6 resultados para Public private partnerships (PPPs)
em AMS Tesi di Dottorato - Alm@DL - Università di Bologna
Resumo:
Il lavoro mira a fornire un complessivo inquadramento dell'istituto della società mista, identificato in primo luogo quale strumento di diritto privato a cui partecipano soggetti pubblici e soggetti privati. L'indagine si svolge su differenti piani di valutazione. Si dà ragione delle caratteristiche peculiari di tale contratto associativo e dei limiti che il nostro ordinamento impone allo sviluppo della figura. L'attenzione si sposta poi sulla specifica declinazione che il modello di società mista ha assunto in ambito europeo attraverso l'analisi del partenariato pubblico privato istituzionalizzato. L'istituto è di particolare interesse perchè individua nella società mista un modello organizzativo dai tratti specifici, all'interno del quale il ruolo del socio privato assume connotazioni e forme non comuni a tutti i modelli societari. La ricerca mira a mostrare come tale figura ha trovato riscontro nell'ordinamento interno e quali possibili sviluppi la stessa possa trovare in differenti campi della vita economica. In questi termini, si cerca di valutare quale sia l'incidenza delle procedure competitive nella costituzione e nella vita della società mista ed in che termini lo svolgimento delle attività affidate al socio privato debba essere inquadrato all'interno del rapporto di partenariato. Sul punto è centrale la declinazione fornita all'istituto in relazione ad uno specifico ambito di attività: i servizi pubblici locali di rilevanza economica. In questo contesto, particolarmente rilevante sul piano sistematico è la ricerca di un equilibrio tra il rispetto delle disciplina posta a tutela della concorrenza, ed il perseguimento delle finalità che hanno portato alla scelta di costruire una società mista. La scelta in favore di tale modello organizzativo pare infatti giustificata solo qualora essa apporti un reale vantaggio nella gestione del servizio e la realizzazione di concrete sinergie positive.
Resumo:
L’idea fondamentale da cui prende avvio la presente tesi di dottorato è che sia possibile parlare di una svolta nel modo di concettualizzare e implementare le politiche sociali, il cui fuoco diviene sempre più la costruzione di reti di partnership fra attori pubblici e privati, in cui una serie di soggetti sociali plurimi (stakeholders) attivano fra loro una riflessività relazionale. L’ipotesi generale della ricerca è che, dopo le politiche improntate a modelli statalisti e mercatisti, o un loro mix, nella politica sociale italiana emerga l’esigenza di una svolta riflessiva e relazionale, verso un modello societario, sussidiario e plurale, e che di fatto – specie a livello locale – stiano sorgendo molte iniziative in tal senso. Una delle idee più promettenti sembra essere la creazione di distretti sociali per far collaborare tra loro attori pubblici, privati e di Terzo settore al fine di creare forme innovative di servizi per la famiglia e la persona. La presente tesi si focalizza sul tentativo della Provincia di Trento di distrettualizzare le politiche per la famiglia. Tramite l’analisi del progetto “Trentino – Territorio Amico della Famiglia” e di una sua verticalizzazione, il Distretto Famiglia, si è studiato l’apporto delle partnership pubblico-privato nella formazione di strumenti innovativi di governance che possano determinare una svolta morfogenetica nell’elaborazione di politiche per la famiglia. Le conclusioni del lavoro, attraverso una comparazione tra esperienze territoriali, presentano la differenziazione delle partnership sociali, in base ad alcuni variabili (pluralità di attori, pluralità di risorse, shared project, capitale sociale, decision making, mutual action, logiche di lavoro relazionale, sussidiarietà). Le diverse modalità di gestione delle partnership (capacitante, professionale e generativa) sintetizzano i portati culturali, strutturali e personali coinvolti nelle singole costruzioni. Solo le partnership che interpretano il loro potenziale regolativo e promozionale secondo la riflessività relazionale tendono a generare beni comuni nel contesto sociale.
Resumo:
In the frame of EU rural policy, always more oriented towards environmental concerns and green livelihoods, Romania stands out for the predominance of rural areas and high nature value farming. The country has to face the challenge of joining the modernization process of rural farming systems with the valorization of local assets. Tourism has emerged as one of the main drivers of change and contributors for a sustainable exploitation of local resources. Rural tourism (RT) can foster the enhancement of the territorial capital (TC), the preservation of public goods (PGs) and the promotion of a more environmental oriented livelihood. The research focuses on a case study area, two valleys from Maramureş, where environmental approaches as diversification strategies are partially explored. The work investigates the role of tourism initiatives for the promotion of green oriented practices. The first part of the work is based on a literature review and interdisciplinary analysis of secondary data to identify the key issues: from rural development policy, to the concept of TC, of PGs and RT. The Romanian development programmes and related strategies are investigated; afterwards the characteristics of the County and the role of RT as diversification and valorisation policies is considered. The second part is based on the collection of primary data through interviews to different local stakeholders (farmers owners of rural guesthouses, local administrators, networks and artisans). The main frequencies are analyzed, a cluster analysis is computed to evaluate the similarities within the most representative groups and a comparative analysis is carried out between the two Valleys. The frame of the analysis is based on a set of indicators following the dimensions of the TC, to assess the characteristics of the local stakeholders and to outline the perception about the local PGs and on the adopted strategies to manage the territory. Final considerations are elaborated and few scenarios are outlined, giving relevance to the importance of improving awareness and creating embeddedness among public-private local stakeholders and resources as a tool for a socio-economic and environmental development of the area.
Resumo:
La presente tesi ha come scopo quello di individuare alcune problematiche relative all’esercizio e alla limitazione del diritto alla libertà di espressione nel contesto delle attività globali di sorveglianza e controllo delle tecnologie dell’informazione e della comunicazione. Tali attività, poste in essere da parte degli Stati e da parte degli operatori privati, sono favorite dal nebuloso rapporto tra norme di fonte pubblica, privata e informatica, e sono invece osteggiate dal ricorso, collettivo e individuale, alle possibilità offerte dalle tecnologie stesse per la conduzione di attività in anonimato e segretezza. La sorveglianza globale nel contesto delle privatizzazioni si serve del codice e dell’autonomia privata, così come la resistenza digitale ricorre alle competenze informatiche e agli spazi di autonomia d’azione dell’individuo. In questo contesto, la garanzia dell’esistenza e dell’esercizio dei diritti fondamentali dell’individuo, tra tutti il diritto alla libertà di espressione e il diritto alla tutela della riservatezza, passa per l’adozione di tecniche e pratiche di autotutela attraverso l’utilizzo di sistemi di cifratura e comunicazioni anonime. L’individuo, in questo conflitto tecnico e sociale, si trova a dover difendere l’esercizio dei propri diritti e finanche l’adempimento ai propri doveri, quando attinenti a particolari figure professionali o sociali, quali avvocati, operatori di giustizia, giornalisti, o anche semplicemente genitori. In conclusione dell’elaborato si propongono alcune riflessioni sulla formazione della cittadinanza e del mondo professionale, da parte dei giuristi delle nuove tecnologie, all’uso cosciente, consapevole e responsabile delle nuove tecnologie dell’informazione, con lo stimolo ad orientare altresì le proprie attività alla tutela e alla promozione dei diritti umani fondamentali, democratici, costituzionali, civili e sociali.
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Around 5 million women give birth each year in Europe and, while breastfeeding, the majority of them may need to take medications, either occasionally or continuously. Unfortunately, there is often scarce evidence of trustworthy information about how a specific molecule might affect the physiology of lactation. This is the reason that brought a European public-private partnership to fund the development of a reliable platform to provide women and health-care professionals a helpful instrument to reduce uncertainty about the effects of medication used during breastfeeding. On April 1st 2019, the ConcePTION project (Grant Agreement n°821520) started to develop such envisaged platform. The 3rd Work Package was in charge of the validation of in vitro, in vivo and in silico lactation models. Between the numerous species currently used in preclinical studies, pigs’ similarities with humans’ anatomy, physiology and genomics make them extremely useful as translational models, when proper veterinary expertise is applied. The ASA team from the University of Bologna, went first to characterize the translational lactation model using the swine species, chosen upon literature review. The aim of this work was to lay the foundations of a porcine lactation model that could be suitable for application within pharmaceutical tests, to study drug transfer through milk prior approval and commercialization. The obtained results highlighted both strengths and critical points of the study design, allowing a significant improvement in the knowledge of pharmacokinetic physiology in lactating mammals. Lastly, this project allowed the assessment of microbial changes in gut resident bacteria of newborns through an innovative in vitro colonic model. Indeed, even if there were no evident adverse effects determined by drug residues in milk, possible alterations in the delicate microbial ecology of newborns’ gastrointestinal tract was considered pivotal, giving its possible impact on the individual health and growth.
Resumo:
La tesi ha ad oggetto la tutela dell’ambiente e il ruolo svolto dal diritto privato. In particolare, si affrontano gli aspetti che caratterizzano il danno all’ambiente e, ancor più nel dettaglio, si fa emergere la dimensione plurioffensiva. Si risolvono alcuni nodi e alcune problematiche che si manifestano in relazione alla legittimazione ad agire per danno all’ambiente e, di conseguenza, si focalizza l’attenzione sull’individuazione delle situazioni giuridiche soggettive ad esso correlate: termini come diritto soggettivo, interessi collettivi, interessi diffusi, legittimazione soggettiva e legittimazione oggettiva costituiscono il leitmotiv dell’indagine. Al fine di poter inquadrare sistematicamente il tema ambientale nella sfera del diritto privato, si analizzano i fondamenti del costituzionalismo e del diritto privato moderno, le ragioni dell’esistenza della dicotomia pubblico-privato e della separazione di interessi ad essa corrispondente. Quest’indagine, contenuta nel primo capitolo della tesi, è necessaria per cogliere le motivazioni della tendenziale estromissione (soprattutto nell’ambito delle categorie civilistiche) degli interessi superindividuali, degli interessi collettivi e dei corpi intermedi che ne sono portatori. Nel secondo capitolo si ripercorre, nell’intervallo temporale che va dagli anni ’70 sino alla fine degli anni ’90, l’evoluzione normativa e le principali teorie relative al danno all’ambiente. L’analisi di questi stessi temi, nel periodo intercorrente tra l’inizio del nuovo Millennio e i giorni nostri, è oggetto di indagine anche del terzo ed ultimo capitolo, in cui l’attenzione si sposta inevitabilmente sulla legislazione europea e sulla tutela multilivello dei diritti. Nelle conclusioni del lavoro, infine, ci si interroga sulla funzione giudiziaria e sulla separazione dei poteri nella gestione del problema ambientale, nonché sulla valenza attuale dei diritti soggettivi e dei diritti fondamentali dell’uomo nel costituzionalismo democratico. In questa sede, si illustra e si propone una dimensione istituzionale del diritto soggettivo, declinato in termini di partecipazione democratica.