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em AMS Tesi di Dottorato - Alm@DL - Università di Bologna
Resumo:
Gonocerus acuteangulatus (Hemiptera: Coreidae) è considerato uno dei principali fitofagi del nocciolo, in grado di causare con l’attività trofica pesanti perdite quali-quantitative di produzione. Nel triennio sono state quindi condotte indagini sulla bioetologia di G. acuteangulatus volte a: I) studiare comportamento alimentare ed effetti sulla produzione corilicola, II) identificare i feromoni e valutarne l’attività mediante biosaggi fisiologici e comportamentali in laboratorio, semi-campo e campo, III) rilevare le piante ospiti alternative al nocciolo. Mediante isolamento di adulti del coreide su rami di nocciolo con frutti è stata confermata l’assenza di correlazione fra entità del danno e numerosità degli individui presenti in corileto. Dalle analisi sensoriali su nocciole sane e danneggiate è emerso che le alterazioni causate delle punture di nutrizione sono rese più evidenti da conservazione e tostatura. Variazioni di tempi e temperature di tostatura potrebbero mitigare gli effetti del cimiciato. Nello studio dei feromoni, G. acuteangulatus, molto mobile nell’ambiente, è risultato poco adatto ai biosaggi in condizioni artificiali, come quelle in olfattometro e semi-campo. Le femmine sono tuttavia apparse attrattive per adulti di entrambi i sessi, mentre la miscela feromonale sintetizzata ha mostrato un’azione attrattiva, seppure non costante. Pertanto, ulteriori ripetizioni sono necessarie per convalidare questi risultati preliminari, modificando le condizioni di saggio in relazione alle caratteristiche della specie. Infine è stata accertata la preferenza del fitofago per alcune specie vegetali rispetto al nocciolo. Nel corso del triennio, popolazioni molto consistenti di G. acuteangulatus sono state rilevate su bosso, ciliegio di Santa Lucia, rosa selvatica, sanguinello, spino cervino, in corrispondenza del periodo di comparsa e maturazione dei frutti. Nell’impostazione di una strategia di difesa a basso impatto ambientale, l’attrattività di queste piante, in sinergia con eventuali feromoni di aggregazione, potrebbe essere utilmente sfruttata, per mantenere il coreide lontano dalla coltura.
Resumo:
Acrylamide (AA) is an undesirable food toxic compound, classified as 'probably carcinogenic to humans' by the International Agency for Research on Cancer due to its toxic effects, including neurotoxicity, genotoxicity, carcinogenicity and reproductive toxicity. AA is mainly formed during the heat treatment of foods (> 120 °C) by the Maillard reaction, an essential reaction that also allows the desired levels of shelf-life and sensory properties of various food products to be achieved. Over the years, authorities and regulations have become more restrictive regarding the maximum levels of AA permitted in foods and beverages. The latest Commission Regulation (EU) 2017/2158 contains reference levels and measures to reduce AA in several food groups that contribute to the highest dietary intake, making necessary the study of promising AA mitigation strategies. The aim of this PhD research project was to identify, characterise and optimise some AA mitigation strategies in the most at-risk widely consumed foods such as potato, coffee and bakery products. Some AA control strategies were selected and investigated for each food category, also considering the main quality characteristics of the final products. The comprehensive results obtained during the three years of research activity have allowed a deeper knowledge of the traditional and innovative AA mitigation strategies, which can be extremely useful for both the food industry and international authorities. The most promising strategies studied in terms of reduction of AA while maintaining the main quality characteristics of the examined foods were: the application of pulsed electric fields and yeast immersion as pre-treatments of chips for frying; the selection of high roasting degrees for coffee products; the selection of static baking conditions for biscuits; the optimisation of alternative biscuit’ formulations by both the use of chickpea legume flour and of flour from bean with intact cotyledon cell walls.