3 resultados para hellenistic

em AMS Tesi di Dottorato - Alm@DL - Università di Bologna


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Ancient pavements are composed of a variety of preparatory or foundation layers constituting the substrate, and of a layer of tesserae, pebbles or marble slabs forming the surface of the floor. In other cases, the surface consists of a mortar layer beaten and polished. The term mosaic is associated with the presence of tesserae or pebbles, while the more general term pavement is used in all the cases. As past and modern excavations of ancient pavements demonstrated, all pavements do not necessarily display the stratigraphy of the substrate described in the ancient literary sources. In fact, the number and thickness of the preparatory layers, as well as the nature and the properties of their constituent materials, are often varying in pavements which are placed either in different sites or in different buildings within a same site or even in a same building. For such a reason, an investigation that takes account of the whole structure of the pavement is important when studying the archaeological context of the site where it is placed, when designing materials to be used for its maintenance and restoration, when documenting it and when presenting it to public. Five case studies represented by archaeological sites containing floor mosaics and other kind of pavements, dated to the Hellenistic and the Roman period, have been investigated by means of in situ and laboratory analyses. The results indicated that the characteristics of the studied pavements, namely the number and the thickness of the preparatory layers, and the properties of the mortars constituting them, vary according to the ancient use of the room where the pavements are placed and to the type of surface upon which they were built. The study contributed to the understanding of the function and the technology of the pavements’ substrate and to the characterization of its constituent materials. Furthermore, the research underlined the importance of the investigation of the whole structure of the pavement, included the foundation surface, in the interpretation of the archaeological context where it is located. A series of practical applications of the results of the research, in the designing of repair mortars for pavements, in the documentation of ancient pavements in the conservation practice, and in the presentation to public in situ and in museums of ancient pavements, have been suggested.

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Il ritrovamento della Casa dei due peristili a Phoinike ha aperto la strada a un’intensa opera di revisione di tutti i dati relativi all’edilizia domestica nella regione, con studi comparativi verso nord (Illiria meridionale) e verso sud (il resto dell’Epiro, ovvero Tesprozia e Molossia). Tutta quest’area della Grecia nord-occidentale è stata caratterizzata nell’antichità da un’urbanizzazione scarsa numericamente e tardiva cronologicamente (non prima del IV sec. a.C.), a parte ovviamente le colonie corinzio-corciresi di area Adriatico- Ionica d’età arcaica (come Ambracia, Apollonia, Epidamnos). A un’urbanistica di tipo razionale e programmato (ad es. Cassope, Orraon, Gitani in Tesprozia, Antigonea in Caonia) si associano numerosi casi di abitati cresciuti soprattutto in rapporto alla natura del suolo, spesso diseguale e montagnoso (ad es. Dymokastro/Elina in Tesprozia, Çuka e Aitoit nella Kestrine), talora semplici villaggi fortificati, privi di una vera fisionomia urbana. D’altro canto il concetto classico di polis così come lo impieghiamo normalmente per la Grecia centro-meridionale non ha valore qui, in uno stato di tipo federale e dominato dall’economia del pascolo e della selva. In questo contesto l’edilizia domestica assume caratteri differenti fra IV e I sec. a.C.: da un lato le città ortogonali ripetono schemi egualitari con poche eccezioni, soprattutto alle origini (IV sec. a.C., come a Cassope e forse a Gitani), dall’altro si delinea una spiccata differenziazione a partire dal III sec., quando si adottano modelli architettonici differenti, come i peristili, indizio di una più forte differenziazione sociale (esemplari i casi di Antigonea e anche di Byllis in Illiria meridionale). I centri minori e fortificati d’altura impiegano formule abitative più semplici, che sfruttano l’articolazione del terreno roccioso per realizzare abitazioni a quote differenti, utilizzando la roccia naturale anche come pareti o pavimenti dei vani.

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Il paesaggio sacro dell'Epiro al di fuori dei centri di fondazione coloniale si caratterizza per una grande uniformità, determinata dall'esclusiva adozione delle forme templari non periptere. La ricerca si concentra sugli aspetti propriamente architettonici (planimetrici, tecnico-costruttivi, decorativi e formali) e sulle articolazioni funzionali dell'edilizia di culto regionale, troppo spesso trascurati nella storia degli studi a vantaggio di altre dimensioni dello spazio santuariale come quella religiosa o politico-istituzionale.