza come strumento di lotta politica e poi del cosiddetto “riflusso”. Questo studio cerca di analizzare le dinamiche e gli sviluppi nella relazione tra movimento femminista e violenza politica in Italia tra anni settanta e anni ottanta. Per comprendere ed analizzare le dinamiche di tale sviluppo è stato necessario prima ricostruire la genealogia del concetto di violenza politica elaborato dalla filosofia politica nel XX secolo e poi confrontarlo con il concetto di violenza proposto dal pensiero femminista nello stesso arco temporale. Allo stesso tempo si è considerato il fenomeno della violenza politicamente motivata agita nel decennio settanta, analizzando le specificità del femminismo stesso, ma anche, la possibilità di individuare lo scarto – politico, ideologico e esistenziale – tra le definizioni date dalla pratica femminista alla categoria di violenza e le peculiarità degli altri movimenti che si muovevano nella scena politica e sociale tra anni settanta e anni ottanta

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In Sub-Saharan Africa, non-democratic events, like civil wars and coup d'etat, destroy economic development. This study investigates both domestic and spatial effects on the likelihood of civil wars and coup d'etat. To civil wars, an increase of income growth is one of common research conclusions to stop wars. This study adds a concern on ethnic fractionalization. IV-2SLS is applied to overcome causality problem. The findings document that income growth is significant to reduce number and degree of violence in high ethnic fractionalized countries, otherwise they are trade-off. Income growth reduces amount of wars, but increases its violent level, in the countries with few large ethnic groups. Promoting growth should consider ethnic composition. This study also investigates the clustering and contagion of civil wars using spatial panel data models. Onset, incidence and end of civil conflicts spread across the network of neighboring countries while peace, the end of conflicts, diffuse only with the nearest neighbor. There is an evidence of indirect links from neighboring income growth, without too much inequality, to reduce the likelihood of civil wars. To coup d'etat, this study revisits its diffusion for both all types of coups and only successful ones. The results find an existence of both domestic and spatial determinants in different periods. Domestic income growth plays major role to reduce the likelihood of coup before cold war ends, while spatial effects do negative afterward. Results on probability to succeed coup are similar. After cold war ends, international organisations seriously promote democracy with pressure against coup d'etat, and it seems to be effective. In sum, this study indicates the role of domestic ethnic fractionalization and the spread of neighboring effects to the likelihood of non-democratic events in a country. Policy implementation should concern these factors.