2 resultados para internalizing

em AMS Tesi di Dottorato - Alm@DL - Università di Bologna


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Scopo del nostro lavoro è stato descrivere ed inquadrare gli aspetti psico-comportamentali e la qualità di vita della narcolessia in età evolutiva. Metodi: Abbiamo pertanto disegnato uno studio caso-controllo comprendente 30 pazienti narcolettici, 39 epilettici, e 39 controlli sani, appaiati per sesso e età. Risultati: La nostra popolazione di bambini e adolescenti affetti da narcolessia mostra un aumento delle problematiche internalizzanti. I due gruppi patologici hanno in comune punteggi più elevati rispetto ai controlli per i disturbi d’ansia, le difficoltà attentive e di socializzazione, i disturbi oppositivo-provocatori. Ciò che distingue, invece, i pazienti narcolettici, sono gli aspetti di ritiro e depressione, la tendenza alla somatizzazione, i problemi del pensiero ed i disturbi affettivi. Fattori di rischio psicopatologici per i giovani narcolettici sono risultati essere l’esordio precoce, il ritardo diagnostico, il sonno notturno disturbato, la minor latenza di sonno all’addormentamento, un maggior numero di SOREMP all’MSLT. Dall’altro lato la terapia farmacologica, un maggior numero di sonnellini spontanei e la durata di malattia, sembrano influenzare positivamente l’evoluzione comportamentale. La salute psicosociale dei giovani narcolettici, inoltre, risulta essere peggiore rispetto ai controlli sani, mentre la salute fisica non mostra differenze. I problemi internalizzanti influenzano negativamente tutti gli ambiti della salute di questi ragazzi, mentre la durata di malattia sembra migliorare il funzionamento scolastico. Conclusioni: Il nostro lavoro conferma che i giovani narcolettici presentano un maggior rischio psicopatologico sia rispetto ai controlli sani sia rispetto un’altra patologia neurologica cronica. Se da un lato alcuni aspetti comportamentali possono essere giustificati come una reazione adattativa verso una patologia neurologica invalidante, dall’altro un quadro distimico caratterizzato da ritiro e lamentele somatiche, sembra essere tipico dei bambini ed adolescenti narcolettici.

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Emotional intelligence (EI) represents an attribute of contemporary attractiveness for the scientific psychology community. Of particular interest for the present thesis are the conundrum related to the representation of this construct conceptualized as a trait (i.e., trait EI), which are in turn reflected in the current lack of agreement upon its constituent elements, posing significant challenges to research and clinical progress. Trait EI is defined as an umbrella personality-alike construct reflecting emotion-related dispositions and self-perceptions. The Trait Emotional Intelligence Questionnaire (TEIQue) was chosen as main measure, given its strong theoretical and psychometrical basis, including superior predictive validity when compared to other trait EI measures. Studies 1 and 2 aimed at validating the Italian 153-items forms of the TEIQue devoted to adolescents and adults. Analyses were done to investigate the structure of the questionnaire, its internal consistencies and gender differences at the facets, factor, and global level of both versions. Despite some low reliabilities, results from Studies 1 and 2 confirm the four-factor structure of the TEIQue. Study 3 investigated the utility of trait EI in a sample of adolescents over internalizing conditions (i.e., symptoms of anxiety and depression) and academic performance (grades at math and Italian language/literacy). Beyond trait EI, concurrent effects of demographic variables, higher order personality dimensions and non-verbal cognitive ability were controlled for. Study 4a and Study 4b addressed analogue research questions, through a meta-analysis and new data in on adults. In the latter case, effects of demographics, emotion regulation strategies, and the Big Five were controlled. Overall, these studies showed the incremental utility of the TEIQue in different domains beyond relevant predictors. Analyses performed at the level of the four-TEIQue factors consistently indicated that its predictive effects were mainly due to the factor Well-Being. Findings are discussed with reference to potential implication for theory and practice.