2 resultados para moral judgment weighing tool
em AMS Tesi di Dottorato - Alm@DL - Università di Bologna
Resumo:
The question of how we make, and how we should make judgments and decisions has occupied thinkers for many centuries. This thesis has the aim to add new evidences to clarify the brain’s mechanisms for decisions. The cognitive and the emotional processes of social actions and decisions are investigated with the aim to understand which brain areas are mostly involved. Four experimental studies are presented. A specific kind of population is involved in the first study (as well as in study III) concerning patients with lesion of ventromedial prefrontal cortex (vmPFC). This region is collocated in the ventral surface of frontal lobe, and it seems have an important role in social and moral decision in forecasting the negative emotional consequences of choice. In study I, it is examined whether emotions, specifically social emotions subserved by the vmPFC, affect people’s willingness to trust others. In study II is observed how incidental emotions could encourage trusting behaviour, especially when individuals are not aware of emotive stimulation. Study III has the aim to gather a direct psychophysiological evidence, both in healthy and neurologically impaired individuals, that emotions are crucially involved in shaping moral judgment, by preventing moral violations. Study IV explores how the moral meaning of a decision and its subsequent action can modulate the basic component of action such as sense of agency.
Resumo:
Nella tesi si osserva come nella cultura russa cambiava l’immagine di Roma. Se ancora alla fine del settecento l’antichità romana poteva risultare solamente uno strumento retorico-filologico da utilizzare per fare il proprio discorso più convincente, la generazione dei decabristi la stessa antica romanità la accostava alla cultura e storia russe tramite gli elevati ideali civici. La romanità ora risultava uno strumento di analisi della esperienza storica e politica della Russia anche nel contesto europeo. Da qui nasceva una serie di modelli russi legati all’antica Roma: il Catone di Radiscev, il Bruto dei decabristi, ecc. Vi attingeva generosamente anche una corrente di lirica russo-antica con i suoi ricchi riferimenti agli autori classici, Ovidio, Tacito, Orazio. Nasceva così una specie di Roma antica russa che viveva secondo le sue regole etiche ed estetiche. Con il fallimento dell’esperienza decabrista cambia anche l’approccio alle antichità: ci si distacca dalla visione storico-morale dell’antico, Roma non è più una categoria da emulare, ma una storia a sé stante e chiusa in sé stessa come ogni periodo storico. Essa smette di essere un criterio universale di giudizio etico e morale. Allo stesso tempo, una parte integrante della cultura russa all’epoca era il viaggio a Roma. I russi cresciuti con interesse e amore verso la Roma antica, impazienti ed emozionati, desideravano ora di vedere quella patria dei classici. Era come se fosse un appuntamento fra gli amici di vecchia data. Si affrettava a verificare di persona le muse di storia e di poesia. E con tutto questo si imparavano ad amare tutti i defetti della Roma reale, spesso inospitale, la Roma del dolore e della fatica. La voce importante nel racconto romano dei russi era anche la Roma del cristianesimo, dove ritrovare e ricoprire la propria “anima cristiana”.