2 resultados para Thai migrants
em AMS Tesi di Dottorato - Alm@DL - Università di Bologna
Resumo:
La Muay Thai, comunemente detta “Boxe Thailandese” è un'arte marziale che rientra nella classificazione delle attività intermittenti con entrambi i sistemi energetici reclutati, aerobico e anaerobico, è inoltre caratterizzata dal fatto che il combattimento alla distanza si alterna alla lotta, denominata “clinch”. Nonostante la popolarità della Muay Thai, in ambito mondiale, stia progressivamente aumentando così come è in aumento il numero di atleti che la praticano, le ricerche incentrate su questa arte marziale e gli studi relativi agli aggiustamenti cardiometabolici nonché alle modalità temporali con cui gli specifici gesti atletici si possono succedere nel tempo durante un match, sono ancora estremamente esigui. L’oggetto del nostro studio è stato l’analisi della struttura temporale del combattimento, tramite la Match Analysis off line (analisi visiva del combattimento), con comparazione dei dati ottenuti tra il vincitore (winner) e il perdente (loser) e la valutazione dell’andamento di alcuni importanti parametri metabolici attraverso la misurazione del lattato e della HR, durante un incontro reale di Boxe Thailandese. La sperimentazione è stata condotta su un gruppo di dieci soggetti di sesso maschile, praticanti la disciplina ad un alto livello nazionale, la cui media ± deviazione standard (DS), di età, peso e altezza è di 24,6 ±4,01 anni, 69,4 ±7 kg e 174,1 ±4,3 cm. Gli atleti sono stati sottoposti, in due diverse giornate separate da almeno tre giorni, a due test; durante una prima seduta sperimentale preliminare abbiamo determinato il massimo consumo di ossigeno (VO2max) nel corso di un test sul nastro trasportare, con concomitante stima della Soglia anaerobica (SA) e misura della massima frequenza cardiaca (HR max). In una seconda seduta sperimentale abbiamo effettuato i test di combattimento in palestra e infine abbiamo analizzato i video degli incontri attraverso la Match Analysis. Dai risultati della Match - Analysis è scaturito che i vincitori hanno eseguito un numero più elevato di azioni efficaci (p < 0,05) rispetto ai non-vincitori, grazie ad un numero maggiore di combinazioni (C ) e di attacchi singoli (A) e un numero minore di difese (D) e di tecniche inefficaci. È così emerso come il livello delle realizzazioni sia quasi esclusivamente dovuto all’efficacia della tecnica e alla tattica delle azioni. Abbiamo quindi focalizzato la nostra attenzione sul clinch e sulle azioni di attacco perché si ipotizzava che potessero essere attività dispendiose e probabilmente responsabili dell’incremento di lattato durante il combattimento, dall’ analisi dei dati però non è stata riscontrata nessuna significativa correlazione tra l’andamento dei dati metabolici e le fasi di attacco e di lotta. Dai nostri risultati emerge in maniera interessante come durante le fasi attive del combattimento si siano raggiunti alti valori di lattato ematico e di frequenza cardiaca, rispettivamente di 12,55 mmol/L e di 182,68 b/min, ben oltre la SA rilevata nel test incrementale dove la HR si posizionava a 168,2 b/min. In conclusione si evidenzia come la Boxe Thailandese sia una disciplina caratterizzata da un considerevole impegno energetico-metabolico, sia aerobico che anaerobico. La predominanza del metabolismo lattacido è dimostrata dagli elevati valori di lattato osservati nel presente studio e dalla frequenza degli attacchi (8,6 ± 3,5 sec.). Questo studio potrà essere utilizzato dagli allenatori per la predisposizione di allenamenti specifici che inducano gli adattamenti propri della Muay Thai.
Resumo:
International labour migration processes of the last decades saw increasing numbers of solo female migrants employed in the developed countries. Many of these women were mothers who left their children in the sending countries and thus gave rise to a controversial phenomenon of transnational motherhood. The present thesis is based on the first empirical study of intergenerational narratives of mothers, Georgian labour migrants to Italy, and their children, left behind in Georgia. Mothers’ international labour migration is a challenge to the traditional ideology of motherhood. Although unconsciously migrant mothers often adhere to “alternative”, “rational”, future-oriented model(s) of parenting, they continue to live their experiences in the framework of traditional understandings of motherhood, which appears to be unequipped to “frame” transnational motherhood as, from its point of view, mothers’ choice to leave their children is reprehensible, yet transnational mothers’ physical absence is not an equivalent of “leaving” their children. Informants’ narratives strongly suggest that long periods of physical separation did not jeopardize bonds between mothers and children in transnational families. While informants’ selection bias is probable, the mother-child bond was not “broken” and the very essence of motherhood remained intact. Many forms of mothers’ and children’s online co-presence were documented during the interviews. Interviews also prove that the Internet cannot be considered a solution to the problem of family separation, experienced painfully by both mothers and children: it may reduce the pain caused by separation, but cannot be a substitute for mothers’ physical absence from their families. Despite the pain caused by separation, mothers’ emigration appeared to be the right decision made for the good of the family. Interviewed mothers almost univocally reported readiness to “keep going on”, and continue working in emigration to help their children until physically able to do so, because, as they put it, “motherhood never ends”.