11 resultados para Slow tourism e storytelling dos residentes

em AMS Tesi di Dottorato - Alm@DL - Università di Bologna


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Il presente lavoro intende analizzare il tema del turista lento che nell’ultimo decennio si è diffuso nel dibattito scientifico e culturale connesso al tema della sostenibilità e della qualità della vita e nel contesto dell’approccio teorico strutturato intorno alle nuove tendenze dello Slow Tourism. In una prima parte la tesi delinea il framework della sostenibilità con particolare attenzione al recente dibattito in corso sulla “decrescita” e l’“a-crescita” come concetti alternativi al paradigma della crescita. Successivamente viene evidenziato il modo in cui le idee di base ed i principi dello sviluppo sostenibile sono stati applicati al turismo e indagato il legame tra sostenibilità e responsabilità e come questo configura l’emergere di un turismo “responsustable”. In tale contesto viene analizzata la relazione tra turismo e lentezza in cui a filosofia slow non deve essere interpretata come un fenomeno del momento o un innovativo prodotto turistico, ma come una filosofia di vita, un movimento sociale e globale che negli ultimi anni ha caratterizzato i diversi ambiti socio-economici delle comunità locali. Successivamente attraverso una review della letteratura nazionale ed internazionale sul tema, la pluralità di prospettive teoriche vengono sistematizzate in tre ipotesi di lettura riconducibili a tre paradigmi: sostenibilità- slow tourism- territorio; benessere – slow tourism – qualità della vita; esperienza – slow tourism – consumo. Nella seconda parte del lavoro viene presentata l’indagine empirica a partire dall’analisi di contesto del territorio in cui si è svolta l’attività di ricerca, i nove comuni del Comprensorio Turistico della Valnerina in Umbria, con particolare riferimento all’analisi dell’offerta e della domanda turistica. Successivamente sono presentati i risultati di un questionario somministrato a 620 turisti attraverso il quale viene analizzato il profilo motivazionale, le esperienze di fruizione turistica e la percezione della qualità territoriale da parte del turista e delineato il profilo del turista slow in Valnerina.

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PROBLEM In the last few years farm tourism or agritourism as it is also referred to has enjoyed increasing success because of its generally acknowledged role as a promoter of economic and social development of rural areas. As a consequence, a plethora of studies have been dedicated to this tourist sector, focusing on a variety of issues. Nevertheless, despite the difficulties of many farmers to orient their business towards potential customers, the contribution of the marketing literature has been moderate. PURPOSE This dissertation builds upon studies which advocate the necessity of farm tourism to innovate itself according to the increasingly demanding needs of customers. Henceforth, the purpose of this dissertation is to critically evaluate the level of professionalism reached in the farm tourism market within a marketing approach. METHODOLOGY This dissertation is a cross-country perspective incorporating the marketing of farm tourism studied in Germany and Italy. Hence, the marketing channels of this tourist sector are examined both from the supply and the demand side by means of five exploratory studies. The data collection has been conducted in the timeframe of 2006 to 2009 in manifold ways (online survey, catalogues of industry associations, face-to-face interviews, etc.) according to the purpose of the research of each study project. The data have been analyzed using multivariate statistical analysis. FINDINGS A comprehensive literature review provides the state of the art of the main differences and similarities of farm tourism in the two countries of study. The main findings contained in the empirical chapters provide insights on many aspects of agritourism including how the expectations of farm operators and customers differ, which development scenarios of farm tourism are more likely to meet individuals’ needs, how new technologies can impact the demand for farm tourism, etc. ORIGINALITY/VALUE The value of this study is in the investigation of the process by which farmers’ participation in the development of this sector intersects with consumer consumption patterns. Focusing on this process should allow farm operators and others including related businesses to more efficiently allocate resources.

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Punto di partenza per il lavoro presentato, sono le tematiche legate alle pratiche di consumo di cibo in un’ottica che superi una semplice visione utilitaristica delle stesse, mentre viene evidenziato invece il più profondo rapporto uomo-cibo e i fenomeni di socializzazione che ne scaturiscono. Si trovano pertanto a coniugarsi la sociologia dei consumi e la sociologia della cultura. La base per questa visione del cibo e delle pratiche di produzione e consumo ad esso collegate è l’ipotesi che nel rapporto uomo-cibo sia individuabile un livello di significato superiore al mero utilitarismo/nutrizionismo, che si compone di una dimensione strutturale, una dimensione simbolica ed una dimensione metaforica. Il cibo, e di conseguenza tutte le pratiche ad esso collegate (produzione, elaborazione, consumo), rientrano pertanto in maniera naturale nella categoria “cultura”, e quindi, accostandoci al paradigma del passaggio da natura a società, attraverso il cibo si crea e si alimenta la socialità del consorzio umano, e quindi l’umanità stessa. Accostando a queste concettualizzazioni l’idea che il consumo in generale possa diventare una prassi tramite cui esperire una più diffusa ricerca di sostenibilità nello sviluppo del territorio, (facendosi carico delle conseguenze socio-ambientali derivanti dalla fruizione di determinati oggetti piuttosto che altri), si è sviluppata l’ipotesi che al consumo alimentare possa competere un ruolo precipuamente attivo nella definizione di pratiche sociali orientate alla sostenibilità, capaci cioè di integrare attraverso il consumo – e in relazione all’indebolimento delle tradizionali agenzie di socializzazione – quella perdita di senso civico e solidarietà organizzata che sperimentiamo nelle prassi di vita quotidiana. Sul piano operativo, la tesi è articolata in sei capitoli: • Il percorso presentato prende le mosse dalla considerazione che il cibo, inteso in un’ottica sociologica, costituisce un fattore culturale non irrilevante, anzi fondamentale per il consorzio umano. Si fornisce quindi una breve descrizione del ruolo del cibo nei suoi accostamenti con la definizione di un territorio (e quindi con la sua storia, economia e società), con le arti visive, con il cinema, con la musica, ma anche con la sfera sensoriale (tatto, gusto, olfatto) ed emotivo-cognitiva (psiche) dell’uomo. • Successivamente, si analizza nello specifico la funzione socializzante delle pratiche alimentari, ripercorrendo le tappe principali degli studi classici di sociologia e antropologia dell’alimentazione e introducendo anche l’idea di cibo come simbolo e metafora, che si riflettono sul piano sociale e sulle relazioni tra gli individui. La constatazione che le pratiche legate al cibo sono le uniche attività umane da sempre e per sempre irrinunciabili è un chiaro indicatore di come esse giochino un ruolo fondamentale nella socializzazione umana. • Nel terzo capitolo, la prospettiva simbolico-metaforica è la base di un’analisi di tipo storico delle pratiche alimentari, nello specifico delle pratiche di consumo di cibo, dalle origini dell’umanità ai giorni nostri. Viene presentato un excursus essenziale in cui l’attenzione è focalizzata sulla tavola, sui cibi ivi serviti e sugli eventi di socializzazione che si sviluppano attorno ad essa, considerando situazioni storico-sociali oggettive di cui si è in grado, oggi, di ricostruire le dinamiche e le fasi più significative. • Il quarto capitolo costituisce un momento di riflessione teorica intorno al tema della globalizzazione nella contemporaneità. Sia per una logica progressione cronologica all’interno del lavoro presentato, sia per la rilevanza in quanto inerente alla società attuale in cui viviamo, non si è potuto infatti non soffermarsi un po’ più a fondo sull’analisi delle pratiche alimentari nella contemporaneità, e quindi nella società generalmente definita come “globalizzata” (o “mcdonaldizzata”, per dirla alla Ritzer) ma che in realtà è caratterizzata da un più sottile gioco di equilibri tra dimensione locale e dimensione globale, che si compenetrano come anche nel termine che indica tale equilibrio: il “glocale”. In questo capitolo vengono presentati i principali riferimenti teorici relativi a queste tematiche. • Nel quinto capitolo è stata analizzata, quindi, la declinazione in senso “alimentare” della relazione tra globale e locale, e quindi non solo i mutamenti intercorsi nella contemporaneità nelle pratiche di produzione, scambio e consumo di cibo con particolare riferimento ai sistemi culturali e al territorio, ma anche alcune proposte (sia teoriche che pratiche) a garanzia di uno sviluppo sostenibile del territorio, che trovi i suoi fondamenti sulla perpetuazione di modalità tradizionali di produzione, commercio e consumo di cibo. • Nel sesto capitolo viene analizzato un caso di studio significativo, (il movimento Slow Food, con il suo progetto Terra Madre) senza la pretesa di confermare o smentire né le ipotesi di partenza, né i concetti emersi in itinere, ma semplicemente con l’intenzione di approfondire il percorso svolto attraverso l’esemplificazione operativa e la ricerca entro un piccolo campione composto da testimoni significativi e intervistati, sottoposti a colloqui e interviste incentrate su item inerenti i temi generali di questo lavoro e sul caso di studio considerato. La scelta del caso è motivata dalla considerazione che, alla luce delle filosofia che lo anima e delle attività che svolge, il movimento Slow Food con il progetto Terra Madre costituisce una vera e propria eccellenza nella pianificazione di uno sviluppo sostenibile del territorio e delle sue risorse, tanto economiche quanto sociali e culturali. L’intera analisi è stata condotta tenendo presente l’importanza della comparazione e della collocazione del singolo caso non solo nel contesto sociale di riferimento, ma anche in sintonia con l’ipotesi della ricerca, e quindi con l’assunto che le pratiche alimentari possano guidare uno sviluppo sostenibile del territorio. Per analizzare la realtà individuata, si è in primo luogo proceduto alla raccolta e all’analisi di dati e informazioni volte alla ricostruzione della sua storia e del suo sviluppo attuale. Le informazioni sono state raccolte attraverso l’analisi di materiali, documenti cartacei e documenti multimediali. Si è poi proceduto con colloqui in profondità a testimoni significativi individuati nell’ambito delle attività promosse da Slow Food, con particolare riferimento alle attività di Terra Madre; le informazioni sono state elaborate con l’ausilio dell’analisi del contenuto. Alla luce di quanto analizzato, tanto a livello teorico quanto a livello empirico, la tesi si conclude con alcune considerazioni che, in linea con la finalità dichiarata di approfondire (più che di confermare o smentire) le ipotesi di partenza circa un ruolo fondamentale delle pratiche alimentari nello sviluppo sostenibile del territorio, non possono comunque non tendere ad una convalida dei concetti introduttivi. Si individuano pertanto spunti importanti per affermare che nelle pratiche alimentari, nei tre momenti in cui trovano specificazione (la produzione, lo scambio, il consumo), siano individuabili quei semi valoriali che possono dare solidità alle ipotesi di partenza, e che quindi - nell’intento di operare per uno sviluppo sostenibile del territorio - sia possibile farne un valido strumento al fine di costruire dei veri e propri percorsi di sostenibilità ancorati ai concetti di tutela della tradizione locale, recupero e salvaguardia dei metodi tradizionali di produzione e conservazione, certificazione di tipicità, controllo della distribuzione, riscatto e promozione delle modalità tradizionali di consumo con particolare riferimento alle culture locali.

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The main objective of this research is to demonstrate that the Clean Development Mechanism (CDM), an instrument created under a global international treaty, can achieve multiple objectives beyond those for which it has been established. As such, while being already a powerful tool to contribute to the global fight against climate change, the CDM can also be successful if applied to different sectors not contemplated before. In particular, this research aimed at demonstrating that a wider utilization of the CDM in the tourism sector can represent an innovative way to foster sustainable tourism and generate additional benefits. The CDM was created by Article 12 of the Kyoto Protocol of the United Nations Framework Convention on Climate Change (UNFCCC) and represents an innovative tool to reduce greenhouse gases emissions through the implementation of mitigation activities in developing countries which generate certified emission reductions (CERs), each of them equivalent to one ton of CO2 not emitted in the atmosphere. These credits can be used for compliance reasons by industrialized countries in achieving their reduction targets. The logic path of this research begins with an analysis of the scientific evidences of climate change and its impacts on different economic sectors including tourism and it continues with a focus on the linkages between climate and the tourism sector. Then, it analyses the international responses to the issue of climate change and the peculiar activities in the international arena addressing climate change and the tourism sector. The concluding part of the work presents the objectives and achievements of the CDM and its links to the tourism sector by considering case studies of existing projects which demonstrate that the underlying question can be positively answered. New opportunities for the tourism sector are available.

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In the frame of EU rural policy, always more oriented towards environmental concerns and green livelihoods, Romania stands out for the predominance of rural areas and high nature value farming. The country has to face the challenge of joining the modernization process of rural farming systems with the valorization of local assets. Tourism has emerged as one of the main drivers of change and contributors for a sustainable exploitation of local resources. Rural tourism (RT) can foster the enhancement of the territorial capital (TC), the preservation of public goods (PGs) and the promotion of a more environmental oriented livelihood. The research focuses on a case study area, two valleys from Maramureş, where environmental approaches as diversification strategies are partially explored. The work investigates the role of tourism initiatives for the promotion of green oriented practices. The first part of the work is based on a literature review and interdisciplinary analysis of secondary data to identify the key issues: from rural development policy, to the concept of TC, of PGs and RT. The Romanian development programmes and related strategies are investigated; afterwards the characteristics of the County and the role of RT as diversification and valorisation policies is considered. The second part is based on the collection of primary data through interviews to different local stakeholders (farmers owners of rural guesthouses, local administrators, networks and artisans). The main frequencies are analyzed, a cluster analysis is computed to evaluate the similarities within the most representative groups and a comparative analysis is carried out between the two Valleys. The frame of the analysis is based on a set of indicators following the dimensions of the TC, to assess the characteristics of the local stakeholders and to outline the perception about the local PGs and on the adopted strategies to manage the territory. Final considerations are elaborated and few scenarios are outlined, giving relevance to the importance of improving awareness and creating embeddedness among public-private local stakeholders and resources as a tool for a socio-economic and environmental development of the area.

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Oxidative stress has been implicated in the pathogenesis of a number of diseases including neurodegenerative disorders, cancer, ischemia, etc. Alzheimer’s disease (AD) is histopathologically characterized by the presence of extracellular senile plaque (SP), predominantly consisting of fibrillar amyloid-peptide (Aβ), intracellular neurofibrillary tangles (NFTs), composed of hyperphosphorylated tau protein, and cell loss in the selected regions of the brain. However, the pathogenesis of AD remains largely unknown, but a number of hypothesis were proposed for AD mechanisms, which include: the amyloid cascade, excitotoxicity, oxidative stress and inflammation hypothesis, and all of them are based, to some extent on the role of A. Accumulated evidence indicates that the increased levels of ROS may act as important mediators of synaptic loss and eventually promote formation of neurofibrillary tangles and senile plaques. Therefore a vicious circle between ROS and Aaccumulation may accelerate progression of AD. For these reasons, growing attention has focused on oxidative mechanism of Atoxicity as well as the search for novel neuroprotective agents. A strategy to prevent the oxidative stress in neurons may be the use of chemopreventive agents as inducers of antioxidant and phase 2 enzymes. Sulforaphane (SF), derived from corresponding glucoraphanin, glucosinolate found in abundance in cruciferous vegetables, has recently gained attention as a potential neuroprotective compound inducer of antioxidant phase 2 enzymes. Consistent with this evidence, the study is aimed at identifying the SF ability to prevent and counteract the oxidative damage inducted by oligomers of Aβ (1-42) in terms of impairment in the intracellular redox state and cellular death in differentiated human neuroblastoma and microglia primary cultures. In addition we will evaluated the mechanism underlying the SF neuroprotection activity.

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Il lavoro di tesi parte da un presupposto di osservazione empirica. Dopo aver rilevato la ricorrenza da parte di registi teatrali del panorama internazionale all’adattamento di testi non drammatici, ma narrativi per la scena, si è deciso di indagare come la natura narrativa dei testi di partenza si adatti, permanga o muti nel passaggio dal medium narrativo a quello spettacolare. La tesi si suddivide in tre parti. Nella parte intitolata “Della metodologia” (un capitolo), viene illustrato il metodo adottato per affrontare l’analisi degli spettacoli teatrali. Facendo riferimento alla disciplina semiotica teatrale, si è definito l’oggetto empirico di studio come testo spettacolare/performance text. La seconda parte della tesi, “Della comparazione dei modelli comunicativi”, (due capitoli), procede nella definizione: 1) dell’elemento teorico da indagare nei testi spettacolari, ovvero, la “narratività”; 2) dei modelli comunicativi della narrazione e dello spettacolo teatrale e delle loro intersezioni o differenze. Nella terza parte della tesi, “Della critica”, (due capitoli), vengono analizzate alcune delle opere del regista Jurij Ljubimov (Russia), Eimuntas Nekrošius (Lituania), Alvis Hermanis (Lettonia). La scelta è ricaduta sulle opere di questi registi in base a una considerazione: 1) culturale: si è deliberatamente circoscritta la sfera di indagine alla produzione teatrale russa e post-sovietica; 2) estetica: è stato osservato che la linea registica inaugurata da Jurij Ljubimov va permeando l’attività registica di registi più giovani come Nekrošius e Hermanis; 3) statistica: Ljubimov, Nekrošius, Hermanis hanno scelto di mettere in scena testi non drammatici con una elevata frequenza. La tesi è corredata da un’ampia appendice iconografica. Per l’analisi dei testi spettacolari si è fatto riferimento alla visione degli spettacoli in presa diretta in Italia e all’estero.

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The evaluation of the farmers’ communities’ approach to the Slow Food vision, their perception of the Slow Food role in supporting their activity and their appreciation and expectations from participating in the event of Mother Earth were studied. The Unified Theory of Acceptance and Use of Technology (UTAUT) model was adopted in an agro-food sector context. A survey was conducted, 120 questionnaires from farmers attending the Mother Earth in Turin in 2010 were collected. The descriptive statistical analysis showed that both Slow Food membership and participation to Mother Earth Meeting were much appreciated for the support provided to their business and the contribution to a more sustainable and fair development. A positive social, environmental and psychological impact on farmers also resulted. Results showed also an interesting perspective on the possible universality of the Slow Food and Mother Earth values. Farmers declared that Slow Food is supporting them by preserving the biodiversity and orienting them to the use of local resources and reducing the chemical inputs. Many farmers mentioned the language/culture and administration/bureaucratic issues as an obstacle to be a member in the movement and to participate to the event. Participation to Mother Earth gives an opportunity to exchange information with other farmers’ communities and to participate to seminars and debates, helpful for their business development. The absolute majority of positive answers associated to the farmers’ willingness to relate to Slow Food and participate to the next Mother Earth editions negatively influenced the UTAUT model results. A factor analysis showed that the variables associated to the UTAUT model constructs Performance Expectancy and Effort Expectancy were consistent, able to explain the construct variability, and their measurement reliable. Their inclusion in a simplest Technology Acceptance Model could be considered in future researches.

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Rural tourism is relatively new product in the process of diversification of the rural economy in Republic of Macedonia. This study used desk research and life story interviews of rural tourism entrepreneurs as qualitative research method to identify prevalent success influential factors. Further quantitative analysis was applied in order to measure the strength of influence of identified success factors. The primary data for the quantitative research was gathered using telephone questionnaire composed of 37 questions with 5-points Likert scale. The data was analyzed using Partial Least Squares Structural Equation Modeling (PLS-SEM) by SmartPLS 3.1.6. Results indicated that human capital, social capital, entrepreneurial personality and external business environment are predominant influential success factors. However, human capital has non-significant direct effect on success (p 0.493) nonetheless the effect was indirect with high level of partial mediation through entrepreneurial personality as mediator (VAF 73%). Personality of the entrepreneur, social capital and business environment have direct positive affect on entrepreneurial success (p 0.001, 0.003 and 0.045 respectably). Personality also mediates the positive effect of social capital on entrepreneurial success (VAF 28%). Opposite to the theory the data showed no interaction between social and human capital on the entrepreneurial success. This research suggests that rural tourism accommodation entrepreneurs could be more successful if there is increased support in development of social capital in form of conservation of cultural heritage and natural attractions. Priority should be finding the form to encourage and support the establishment of formal and informal associations of entrepreneurs in order to improve the conditions for management and marketing of the sector. Special support of family businesses in the early stages of the operation would have a particularly positive impact on the success of rural tourism. Local infrastructure, access to financial instruments, destination marketing and entrepreneurial personality have positive effect on success.

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Rural tourism has been widely promoted in the European Union as an effective measure counteracting economic and social challenges facing rural areas especially those with declining agriculture economies. Particularly its role is seen in provision and maintenance of public goods which are more and more demanded by the public and considered in the policymaking. In Kosovo, rural tourism has been developed through the support of the international organizations and private sector initiatives, with primary aim to generate additional income for rural households and sustainable management of natural and cultural resources. Anyhow, it could be stated that the use of territorial capital to enhance the quality of the tourist offer and undertake promotion at wider circles of people has not been well explored so far, particularly possible links with agriculture that would satisfy visitors demand. In this regard this research study analyzes involvement of local stakeholders and use of territorial capital to develop tourist offer in rural areas of Kosovo. Beside, study applies comparative approach with other two areas of the European Union, Appennino Bolognese in Italy and Alpujara in Spain, to understand and compare the process of rural tourism development and demand characteristics between Kosovo and these areas. A survey has been conducted in all three study areas with rural tourism visitors to understand their preferences for public and private goods and services when visiting rural areas and the role of agriculture in sustaining rural tourism. Results show that there is a potential to link rural tourism with agriculture in Kosovo, which would help in sustaining agriculture and add additional value to local food products, which in return would enhance the tourist offer and make it more attractive for the visitors but also for the farmers as an additional revenue generating sector.