3 resultados para Reptiles.
em AMS Tesi di Dottorato - Alm@DL - Università di Bologna
Stratigraphy and Palaeontology of the Late Cretaceous Wapiti Formation, west-central Alberta, Canada
Resumo:
A complete stratigraphic assessment and revision of the middle Campanian to upper Maastrichtian Wapiti Formation in north-western Alberta and north-eastern British Columbia is the main aim of this research project. The study area encompasses an area of approximately 200X180 km in the Grande Prairie County (west-central Alberta) and easternmost British Columbia, Canada. Results presented here indicate that the 1300m thick succession currently reported in the literature as “undifferentiated lithostratigraphic unit”, consists of five lithostratigraphic units and four unconformity-bounded depositional sequences; their study and description have been documented integrating several geological disciplines, including sequence stratigraphic methods, well-log signatures, facies analysis, and fossil associations. On the whole, particular attention has been given to 1) age and nature of both basal and upper contacts of the Wapiti Formation, 2) effective mappability of lithostratigraphic units and depositional sequences in western Alberta, and 3) the identification of previously undetermined maximum flooding surface of the Bearpaw seaway and Drumheller Marine Tongue, which are reference marine unit in central and southern Alberta. A second, but not less important, guideline for the project has been the rich paleontological record of the Wapiti deposits. Detailed paleoenvironmental and taxonomical information on old and new finds have been the base for correlation with well known associations of Alaska, southern Alberta, and Montana. Newly discovered rich fossil localities documented an extraordinarily diverse fauna during the latest Cretaceous, including dinosaurs, squamates, and fresh-water fishes and reptiles. Lastly, in order to better characterize the Wapiti Formation, major marker beds were described: these include several bentonites (altered volcanic ash deposits) which have been documented over an area of almost 30.000 km2, as well as four major coal zones, characterized by tabular coal seams with an overall thickness of 2 meters. Such marker beds represent a formidable tool for high-resolution chronology and regional correlations within the Late Cretaceous Alberta foreland basin.
Resumo:
Il presente studio rappresenta la prima applicazione della tecnica CEUS in alcune delle più diffuse specie non convenzionali, nonché la prima nei rettili. In particolare è stata investigata la perfusione di fegato e milza in 10 conigli, 10 furetti e il fegato in 8 iguane. Per quanto riguarda i mammiferi, la tecnica è risultata di facile attuazione e i risultati ottenuti erano equiparabili a quelli documentati per i piccoli animali. Maggiore variabilità si è messa in evidenza a livello splenico in entrambe le specie e nel coniglio rispetto al furetto. Nelle iguane è stata necessaria una modifica del protocollo a seguito dei tempi più lunghi delle fasi di wash in e di wash out. Le curve ottenute erano caratterizzate da picchi più bassi e TTP più lunghi, con wash out incompleto anche dopo 10 minuti di indagine. Nelle iguane l’indagine del fegato è stata approfondita grazie all’esecuzione di TC dinamiche con MDC, studio pioneristico per quanto riguarda la medicina dei rettili. L’esecuzione è avvenuta senza problemi in anestesia generale. Diffusione del MDC e conseguenti variazione di HU a livello aortico e epatico sono state considerate contemporaneamente, con costruzione di curve HU-tempo piuttosto ripetibili, entrambe caratterizzate da un wash in rapido, un picco, particolarmente alto a livello aortico, e da una fase di wash out più lento, anche qui incompleto dopo i 600 secondi di indagine. Una certa variabilità è stata notata in tre individui, risultato attendibile conseguentemente alla forte dipendenza da fattori intriseci ed estrinseci del metabolismo e della funzionalità epatica dei rettili. L’intero protocollo è stato applicato in un furetto e due iguane patologiche, al fine di evidenziare le potenzialità cliniche delle tecniche. Sebbene il numero esiguo di casi non permetta di trarre conclusioni a questo riguardo, l’ultimo capitolo della tesi vuole essere uno spunto per studi futuri.
Resumo:
Poiché le infestazioni parassitarie dei rettili in cattività possono incidere sulla loro salute, è stato condotto uno studio sui parassiti intestinali e gli ectoparassiti su 213 rettili del Bioparco di Roma. In cattività, dove gli animali sono confinati in piccoli spazi, la concentrazione di parassiti può essere più alta. Alcuni di essi sono innocui, ma altri, specialmente in associazione allo stress, possono essere pericolosi, causare malattie e portare anche alla morte se non trattati. Inoltre, i rettili parassitati hanno una vita più breve, sono più suscettibili ad altre malattie, hanno scarsa fertilità, ridotta crescita ed alta mortalità. Tra Gennaio 2012 e Dicembre 2014 sono stati raccolti campioni da 213 rettili che non mostravano alcun segno clinico e che includevano 23 specie di sauri, 20 specie di cheloni, 20 specie di ofidi e 4 specie di alligatori. I campioni sono stati esaminati per la presenza di parassiti intestinali mediante copromicroscopia di tipo qualitativo previa sedimentazione e successiva flottazione, mentre la tecnica di Zihel-Neelsen è stata usata per la ricerca di oocisti di Cryptosporidium . I campioni di feci sottoposti ad esame copromicroscopico qualitativo sono risultati positivi per almeno una tipologia di endoparassiti nel 49% dei casi. Il 35% dei campioni è risultato positivo per ossiuri, il 22% per coccidi, l’1% per strongili ed il 5% per ascaridi. Degli strisci fecali colorati con la tecnica di Zihel-Neelsen, il 25% sono risultati positivi per Cryptosporidium spp. Ossiuri e coccidi sono stati più prevalenti nei sauri rispetto ai cheloni, agli ofidi e agli alligatori e nel 14% è stata osservata la presenza di entrambi. Inoltre, per quanto riguarda gli ectoparassiti, sono state rilevate uova di Myocoptes musculinus nel 24% dei rettili esaminati. Tutti gli strisci risultati positivi per Cryptosporidium spp. sono stati inviati all’Università di Santiago de Compostela per essere sottoposti alla tecnica PCR.