3 resultados para War and literature
em AMS Tesi di Dottorato - Alm@DL - Università di Bologna
Resumo:
Tra il 1936 e il 1943 la Spagna visse un periodo di guerra civile e scontri fra la Falange e la Chiesa. Tutto ciò non fece altro che innalzare la figura di Franco, un generale, che viene sacralizzato e che governò per quasi 40 anni
Resumo:
One of the main features of nineteenth-century fiction is the quasi-total disappearance of the epistolary novel that had had its heydays in the previous century. For this reason, some scholars have declared the “death” of the letter in literature after the transitional romantic period. However, Victorian novels overflow with letters that are embedded, quoted in part or described and commented on by narrators or characters. Even when its content is not revealed to the reader, the letter becomes a signifier loaded with meanings, also and particularly so, when it is burnt, torn, hidden, found or buried. The Postal Reform of 1839-40 caused the number of letters sent every year in Britain to grow from 75 to 410 million in only 14 years, and the mediatic campaign that supported it drew the attention of the population to the material aspects concerning this means of communication. Newspapers became more affordable too and they promoted a taste for sensationalism that often involved the “spectacularization” of private correspondence. Starting from an excursus on the history of the letter aimed at identifying the key aspects of the genre, this work deals with some real love correspondences from people belonging to different classes in the period from 1840 to the 1870s, to then analyse their fictional and pictorial counterparts. The general picture that emerges from this analysis is that of a Victorian society where letters were able to break down the boundaries between high and low forms of cultural expressions and where, more than ever, letters were present in people’s everyday lives as well as in the art and literature they enjoyed.
Resumo:
Riconoscendo l’importanza delle traduzioni all’interno della cosiddetta repubblica democratica dell’infanzia, il lavoro analizza le prime traduzioni tedesche e italiane del classico della letteratura per l’infanzia I ragazzi della Via Pál di Ferenc Molnár, al fine di metterne in luce i processi non solo prettamente traduttivi, ma anche più ampiamente culturali, che hanno influenzato la prima ricezione del romanzo in due contesti linguistici spesso legati per tradizione storico-letteraria alla letteratura ungherese. Rispettando la descrizione ormai comunemente accettata della letteratura per ragazzi come luogo di interazione tra più sistemi – principalmente quello letterario, quello pedagogico e quello sociale –, il lavoro ricostruisce innanzitutto le dinamiche proprie dei periodi storici di interesse, focalizzando l’attenzione sulla discussione circa l’educazione patriottica e militare del bambino. In relazione a questa tematica si approfondisce l’aspetto della “leggerezza” nell’opera di Molnár, ricostruendo attraverso le recensioni del tempo la prima ricezione del romanzo in Ungheria e presentando i temi del patriottismo e del gioco alla guerra in dialogo con le caratteristiche linguistico-formali del romanzo. I risultati raggiunti – una relativizzazione dell’intento prettamente pedagogico a vantaggio di una visione critica della società e del militarismo a tutti i costi – vengono messi alla prova delle traduzioni. L’analisi critica si basa su un esame degli elementi paratestuali, sull’individuazione di processi di neutralizzazione dell’alterità culturale e infine sull’esame delle isotopie del “gioco alla guerra” e dei “simboli della patria”. Si mostra come, pur senza un intervento censorio o manipolazioni sensibili al testo, molte traduzioni italiane accentuano l’aspetto patriottico e militaresco in chiave pedagogica. Soprattutto in Italia, il romanzo viene uniformato così al contesto letterario ed educativo dell’epoca, mentre in area tedesca la ricezione nell’ambito della letteratura per ragazzi sembra aprire al genere del romanzo delle bande.