2 resultados para criminal investigation Australia

em AMS Tesi di Dottorato - Alm@DL - Università di Bologna


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La tesi approfondisce gli aspetti problematici del rapporto tra processo penale e informazione giornalistica. Si è così ritenuto opportuno suddividere la ricerca in due sezioni, una casistica, l’altra prettamente teorica. Nella sezione teorica si è posta l’attenzione sulle questioni più dibattute: tutela della verginità cognitiva del giudice, dei segreti processuali, della libertà di cronaca, della riservatezza di quanti siano anche solo occasionalmente accostati ad un’indagine penale, dell’autodeterminazione delle persone che partecipano al processo e del sereno svolgimento di quest’ultimo. Il fine ultimo è stato quello di porre sotto esame gli attuali equilibri delineati dal codice. Laddove si è potuta osservare una inadeguatezza legislativa si è tentato di avanzare una proposta di riforma. Sul punto, da un lato si sono potute osservare alcune incongruenze oggi riscontrabili nell’art. 114 c.p.p. Il tutto nella ritrovata consapevolezza che il dilemmatico rapporto tra processo e mass media può rischiare finanche di impattare sulle dinamiche probatorie, col serio rischio di inquinamento di alcune prove dichiarative. Il futuribile testimone esposto all’influenza dell’opinione pubblica può restarne scosso o turbato, al punto da potere soffrire di un’alterazione mnemonica del suo ricordo. Non per ultimo, di ausilio si è mostrata la prospettiva comparata, dalla quale si sono potuti trarre validi spunti per una ideale soluzione dei problemi passati in rassegna. Su questo versante, si è osservato il sistema spagnolo, interessati a cogliere gli equilibri costituzionali sui quali si erge il rapporto tra libertà di cronaca e processo penale e le regole codicistiche in tema di propalazione di atti giudiziari all’opinione pubblica iberica. All’esito, si sono potute trarre le conclusioni ripercorse nel testo.

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This work aims to provide a theoretical examination of three recently created bodies of the United Nations mandated to investigate the alleged international crimes committed in Syria (IIIM), Iraq (UNITAD) and Myanmar (IIMM). Established as a compromise solution in the paralysis of international criminal jurisdictions, these essentially overlapping entities have been depicted as a ‘new generation’ of UN investigative mechanisms. While non-judicial in nature, they depart indeed from traditional commissions of inquiry in several respects due to their increased criminal or ‘quasi-prosecutorial’ character. After clarifying their legal basis and different mandating authorities, a comparative institutional analysis is thus carried out in order to ascertain whether these ‘mechanisms’ can be said to effectively represent a new institutional model. Through an in-depth assessment of their mandates, the thesis is also intended to outline both the strengths and the criticalities of these organs. Given their aim to facilitate criminal proceedings by sharing information and case files, it is suggested that more attention shall be paid to the position of the person under investigation. To this end, some proposals are made in order to enhance the mechanisms’ frameworks, especially from the angle of procedural safeguards. As a third aspect, the cooperation with judicial authorities is explored, in order to shed light on the actors involved, the relevant legal instruments and the possible obstacles, in particular from a human rights perspective. Ultimately, drawing from the detected issues, the thesis seeks to identify some lessons learned which could be taken into account in case of creation of new ad hoc investigative mechanisms or of a permanent institution of this kind.