4 resultados para Repeated Load Triaxial (RLT) test
em AMS Tesi di Dottorato - Alm@DL - Università di Bologna
Resumo:
Introduction: The term Clinimetric was introduced by Feinstein in 1982, who first noticed that despite all the improvements in the assessment methods, a number of clinical phenomena were still unconsidered during the evaluation process. Yet today clinical phenomena, such as stress, relevant in diseases progression and course, are not completely evaluated. Only recently, according to the clinimetric approach, Fava and colleagues have introduced specific criteria for evaluating the allostatic overload in clinical setting. Methods: Participants were 240 blood donors recruited from May 2007 to December 2009 in 4 different blood Centers (AVIS) in Italy. Blood samples from each participant were collected for laboratory test the same day the self-rating instruments were administered (Psychosocial Index, Symptom Questionnaire, Psychological well-being scales, Temperament and Character inventory, Self-Report Altruism scale). The study explore different aspects describing sample characteristics and correlates of stress in the total sample (part I), new selection criteria applied to existing instruments to identify individuals reporting allostatic load (part II), and differences on biological correlates between subjects with vs without AL. Results: Significant differences according to gender and past illnesses have been found in different dimensions of well-being and distress. Further, distress was explained for more than 60% by 4 main factors such as anxiety, somatic symptoms, environmental mastery and persistence. According to the new criteria, 98 donors reported AL. Allostatic load individuals reported to engage in less altruistic behaviours. Also they differ in personality traits and characters from controls. In the last part, results showed significant differences among donors according to allostatic load on diverse biological parameters (RBC, MCV, immune essay). Conclusion: This study presents obvious limitations due to its preliminary nature. Further research are need to confirm that these new criteria may lead to identify high risk individuals reporting not only stressful situations but also vulnerabilities.
Resumo:
I crescenti volumi di traffico che interessano le pavimentazioni stradali causano sollecitazioni tensionali di notevole entità che provocano danni permanenti alla sovrastruttura. Tali danni ne riducono la vita utile e comportano elevati costi di manutenzione. Il conglomerato bituminoso è un materiale multifase composto da inerti, bitume e vuoti d'aria. Le proprietà fisiche e le prestazioni della miscela dipendono dalle caratteristiche dell'aggregato, del legante e dalla loro interazione. L’approccio tradizionalmente utilizzato per la modellazione numerica del conglomerato bituminoso si basa su uno studio macroscopico della sua risposta meccanica attraverso modelli costitutivi al continuo che, per loro natura, non considerano la mutua interazione tra le fasi eterogenee che lo compongono ed utilizzano schematizzazioni omogenee equivalenti. Nell’ottica di un’evoluzione di tali metodologie è necessario superare questa semplificazione, considerando il carattere discreto del sistema ed adottando un approccio di tipo microscopico, che consenta di rappresentare i reali processi fisico-meccanici dai quali dipende la risposta macroscopica d’insieme. Nel presente lavoro, dopo una rassegna generale dei principali metodi numerici tradizionalmente impiegati per lo studio del conglomerato bituminoso, viene approfondita la teoria degli Elementi Discreti Particellari (DEM-P), che schematizza il materiale granulare come un insieme di particelle indipendenti che interagiscono tra loro nei punti di reciproco contatto secondo appropriate leggi costitutive. Viene valutata l’influenza della forma e delle dimensioni dell’aggregato sulle caratteristiche macroscopiche (tensione deviatorica massima) e microscopiche (forze di contatto normali e tangenziali, numero di contatti, indice dei vuoti, porosità, addensamento, angolo di attrito interno) della miscela. Ciò è reso possibile dal confronto tra risultati numerici e sperimentali di test triassiali condotti su provini costituiti da tre diverse miscele formate da sfere ed elementi di forma generica.
Resumo:
Il primo studio ha verificato l'affidabilità del software Polimedicus e gli effetti indotti d'allenamento arobico all’intensità del FatMax. 16 soggetti sovrappeso, di circa 40-55anni, sono stati arruolati e sottoposti a un test incrementale fino a raggiungere un RER di 0,95, e da quel momento il carico è stato aumentato di 1 km/ h ogni minuto fino a esaurimento. Successivamente, è stato verificato se i valori estrapolati dal programma erano quelli che si possono verificare durante a un test a carico costante di 1ora. I soggetti dopo 8 settimane di allenamento hanno fatto un altro test incrementale. Il dati hanno mostrato che Polimedicus non è molto affidabile, soprattutto l'HR. Nel secondo studio è stato sviluppato un nuovo programma, Inca, ed i risultati sono stati confrontati con i dati ottenuti dal primo studio con Polimedicus. I risultati finali hanno mostrato che Inca è più affidabile. Nel terzo studio, abbiamo voluto verificare l'esattezza del calcolo del FatMax con Inca e il test FATmaxwork. 25 soggetti in sovrappeso, tra 40-55 anni, sono stati arruolati e sottoposti al FATmaxwork test. Successivamente, è stato verificato se i valori estrapolati da INCA erano quelli che possono verificarsi durante un carico di prova costante di un'ora. L'analisi ha mostrato una precisione del calcolo della FatMax durante il carico di lavoro. Conclusione: E’ emersa una certa difficoltà nel determinare questo parametro, sia per la variabilità inter-individuale che intra-individuale. In futuro bisognerà migliorare INCA per ottenere protocolli di allenamento ancora più validi.
Resumo:
The main objective of this thesis is to obtain a better understanding of the methods to assess the stability of a slope. We have illustrated the principal variants of the Limit Equilibrium (LE) method found in literature, focalizing our attention on the Minimum Lithostatic Deviation (MLD) method, developed by Prof. Tinti and his collaborators (e.g. Tinti and Manucci, 2006, 2008). We had two main goals: the first was to test the MLD method on some real cases. We have selected the case of the Vajont landslide with the objective to reconstruct the conditions that caused the destabilization of Mount Toc, and two sites in the Norwegian margin, where failures has not occurred recently, with the aim to evaluate the present stability state and to assess under which conditions they might be mobilized. The second goal was to study the stability charts by Taylor and by Michalowski, and to use the MLD method to investigate the correctness and adequacy of this engineering tool.