2 resultados para Turning point
em AMS Tesi di Dottorato - Alm@DL - Università di Bologna
Resumo:
Phenomenology is a critical component of autobiographical memory retrieval. Some memories are vivid and rich in sensory details whereas others are faded; some memories are experienced as emotionally intense whereas others are not. Sutin and Robins (2007) identified 10 dimensions in which a memory may vary—i.e., Vividness, Coherence, Accessibility, Sensory Details, Emotional Intensity, Visual Perspective, Time Perspective, Sharing, Distancing, and Valence—and developed a comprehensive psychometrically sound measure of memory phenomenology, the Memory Experiences Questionnaire (MEQ). Phenomenology has been linked to underlining stable dispositions—i.e. personality, as well as to a variety of positive/negative psychological outcomes—well-being and life satisfaction, depression and anxiety, among others. Using the MEQ, a cross-sectional and a longitudinal study were conducted on a large sample of American and Italian adults. In both studies, participants retrieved two ‘key’ personal memories, a Turning Point and a Childhood Memory, and rated the affect and phenomenology of each memory. Participants also completed self-reported measures of personality (i.e. Neuroticism and Conscientiousness), and measures of depression, well-being and life satisfaction. The present research showed that phenomenological ratings tend (a) to cross-sectionally increase across adulthood (Study 1), and (b) to be moderately stable over time, regardless the contents of the memories (Study 2). Interrelations among memory phenomenology, personality and psychological outcome variables were also examined (Study 1 and Study 2). In particular, autobiographical memory phenomenology was proposed as a dynamic expression of personality functioning that partially explains adaptive/maladaptive psychological outcomes. In fact, the findings partially supported the hypothesized mediating effect of phenomenology on the personality association with psychological outcomes. Implications of the findings are discussed proposing future lines of research. In particular, the need for more longitudinal studies is highlighted, along with the combined application of both self-report questionnaires and narrative measures.
Resumo:
Degli anni Settanta si parla, ormai quasi canonicamente, come gli anni della crisi, una crisi che compare quasi simultaneamente fuori e dentro i confini nazionali, e si configura come vera e propria crisi di sistema. Considerando il turning point rappresentato dai Seventies, è diffusa l'interpretazione nel contesto italiano del paradigma politologico secondo il quale è nella mancanza e nelle assenze del sistema politico-istituzionale alle domande di modernizzazione democratica provenienti dalle soggettività che emergono in quella che è stata definita la “stagione dei movimenti” che andrebbero individuate le radici prima della scelta della violenza come strumento di lotta politica e poi del cosiddetto “riflusso”. Questo studio cerca di analizzare le dinamiche e gli sviluppi nella relazione tra movimento femminista e violenza politica in Italia tra anni settanta e anni ottanta. Per comprendere ed analizzare le dinamiche di tale sviluppo è stato necessario prima ricostruire la genealogia del concetto di violenza politica elaborato dalla filosofia politica nel XX secolo e poi confrontarlo con il concetto di violenza proposto dal pensiero femminista nello stesso arco temporale. Allo stesso tempo si è considerato il fenomeno della violenza politicamente motivata agita nel decennio settanta, analizzando le specificità del femminismo stesso, ma anche, la possibilità di individuare lo scarto – politico, ideologico e esistenziale – tra le definizioni date dalla pratica femminista alla categoria di violenza e le peculiarità degli altri movimenti che si muovevano nella scena politica e sociale tra anni settanta e anni ottanta