3 resultados para charitable bequests
em AMS Tesi di Dottorato - Alm@DL - Università di Bologna
Resumo:
È importante ricordare che l’attuale Archivio Marella (AM) è stato costituito sotto la direzione del prof.re Mauro Pesce insieme alla dott.ssa Donatella Micheletti negli anni 1981-1983, dopo che Edero Gattamorta aveva contribuito in modo determinante a raccogliere il materiale che veniva inseguito inserito e pubblicato nel lavoro di tesi: Olinto Marella (1882-1969). Rinvenimento e sistemazione dell’archivio. Schizzo biografico, AA 1975-76, relatore Mauro Pesce, Università Bologna, Facoltà Scienze Politiche. I nuclei principali del materiale conservato nell’archivio riguardano: 1) la vita di Marella; 2) le iniziative caritative di M. dalla metà degli anni trenta in poi; 3) la famiglia Marella, soprattutto lo zio G. M. Marella; 4) la biblioteca. Già nella Guida alla consultazione dell’archivio curata da M. Pesce e stampata nel 1984 si rilevava come il materiale inventariato dal dr. E. Gattamorta nel 1975-76 del settore b) e quello del settore c) fosse assolutamente provvisorio e in parte non catalogato
Resumo:
Il presente contributo intende ricostruire la vicenda storica delle associazioni caritative ebraiche attive a Modena durante l’età Moderna. Attraverso l’analisi dei registri, che si sono conservati nei più svariati archivi e che sono rimasti fino ad oggi per la maggior parte inesplorati, appartenuti alle diverse compagnie o confraternite modenesi, si è tentato di ricostruire non solo la vicenda storica di questi istituti, ma parte della storia della società ebraica, con le sue problematiche, rinchiusa all’interno del ghetto. Partendo dal concetto misnaico di Sedaqah, fino ad arrivare al concetto filantropico di beneficienza, attraverso il fondamentale il paragone con le confraternite cristiane, e l’analisi delle confraternite delle altre città italiane già ampiamente studiate, tramite lo studio di questi registri, in particolare gli statuti e le regole che queste associazioni si davano, è stato possibile ricostruire aspetti rilevanti della vita materiale e culturale che hanno caratterizzato la collettività ebraica di Modena durante l’età Modena. La comunità modenese era popolata da più di quindici confraternite, attive nello stesso periodo storico, che avevano scopi sia religiosi che di beneficienza verso quella parte della popolazione più bisognosa di aiuto, ed ha ospitato una confraternita tutta al femminile che è risultata essere un unicum in Europa, poiché si è conservata per intero la sua documentazione, cosa non avvenuta per altre confraternite femminili. Questo studio intende fornire una panoramica delle suddette fonti, per la maggior parte inedite, di estrema importanza per la ricostruzione di aspetti rilevanti della vita materiale e culturale della collettività ebraica modenese.
Resumo:
La tesi è incentrata sul rapporto tra una comunità religiosa maschile, la Congregazione dell'Oratorio di Roma dei secoli XVI e XVII, e il concetto di cura, mettendo in dialogo storia sociale, storia religiosa e storia della medicina. La prima parte indaga il coinvolgimento degli Oratoriani nella rete caritativa urbana, sottolineando il loro contributo nello sviluppo e nell'amministrazione di una serie di ospedali, ma anche il loro impegno pratico nella cura spirituale e corporale dei malati. La seconda parte prende in esame i professionisti sanitari che frequentavano l'Oratorio, inquadrando il loro rapporto con i padri nel quadro di una più ampia rete di connessioni sociali e politiche nella Roma pontificia. Inoltre, mettendo in rilievo le specificità di speziali, barbieri-chirurghi e medici, l'indagine considera il loro coinvolgimento nella vita religiosa della comunità e la messa a frutto del loro sapere, in ambito umanistico e anatomico. La terza parte studia il complesso rapporto dei sacerdoti con il proprio corpo e con la salute. Viene rilevato il peso delle condizioni sanitarie nell’accettazione di nuovi membri, i legami tra estetica, identità sociale e medicina, ma si prendono in considerazione anche l’ambigua funzione del cibo – inteso come strumento di ascesi che di cura – e il funzionamento concreto dell'organizzazione medica della comunità. Inoltre, un capitolo analizza la circolazione del sapere medico, evidenziando il ruolo della biblioteca, la raccolta e lo scambio di ricette mediche e l'importanza della spezieria comunitaria, mentre un altro capitolo si focalizza sui viaggi terapeutici e sulla pratica del termalismo. L'ultima parte è incentrata sulla peste romana del 1656-57, analizzando il modo in cui la Congregazione affrontò lo scoppio e lo sviluppo dell'epidemia, sia in casa che in città, per sottolineare il fragile e ambiguo equilibrio che definirono tra carità e tutela della salute.