2 resultados para classical texts in printing age

em AMS Tesi di Dottorato - Alm@DL - Università di Bologna


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The latter part of the 20th century was a period characterized by a fundamental demographic transition of western society. This substantial and structural demographic change proposes several challenges to contemporary society and fosters the emergence of new issues and challenges. Among these, none is more crucial than the comprehension of the mechanisms and the processes that lead people to positive aging. Rowe and Kahn’s model of successful aging highlights the interplay between social engagement with life, health, and functioning for a positive aging experience. Other systemic models of successful aging (Kahana et al., 1996; 2003; Stevernik et al., 2006) emphasize the role of internal and external resources for attaining positive aging. Among these, the proactive coping strategies are indicated as important active strategies for avoiding the depletion of resources, counterbalancing the declines and maintaining social and civic involvement. The study has analyzed the role of proactive coping strategies for two facets of positive aging, the experience of a high social well-being and the presence of personal projects in fundamental life domains. As expected, the proactive coping strategies, referred to as the active management of the environment, the accumulation of resources and the actualization of human potentials are confirmed as positive predictors of high level of social well-being and of many personal projects focused on family, culture, leisure time, civic and social participation. Perceived health status give a significant contribution only to the possession of many personal projects. Gender and level of school education give also a significant contribution to these two dimensions of positive aging, highlighting how positive aging is rooted not only in the possession of personal resources, but also in historical models of education and in positive longitudinal chains related to early development.

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Il ritrovamento della Casa dei due peristili a Phoinike ha aperto la strada a un’intensa opera di revisione di tutti i dati relativi all’edilizia domestica nella regione, con studi comparativi verso nord (Illiria meridionale) e verso sud (il resto dell’Epiro, ovvero Tesprozia e Molossia). Tutta quest’area della Grecia nord-occidentale è stata caratterizzata nell’antichità da un’urbanizzazione scarsa numericamente e tardiva cronologicamente (non prima del IV sec. a.C.), a parte ovviamente le colonie corinzio-corciresi di area Adriatico- Ionica d’età arcaica (come Ambracia, Apollonia, Epidamnos). A un’urbanistica di tipo razionale e programmato (ad es. Cassope, Orraon, Gitani in Tesprozia, Antigonea in Caonia) si associano numerosi casi di abitati cresciuti soprattutto in rapporto alla natura del suolo, spesso diseguale e montagnoso (ad es. Dymokastro/Elina in Tesprozia, Çuka e Aitoit nella Kestrine), talora semplici villaggi fortificati, privi di una vera fisionomia urbana. D’altro canto il concetto classico di polis così come lo impieghiamo normalmente per la Grecia centro-meridionale non ha valore qui, in uno stato di tipo federale e dominato dall’economia del pascolo e della selva. In questo contesto l’edilizia domestica assume caratteri differenti fra IV e I sec. a.C.: da un lato le città ortogonali ripetono schemi egualitari con poche eccezioni, soprattutto alle origini (IV sec. a.C., come a Cassope e forse a Gitani), dall’altro si delinea una spiccata differenziazione a partire dal III sec., quando si adottano modelli architettonici differenti, come i peristili, indizio di una più forte differenziazione sociale (esemplari i casi di Antigonea e anche di Byllis in Illiria meridionale). I centri minori e fortificati d’altura impiegano formule abitative più semplici, che sfruttano l’articolazione del terreno roccioso per realizzare abitazioni a quote differenti, utilizzando la roccia naturale anche come pareti o pavimenti dei vani.