65 resultados para funzioni armoniche formule di media principio del massimo e del minimo forte e debole disuguaglianza di Harnack teorema di Louiville funzione di Green formula integrale di Poisson

em AMS Tesi di Dottorato - Alm@DL - Università di Bologna


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La ricerca oggetto di questa tesi, come si evince dal titolo stesso, volta alla riduzione dei consumi per vetture a forte carattere sportivo ed elevate prestazioni specifiche. In particolare, tutte le attivit descritte fanno riferimento ad un ben definito modello di vettura, ovvero la Maserati Quattroporte. Lo scenario allinterno del quale questo lavoro si inquadra, quello di una forte spinta alla riduzione dei cosiddetti gas serra, ossia dellanidride carbonica, in linea con quelle che sono le disposizioni dettate dal protocollo di Kyoto. La necessit di ridurre limmissione in atmosfera di CO2 sta condizionando tutti i settori della societ: dal riscaldamento degli edifici privati a quello degli stabilimenti industriali, dalla generazione di energia ai processi produttivi in senso lato. Nellambito di questo panorama, chiaramente, sono chiamati ad uno sforzo considerevole i costruttori di automobili, alle quali imputata una percentuale considerevole dellanidride carbonica prodotta ogni giorno e riversata nellatmosfera. Al delicato problema inquinamento ne va aggiunto uno forse ancor pi contingente e diretto, legato a ragioni di carattere economico. I combustibili fossili, come tutti sanno, sono una fonte di energia non rinnovabile, la cui disponibilit legata a giacimenti situati in opportune zone del pianeta e non inesauribili. Per di pi, la situazione socio politica che il medio oriente sta affrontando, unita alla crescente domanda da parte di quei paesi in cui il processo di industrializzazione partito da poco a ritmi vertiginosi, hanno letteralmente fatto lievitare il prezzo del petrolio. A causa di ci, avere una vettura efficiente in senso lato e, quindi, a ridotti consumi, a tutti gli effetti un contenuto di prodotto apprezzato dal punto di vista del marketing, anche per i segmenti vettura pi alti. Nellambito di questa ricerca il problema dei consumi stato affrontato come una conseguenza del comportamento globale della vettura in termini di efficienza, valutando il miglior compromesso fra le diverse aree funzionali costituenti il veicolo. Una parte consistente del lavoro stata dedicata alla messa a punto di un modello di calcolo, attraverso il quale eseguire una serie di analisi di sensibilit sullinfluenza dei diversi parametri vettura sul consumo complessivo di carburante. Sulla base di tali indicazioni, stata proposta una modifica dei rapporti del cambio elettro-attuato con lo scopo di ottimizzare il compromesso tra consumi e prestazioni, senza inficiare considerevolmente queste ultime. La soluzione proposta stata effettivamente realizzata e provata su vettura, dando la possibilit di verificare i risultati ed operare unapprofondita attivit di correlazione del modello di calcolo per i consumi. Il beneficio ottenuto in termini di autonomia stato decisamente significativo con riferimento sia ai cicli di omologazione europei, che a quelli statunitensi. Sono state inoltre analizzate le ripercussioni dal punto di vista delle prestazioni ed anche in questo caso i numerosi dati rilevati hanno permesso di migliorare il livello di correlazione del modello di simulazione per le prestazioni. La vettura con la nuova rapportatura proposta stata poi confrontata con un prototipo di Maserati Quattroporte avente cambio automatico e convertitore di coppia. Questa ulteriore attivit ha permesso di valutare il differente comportamento tra le due soluzioni, sia in termini di consumo istantaneo, che di consumo complessivo rilevato durante le principali missioni su banco a rulli previste dalle normative. Lultima sezione del lavoro stata dedicata alla valutazione dellefficienza energetica del sistema vettura, intesa come resistenza allavanzamento incontrata durante il moto ad una determinata velocit. Sono state indagate sperimentalmente le curve di coast down della Quattroporte e di alcune concorrenti e sono stati proposti degli interventi volti alla riduzione del coefficiente di penetrazione aerodinamica, pur con il vincolo di non alterare lo stile vettura.

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La tesi della candidata presenta - attraverso lo studio della normativa e della giurisprudenza rilevanti in Italia, Francia e Germania unanalisi dell'ambito soggettivo di applicazione del diritto costituzionale d'asilo e del suo rapporto con il riconoscimento dello status di rifugiato ai sensi della Convenzione di Ginevra del 1951, nonch della sua interazione con le altre forme di protezione della persona previste dal diritto comunitario e dal sistema CEDU di salvaguardia dei diritti fondamentali. Dal breve itinerario comparatistico percorso, emerge una forte tendenza alla neutralizzazione dellasilo costituzionale ed alla sua sovrapposizione con la fattispecie del rifugio convenzionale quale carattere comune agli ordinamenti presi in esame, espressione di una consapevole scelta di politica del diritto altres volta ad assimilare la materia alla disciplina generale dellimmigrazione al fine di ridimensionarne le potenzialit espansive (si pensi alla latitudine delle formule costituzionali di cui agli artt. 10, co. 3 Cost. it. e 16a, co. 1 Grundgesetz) e di ricondurre l'asilo entro i tradizionali confini della discrezionalit amministrativa quale sovrana concessione dello Stato ospitante. L'esame delle fonti comunitarie di recente introduzione illumina lindagine: in particolare, la stessa Direttiva 2004/83CE sulla qualifica di rifugiato e sulla protezione sussidiaria consolida quanto stabilito dalle disposizioni convenzionali, ma ne estende la portata in modo significativo, recependo gli esiti della lunga evoluzione giurisprudenziale compiuta dalle corti nazionali e dal Giudice di Strasburgo nellinterpretazione del concetto di persecuzione (specialmente, in relazione allindividuazione delle azioni e degli agenti persecutori). Con riferimento al sistema giuridico italiano, la tesi si interroga sulle prospettive di attuazione del dettato dellart. 10, terzo comma della Costituzione, ed inoltre propone la disamina di alcuni istituti chiave dellattuale normativa in materia di asilo, attraverso cui si riscontrano importanti profili di incompatibilit con la natura di diritto fondamentale costituzionalmente tutelato, conferita al diritto di asilo dalla volont dei Costituenti e radicata nella ratio della norma stessa (il trattenimento del richiedente asilo; la procedura di esame della domanda, lonere probatorio e le cause ostative al suo accoglimento; leffettivit della tutela giurisdizionale). Le questioni pi problematiche ancora irrisolte investono proprio tali aspetti del procedimento - previsto per ottenere quello che alcuni atti europei, tra cui l'art. 18 della Carta di Nizza, definiscono right to asylum - come rivela la disciplina contenuta nella Direttiva 2005/85CE, recante norme minime per le procedure applicate negli Stati membri ai fini del riconoscimento e della revoca dello status di rifugiato. Infine, il fenomeno della esternalizzazione dei controlli compromette lo stesso accesso alle procedure, nella misura in cui rende "mobile" il confine territoriale dellarea Schengen (attraverso l'introduzione del criterio dello "Stato terzo sicuro", degli strumenti dell'esame preliminare delle domande e della detenzione amministrativa nei Paesi di transito, nonch per mezzo del presidio delle frontiere esterne), relegando il trattamento dei richiedenti asilo ad uno spazio in cui non sempre monitorabile l'effettivo rispetto del principio del non refoulement, degli obblighi internazionali relativi allaccoglienza dei profughi e delle clausole di determinazione dello Stato competente all'esame delle domande ai sensi del Regolamento n. 343/03, c.d. Dublino II (emblematico il caso del pattugliamento delle acque internazionali e dell'intercettazione delle navi prima del superamento dei confini territoriali). Questi delicati aspetti di criticit della disciplina procedimentale limitano il carattere innovativo delle recenti acquisizioni comunitarie sullambito di operativit delle nuove categorie definitorie introdotte (le qualifiche di rifugiato e di titolare di protezione sussidiaria e la complessa nozione di persecuzione, innanzitutto), richiedendo, pertanto, ladozione di un approccio sistemico piuttosto che analitico per poter rappresentare in modo consapevole le dinamiche che concretamente si producono a livello applicativo ed affrontare la questione nodale dell'efficienza dell'attuale sistema multilivello di protezione del richiedente asilo.

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Il tema generale di ricerca oggetto della presente trattazione rappresentato dal diritto di difesa nel procedimento de libertate. Esso costituisce un tema da sempre controverso, materia di vivaci e mai sopiti dibattiti sia in dottrina che in giurisprudenza, poich si colloca in un punto nevralgico non solo del procedimento penale, ma, addirittura, dellintero ordinamento giuridico di uno stato, poich in esso si incontrano, e sovente si scontrano, le istanze di garanzia del cittadino contro indebite limitazioni ante iudicium della libert personale, da un lato, e le esigenze di tutela della collettivit e del processo dai pericula libertatis (inquinamento delle prove, rischio di fuga, pericolo di reiterazione dei reati), dallaltro. Detto in altri termini, il procedimento de libertate esattamente il luogo in cui un ordinamento che voglia definirsi liberale, nella sua naturale e incessante evoluzione, tenta faticosamente di trovare un equilibrio tra autorit e libert. Trattandosi, per ovvie ragioni, di un argomento vastissimo, che spazia dallesercizio del diritto di difesa nella fase applicativa delle misure cautelari personali, alle impugnazioni delle misure medesime, dalla revoca o sostituzione delle stesse al giudicato cautelare sulle decisioni de libertate, etc., il campo della ricerca stato circoscritto a due temi specifici che interessano direttamente il diritto di difesa, limitatamente alla fase dellapplicazione delle misure cautelari personali, e che presentano profili di originalit, per alcune importanti modifiche intervenute a livello sia di legislazione ordinaria che di legislazione costituzionale: 1) laccertamento dei gravi indizi di colpevolezza; 2) il principio del contraddittorio nel procedimento cautelare, alla luce dellart. 111 Cost. Siffatti temi, apparentemente disomogenei, sono, in realt, profondamente correlati tra loro, rappresentando, per usare una locuzione spicciola, luno la sostanza e laltro la forma del procedimento de libertate, ed insieme concorrono ad individuare un modello di giusto processo cautelare.

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Lo scopo di questa tesi di dottorato di ricerca consiste nel fornire la giusta collocazione della manutenzione fra le discipline dell'ingegneria, raccogliendo e formalizzando le metodologie di analisi di affidabilit e di pianificazione degli interventi all'interno di un unico processo di progettazione e di controllo. In linea di principio, un processo di analisi dei guasti e di programmazione della manutenzione deve essere in grado di fornire chiare e sicure risposte ai seguenti interrogativi: Quali sono le funzioni richieste e con quali criteri di prestazioni il sistema chiamato ad assolverle? Qual' l'andamento della disponibilit del sistema in funzione del tempo? Quanti guasti e di quale tipo si possono verificare durante la vita del sistema? Quali possono essere le conseguenze che ledono la sicurezza e la protezione ambientale? Quanti pezzi di ricambio sono necessari? Che tipo di interventi di manutenzione preventiva risultano tecnicamente fattibili? A quali scadenze devono essere programmati? A quanto ammonta la previsione del costo di esercizio del sistema? Quante squadre di manutenzione devono essere assegnate al sistema? Come deve essere organizzata la logistica di manutenzione? Con quali tecniche si prevede di riconoscere i guasti e quali procedure devono essere attivate per farvi fronte? E' possibile implementare tecniche di `condition monitoring' delle macchine? Su quali tempi di preavviso sui guasti si pu contare? In tal senso, la manutenzione necessita delle tecniche e degli opportuni strumenti che siano in grado di misurarne l'efficacia e l'efficienza. L'efficacia in primo luogo, in quanto l'obiettivo principe consiste nel garantire che il sistema oggetto di studio continui a svolgere le proprie funzioni nei limiti di prestazioni accettabili, secondo le specifiche richieste degli utilizzatori. L'efficienza in secondo luogo, ma non per questo di minore importanza, in quanto perseguendo l'obiettivo di cui sopra, occorre impegnare il minimo di risorse possibili, organizzando con razionalit il supporto logistico del sistema al fine di raggiungere i massimi livelli di rendimento di gestione. La migliore strategia di manutenzione pu essere pianificata, a priori, solo se si in grado di prevedere con la necessaria precisione l'evoluzione del sistema nel suo contesto operativo futuro. E' allora possibile formulare un modello matematico del sistema, studiarne la dinamica ed osservare le reazioni alla simulazione di eventuali stimoli esterni. I metodi ed i modelli noti dell'ingegneria dei sistemi possono essere molto utili per la risoluzione di casi semplici, ma sovente richiedono la formulazione di ipotesi troppo restrittive che aumentano in modo inaccettabile la distanza del modello dalla realt. Una strada alternativa ed affascinante, che ho percorso con entusiasmo durante questi tre anni di studi e ricerca, consiste nella simulazione numerica della vita del sistema, utilizzando il metodo Monte Carlo per la gestione dei processi stocastici di guasto e per l'esecuzione degli interventi di manutenzione. Ho quindi messo a punto il codice di simulazione RAMSES, perseguendo l'idea di costruire uno strumento di misura dell'efficacia e dell'efficienza di una politica di manutenzione simulata al calcolatore. Nella tesi si presentano i concetti di base dell'ingegneria dei sistemi applicata al caso della manutenzione e si introduce il formalismo della Reliability Centred Maintenance come miglior guida nella pianificazione delle schede di manutenzione. Si introducono le nozioni di base per fornire una struttura solida e corretta alla simulazione numerica dei sistemi riparabili e si presenta il codice RAMSES corredando le informazioni tecniche con i dovuti esempi ed applicazioni pratiche. Si conclude il lavoro, infine, con la presentazione di un modello di massima verosimiglianza particolarmente utile per le analisi dei dati sperimentali di guasto dei componenti.

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La ricerca ha ad oggetto lanalisi della disciplina della responsabilit del vettore terrestre di merci per conto terzi ed i riflessi che detta disciplina ha avuto modo di svilupparsi nel mercato assicurativo. Lattenzione stata rivolta al contratto di trasporto di cose in generale, seguendone la disciplina codicistica e le evoluzioni legislative intervenute. Particolare rilievo assume la novella apportata allart. 1696 c.c., introdotta dallart. 10 del Dlgs. 286/2005, grazie alla quale lordinamento italiano ha potuto codificare il limite di indennizzo dovuto dal vettore nellipotesi di colpa lieve, Lintroduzione del limite legale di indennizzo per le ipotesi di responsabilit per perdita o avaria della merce trasportata ha generato nel mondo assicurativo interessanti reazioni. Lelaborato esamina anche levoluzione giurisprudenziale formatisi in tema di responsabilit vettoriale, evidenziando il crescente rigore imposto dalla giurisprudenza fondato sul principio del receptum. Tale fenomeno ha visto immediata reazione nel mercato assicurativo il quale, sulla base di testi contrattuali non dissimili tra le diverse compagnie di assicurazioni operanti sul mercato domestico e che traevano origine dai formulari approvati dallANIA, ha seguito levoluzione giurisprudenziale apportando significative restrizioni al rischio tipico previsto dalle coperture della responsabilit civile vettoriale. La ricerca si poi focalizzata sullesame delle pi comuni clausole contemplate dalle polizze di assicurazioni di responsabilit civile e sul loro significato alla luce delle disposizioni di legge in materia. Tale analisi riveste preminente interesse poich consente di verificare in concreto come lassicurazione possa effettivamente costituire per limpresa di trasporto non tanto un costo bens una opportunit di risparmio da un lato ed un modello comportamentale, sebbene indotto, dallaltro lato per il raggiungimento di quei canoni di diligenza che qualsiasi operatore del settore dovrebbe tenere durante lesecuzione del trasporto ed il cui venir meno determina, come detto, sensibili effetti pregiudizievoli di carattere economico.

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Oggetto di studio in questa tesi stato il ruolo modulatorio svolto dal neuropeptide nocicettina/orfanina FQ a carico della trasmissione nocicettiva. A scopo introduttivo, sono state illustrate le conoscenze attuali sul sistema nocicettina-NOP; sono state descritte le funzioni, la struttura e la distribuzione del recettore NOP, le azioni farmacologiche finora note e la distribuzione della nocicettina stessa al livello del S.N.C. e in periferia. Lo studio stato condotto principalmente con due approcci differenti A) E stata studiata la capacit della nocicettina esogena o di suoi analoghi agonisti e antagonisti, di modificare la trasmissione nocicettiva. B) Sono state studiate le variazioni a carico del sistema endogeno nocicettina/recettore NOP in seguito a trattamenti di tipo farmacologico. A) E stata indagata la capacit della nocicettina e degli analoghi sintetici [Arg14, Lys15]N/OFQ e UFP-101 di modificare la soglia nocicettiva nel ratto, rilevata con il test del tail-flick, a seguito di somministrazione diretta nello spazio subaracnoideo, in confronto con la nocicettina stessa. La somministrazione intratecale del neuropeptide nocicettina (10 nmol/ratto) ha determinato un innalzamento statisticamente significativo delle latenze di risposta al test del tail-flick. Lanalogo [Arg14, Lys15]N/OFQ stato somministrato alla dose di 1 nmole/ratto i.t. provocando un innalzamento massimale delle soglie di latenza per tutto il periodo di osservazione, mentre alla dose 0,2 nmoli/ratto i.t ha provocato un effetto antinocicettivo sottomassimale pur dimostrandosi significativo rispetto ai controlli (p < 0,05 vs controlli a tutti i tempi di rilevazione). Il composto antagonista UFP-101 risultato capace di antagonizzare lazione sulla soglia analgesica sia della nocicettina sia dellanalogo [Arg14, Lys15]N/OFQ nel suo dosaggio minore, mentre contro la dose di 1 nmole/ratto i.t ha prodotto solamente una riduzione di effetto. Anche la somministrazione intratecale di MAP-N/OFQ si dimostrata in grado di modificare la soglia nocicettiva determinata mediante il test del tail-flick, nel ratto, in modo dose dipendente. differentementeuna seconda somministrazione di MAP-N/OFQ dopo 24 ore, si dimostrata totalmente inefficace nel modificare la soglia nocicettiva nei ratti precedentemente trattati, pur permanendo la loro suscettibilit allazione analgesica della morfina, mostrando quindi il rapido sviluppo di tolerance al potente peptide nocicettinergico somministrato per via i.t.. Inoltre lantagonista UFP-101 oltre ad essere ingrado di antagonizzare leffetto della MAP-N/OFQ, ha mostrato la capacit di ridurre la tolerance sviluppata nei confronti del dendrimero. La somministrazione di MAP-N/OFQ per via i.c.v. ha prodotto variazione della soglia nocicettiva, producendo un innalzamento del volore soglia, dato contrastante con la maggior parte dei dati riguardanti la nocicettina in letteratura. Ha invece replicato leffetto di antagonismo funzionale nei confronti della morfina, la quale dopo somministrazione di MAP-N/OFQ risultata essere incapace di modificare la soglia nocicettiva nel ratto. Tale effetto perdura dopo 24 ore, quando una somministrazione di morfina produce un effetto analgesico inversamente proporzionale alla dose ricevuta di MAP-N/OFQ 24 ore prima. Estato indagato il possibile ruolo neuromodulatorio del neuropeptide nocicettina esogeno, nellanalgesia prodotta da un farmaco di natura non oppiacea. In tal senso si proceduto ad indagare leventuale capacit della nocicettina esogena, somministrata per via intracerebroventricolare e del suo analogo [Arg14, Lys15]N/OFQ, di antagonizzare lanalgesia prodotta dal farmaco paracetamolo. La nocicettina ha evidenziato la capacit di antagonizzare il potere antinocicettivo del paracetamolo fino a bloccarne completamente leffetto al dosaggio pi elevato, mostrando quindi propriet antagonista dose-dipendente. Inoltre lUFP-101, che di per se non altera lanalgesia indotta da paracetamolo, ingrado di antagonizzare leffetto della nocicettina sul paracetamolo in maniera dose-dipendente. Medesimo risultato il comportamento dellanalogo della nocicettina, la Arg-Lys nocicettina. B) Sono state indagate le relazioni tra il sistema nocicettina/NOP e le propriet farmacologiche di un noto farmaco oppiaceo quale la buprenorfina, le cui peculiari caratteristiche farmacodinamiche sano state recentemente collegate alla sua capacit di agire come agonista diretto al recettore NOP. In tal senso si proceduto ad osservare leffetto della somministrazione di buprenorfina sull assetto recettoriale di NOP, inseguito ad un trattamento prolungato con somministrazione sottocutanea mediante minipompe osmotiche nel ratto, rilevando successivamente, tramite uno studio di binding, le variazioni della densit recettoriale di NOP in alcune aree di interesse per la trasmissione nocicettiva. Sia nellippocampo che nel talamo e nella frontal cortex, la somministrazione prolungata di buprenorfina ha causato una riduzione significativa della densit recettoriale di NOP. Come ultimo aspetto indagato, al fine di determinare la presenza del neuropeptide nel liquido cerebrospinale e le sue eventuali modificazioni a seguito di manipolazioni farmacologiche e non farmacologiche, stata messa a punto una metodica di perfusione dello spazio subaracnoideo nel ratto, che consentisse di ottenere materiale biologico su cui compiere la ricerca e quantificazione della presenza di nocicettina mediante dosaggio radioimmunologico. La perfusione di CSF artificiale arricchito di ione potassio ad una concentrazione pari a 60 mM ha evidenziato la possibilit di stimolare la liberazione della nocicettina nel liquido cerebrospinale di ratto, suggerendo quindi una sua provenienza da elementi eccitabili. E stato quindi possibile osservare landamento dei livelli di peptide a seguito della stimolazione nocicettiva prodotta da due agenti irritanti con caratteristiche differenti, la carragenina e la formalina. La somministrazione sottocutanea di carragenina (100 l al 3 %) nella regione subplantare di entrambe le zampe posteriori del ratto non ha determinato alterazioni significative dei livelli di neuropeptide. Invece, la somministrazione di formalina (50 l al 5 %), dopo un iniziale periodo di 30 minuti, ha causato un incremento significativo della liberazione di N/OFQ a partire dal terzo intervallo di raccolta seguente la somministrazione della sostanza. Questo rispecchia landamento di risposta al formalin test ottenuto anche mediante test di natura differente dagli analgesimetrici (es. comportamentale, elettrofisiologico), in questottica laumento di nocicettina pu essere interpretato come un evento dovuto alla sensibilizzazione centrale alleffetto pronocicettivo.

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Lo studio Mercato, diritti e consumi: la tutela del consumatore nella disciplina antitrust, ricostruisce e analizza i rapporti intercorrenti tra pubbliche amministrazioni e consumatore, singolo e associato, concentrando lattenzione sulla protezione del consumatore quale soggetto che opera nel mercato, titolare di un diritto economico, in relazione allattivit regolativa svolta dallamministrazione nella cura dellinteresse pubblico alla tutela della concorrenza. Il lavoro strutturato in quattro parti. Una prima parte, di carattere generale, dedicata alla nozione di consumatore e ai diritti in capo allo stesso contemplati, nonch alle associazioni dei consumatori ed al ruolo istituzionale ad esse affidato. Nella seconda parte si concentra lattenzione, da un lato, sulla posizione assunta dalle Regioni per quel che concerne la competenza legislativa ad esse riconosciuta nellambito della tutela dei consumatori e degli utenti e, dallaltro lato, sul versante degli strumenti pi propriamente di diritto amministrativo, sullattivit amministrativa di controllo, vigilanza e disciplina delle attivit economiche private rilevanti per i consumatori, attuata dalle autorit indipendenti e, per ci che attiene alle loro funzioni, dalle Camere di commercio. La terza parte riferisce in ordine al quadro normativo in cui si colloca lattivit di regolazione del mercato soprattutto avendo riguardo alle recenti modifiche legislative che hanno profondamente modificato il Codice del consumo relativamente ai suddetti temi ed al ruolo svolto dallAutorit Garante della Concorrenza e del Mercato, per poi dar conto dellevoluzione giurisprudenziale cui si assistito recentemente circa la rilevanza dellinteresse del consumatore nella disciplina Antitrust. Nellultima parte, anche alla luce delle osservazioni svolte, si affronta il fondamento giuridico costituzionale dellinteresse del consumatore anche alla luce del nuovo assetto dei rapporti con lAutorit Garante della Concorrenza e del Mercato e si tenta, attraverso una reinterpretazione del concetto di iniziativa economica, di ricondurlo al primo comma dellarticolo 41 della Costituzione.

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OBIETTIVI: Per esplorare il contributo dei fattori di rischio biomeccanico, ripetitivit (hand activity level HAL) e forza manuale (peak force - PF), nellinsorgenza della sindrome del tunnel carpale (STC), abbiamo studiato unampia coorte di lavoratori dellindustria, utilizzando come riferimento il valore limite di soglia (TLV) dellAmerican Conference of Governmental Industrial Hygienists (ACGIH). METODI: La coorte stata osservata dal 2000 al 2011. Abbiamo classificato lesposizione professionale rispetto al limite di azione (AL) e al TLV dellACGIH in: accettabile (sotto AL), intermedia (tra AL e TLV) e inaccettabile (sopra TLV). Abbiamo considerato due definizioni di caso: 1) sintomi di STC; 2) sintomi e positivit allo studio di conduzione nervosa (SCN). Abbiamo applicato modelli di regressione di Poisson aggiustati per sesso, et, indice di massa corporea e presenza di patologie predisponenti la malattia. RISULTATI: Nellintera coorte (1710 lavoratori) abbiamo trovato un tasso di incidenza (IR) di sintomi di STC di 4.1 per 100 anni-persona; un IR di STC confermata dallo SCN di 1.3 per 100 anni-persona. Gli esposti sopra TLV presentano un rischio di sviluppare sintomi di STC di 1.76 rispetto agli esposti sotto AL. Un andamento simile emerso per la seconda definizione di caso [incidence rate ratios (IRR) sopra TLV, 1.37 (intervallo di confidenza al 95% (IC95%) 0.842.23)]. Gli esposti a carico intermedio risultano a maggior rischio per la STC [IRR per i sintomi, 3.31 (IC95% 2.394.59); IRR per sintomi e SCN positivo, 2.56 (IC95% 1.474.43)]. Abbiamo osservato una maggior forza di associazione tra HAL e la STC. CONCLUSIONI: Abbiamo trovato un aumento di rischio di sviluppare la STC allaumentare del carico biomeccanico: laumento di rischio osservato gi per gli esposti a carico intermedio suggerisce che gli attuali valori limite potrebbero non essere sufficientemente protettivi per alcuni lavoratori. Interventi di prevenzione vanno orientati verso attivit manuali ripetitive.

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La tesi di dottorato riguarda il principio del legittimo affidamento nell'esperienza fiscale italiana, tedesca ed europea. La tesi articolata in tre distinte parti. La prima muove dallanalisi della dottrina pubblicistica italiana e tedesca, con particolare attenzione allorigine e alla fonte del legittimo affidamento: il principio civilistico della buona fede ovvero quello della certezza dei rapporti giuridici. La seconda parte affronta il principio del legittimo affidamento nella disciplina fiscale ed suddivisa in due distinte sezioni, una relativa allordinamento italiano, laltra a quello tedesco. In particolare, lattenzione rivolta, in entrambe le sezioni, a verificare linterrelazione del legittimo affidamento con il principio di irretroattivit della legge e, quindi, lesistenza, o meno, di un vincolo per il legislatore e con il principio di legalit per quanto concerne i rapporti con lAmministrazione finanziaria, con particolare riferimento alla possibilit, per questultima, di intervenire in malam partem, con effetti retroattivi. Lo sviluppo di questa seconda parte stato condotto attraverso una disamina della dottrina e della giurisprudenza di merito e costituzionale che in Germania prima e in Italia dopo hanno proposto diverse ricostruzioni. La terza parte, infine, dedicata allanalisi del legittimo affidamento nella giurisprudenza della Corte di Giustizia. In particolare, si cercato di mettere in evidenza come lOrgano di Giustizia comunitaria abbia elaborato e interpretato il principio in esame e sia giunto ad annoverarlo nellalveo dei principi di diritto comunitario.

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Al principio iura novit curia si assegnano tradizionalmente due significati: il giudice conosce le norme, quindi le parti non hanno onori al riguardo, e il giudice non vincolato dalle indicazioni delle parti, quanto alle norme di diritto da applicare. La tesi delimita inizialmente la nozione di questione di diritto, quindi affronta partitamente due problemi che si pongono con riferimento alle questioni di diritto e che sono soliti essere risolti con il richiamo al principio iura novit curia: la conoscenza delle norme da una parte e la qualificazione giuridica della domanda e quindi della situazione soggettiva dallaltra. Quanto alla conoscenza delle norme, motivata la scelta per lobbligatoriet della conoscenza ufficiosa di tutte le fonti di diritto, la tesi verifica la regola in relazione alle diverse fonti descrivendone la disciplina. Quanto alla qualificazione giuridica della domanda, la tesi, verificata la vigenza del principio iura novit curia, descrive sul piano processuale le relazioni del potere-dovere di qualificazione giuridica a) individuandone i limiti oggettivi, ricompresi nei limiti della domanda, e risultanti dal confronto con la regola della corrispondenza del chiesto con il pronunciato, del concorso di diritti, della natura autodeterminata dei diritti, b) tracciandone le modalit legittime di esercizio in conformit al principio del contradditorio; c) verificandone i limiti esterni, ravvisati in quegli istituti che impediscono al giudice di formulare un giudizio sulla questione di diritto: le sentenze non definitive su questioni di diritto, il principio di diritto, il giudicato interno e i limiti alla cognizione del giudice dellimpugnazione tra i gradi di giudizio.

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The thesis aims at analysing the role of collective action as a viable alternative to the traditional forms of intervention in agriculture in order to encourage the provision of agri-environmental public goods. Which are the main benefits of collective action, in terms of effectiveness and efficiency, compared to traditional market or public intervention policies? What are the drivers that encourage farmers to participate into collective action? To what extent it is possible to incorporate collective aspects into policies aimed at providing agri-environmental public goods? With the objective of addressing these research questions, the thesis is articulated in two levels: a theoretical analysis on the role of collective action in the provision of public goods and a specific investigation of two local initiative,s were an approach collective management of agro-environmental resources was successfully implemented. The first case study concerns a project named Custodians of the Territory, developed by the local agency in Tuscany Comunit Montana Media Valle del Serchio, which settled for an agreement with local farmers for a collective provision of environmental services related to the hydro-geological management of the district. The second case study is related to the territorial agri-environmental agreement experimented in Valdaso (Marche), where local farmers have adopted integrated pest management practices collectively with the aim of reducing the environmental impact of their farming practices. The analysis of these initiatives, carried out through participatory methods (Rapid Rural Appraisal), allowed developing a theoretical discussion on the role of innovative tools (such as co-production and co-management) in the provision of agri-environmental public goods. The case studies also provided some recommendations on the government intervention and policies needed to promote successful collective action for the provision of agri-environmental public goods.

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La presente tesi intende offrire una ricostruzione sistematica della disciplina applicabile agli amministratori deleganti di S.p.A. post riforma del 2003, attraverso una analisi della disciplina della delega, dei poteri, dei doveri e della responsabilit applicabili a tali amministratori. Il lavoro analizza, in primis, la disciplina della delega di funzioni amministrative ante e post riforma del 2003, evidenziando gli aspetti di continuit e discontinuit tra i due regimi. In secondo luogo, procede a una descrizione analitica dei poteri e dei doveri previsti in capo agli amministratori deleganti post riforma, per determinarne il contenuto e l'estensione. Infine, analizza le responsabilit degli amministratori deleganti per inadempimento dei doveri previsti a loro carico, tentando di dimostrare che la riforma ha attenuato il regime di responsabilit applicabile a tali amministratori attraverso una migliore distinzione del ruolo di tali soggetti rispetto a quello degli amministratori delegati.

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Lelaborato si occupa di fare il punto in materia di indagini difensive a tre lustri dallentrata in vigore della legge n. 397/2000, epilogo di un lungo processo evolutivo che ha visto da un lato, una gestazione faticosa e travagliata, dallaltro, un prodotto normativo accolto dagli operatori in un contesto di scetticismo generale. In un panorama normativo e giurisprudenziale in continua evoluzione, i paradigmi dettati dagli artt. 24 e 111 della Costituzione, in tema di diritto alla difesa e di formazione della prova penale secondo il principio del contraddittorio tra le parti, in condizioni di parit, richiedono che il sistema giustizia offra sia allindagato che allimputato sufficienti strumenti difensivi. Tenuto conto delle diversit che caratterizzano naturalmente i ruoli dellaccusa e della difesa che impongono asimmetrie genetiche inevitabili, lobiettivo della ricerca consiste nella disamina degli strumenti idonei a garantire il diritto alla prova della difesa in ogni stato e grado del procedimento, nel tentativo di realizzare compiutamente il principio di parit accusa - difesa nel processo penale. La ricerca si dipana attraverso tre direttrici: lanalisi dello statuto sulle investigazioni difensive nella sua evoluzione storica sino ai giorni nostri, lo studio della prova penale nel sistema americano e, infine, in alcune considerazioni finali espresse in chiave comparatistica. Le suggestioni proposte sono caratterizzate da un denominatore comune, ovvero dal presupposto che per contraddire necessario conoscere e che solo per tale via sia possibile, finalmente, riconoscere il diritto di difendersi indagando.

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La ripresa degli studi sulla manualistica del recupero ha contribuito, attraverso una lettura tecnica vista in prospettiva storica, a diffondere sensibilit conoscitiva e consapevolezza del patrimonio premoderno. Tuttavia lesigenza di superare il tracciato delineato dalluso dei manuali di recupero da molti intesi, semplicisticamente, come cataloghi per soluzioni architettoniche di ripristino e ricostruzione ha reso indispensabile una riflessione sul reale bisogno di questi strumenti e sulle loro ripercussioni operative. Se i manuali, spesso, esprimono una visione statica e totalizzante delledilizia storica, latlante dichiara una concezione dinamica e sempre aperta, in cui ogni elemento rilevato caso a s. Latlante fa, quindi, riferimento ad una concezione geografica in cui la catalogazione non esaustiva e dogmatica ma, contrariamente, d luogo ad un repertorio di casi criticamente analizzati nellottica della conoscenza e della conservazione. Lobiettivo della ricerca non consistito, pertanto, nel descrivere la totalit dei caratteri costruttivi e delle loro combinazioni, ma nellindividuare casi singoli che sono letti ed interpretati allinterno del loro contesto storico-costruttivo e che valgono quale monito per unazione progettuale consapevole, orientata al minimo intervento e alla compatibilit fisico-meccanica, figurativa e filologica. Nello specifico la ricerca, collocata in un riferimento temporale compreso tra il XIII e il XIX secolo, ha approfondito i seguenti caratteri: solai lignei, appartato decorativo in cotto e portali. Attraverso un approccio interdisciplinare lo studio si proposto di contribuire alla costituzione di una metodologia di ricerca sulle tecniche costruttive storiche, ravvisando nel momento conoscitivo la prima fase del progetto di conservazione. indiscusso, infatti, il solido legame che esiste tra conoscenza, progetto ed operativit. Solo attraverso la consapevolezza storica e architettonica del manufatto possibile individuare scelte conservative criticamente vagliate ed operare in funzione della specificit del caso in esame e delle sue reali necessit.

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Lo studio delle Zone Franche Urbane allinterno del Diritto tributario europeo non ha potuto prescindere da una introduttiva delimitazione del lavoro, capace di distinguere le diverse tipologie di zone franche esistenti nei Paesi intra/extra Ue. Attraversando i casi-studio di Madeira, delle Azzorre, fino alla istituenda Zona Franca di Bruxelles, Zone dEconomie Urbaine stimule (ZEUS), si giunti alla constatazione dellassenza di una definizione di Zona Franca Urbana: analizzando le esperienze normative vissute in Francia e in Italia, si potuto tratteggiare il profilo territoriale, soggettivo e oggettivo del sistema agevolativo rivolto al recupero delle aree urbane degradate. La funzione strumentale della fiscalit, esplicitata per mezzo delle ZFU, ha condotto ad una verifica di diritto interno per controllare la legittimit delle scelte nazionali in ragione dei principi costituzionali nazionali, come anche una di diritto europeo per evitare che le scelte nazionali, anche se legittime sul piano interno, possano per gli stessi effetti incentivanti alle attivit d'impresa presentarsi come una forma territoriale di aiuti di Stato fiscali. Evidenziando il rapporto tra le ZFU e il Mercato europeo si voluto, da un lato, effettuare una ricostruzione sistemica necessaria per uninterpretazione delle ZFU che metta in luce le componenti di tale strumento orientate al perseguimento di un interesse socioeconomico, che in prima battuta generi una contraddizione, una deroga ai principi costituzionali e comunitari, per poi sciogliersi in una coerente applicazione degli stessi; dallaltro, tentare di elevare le ZFU a misura sistemica dellOrdinamento europeo. Si svolto, infine, un ragionamento in termini di federalismo fiscale con riferimento alle ZFU, trovando una adeguata collocazione nel percorso di devoluzione intrapreso dal legislatore nazionale, avendo quali interlocutori privilegiati le Regioni a Statuto Speciale.