2 resultados para Perturbação depressiva
em AMS Tesi di Dottorato - Alm@DL - Università di Bologna
Resumo:
Relationships between oral health status in children with disability and their mothers’ depressive symptoms Aim. The purpose of the present study was to evaluate the relationships between oral health status in children with chronic medical conditions and their mothers’ depressive symptoms. Methods. Fifty-one children (25 male and 26 female, ranging from 2 to 18 years) affected by chronic systemic diseases followed at the Sant’Orsola-Malpighi Hospital in Bologna, ,and, were referred with their mothers at the Dental Department of Bologna. Children were subclassified in 3 groups according to the ASA classification and orally examined for hygiene status, gingival condition and dental caries. The indexes used were O’Leary plaque Index (PI), bleeding on probing index (BOP), dmft/DMFT. Mothers were interviewed on knowledge about oral diseases prevention for their children and daily management (hygiene habits, sugared aliments consumption). Statistical analysis was performed through the use of linear regression. Results. The relationships between ASA and IP as well as between ASA and BOP are statistically significant (α = 0,01). Seventy percent of patients and their relatives in ASA groups 3 and 4 never received information on oral health and prevention of oral diseases by paediatricians and/or dentists. The 53% of mothers present depressive symptoms. The relationships between degree of depressive symptoms and dmft/DMFt as well as between degree of depressive symptoms and sugared aliments daily consumption are statistically significant (α = 0,05). Conclusion. Our results give support to the hypothesis of an association between degree of systemic disease and oral hygiene status. The psychological mothers condition seams to play a role on the oral conditions of their sons. Our analysis shows the needs for an interdisciplinar approach in order to promote the oral health of children with disability.
Resumo:
Il presente lavoro comincia con una descrizione dettagliata del “McMaster Model of Family Functionig” (MMFF), modello che al suo interno integra una teoria multidimensionale sul funzionamento familiare, diversi strumenti di auto ed etero valutazione e chiare indicazioni terapeutiche racchiuse all’interno della “Problem Centered System Therapy of the Family” (PCSTF). Grazie alla sua completezza il Modello fornisce ai clinici metodi coerenti, pratici ed empiricamente validi per valutare e trattare le famiglie, essi inoltre, sono stati formulati in modo da essere adattabili a differenti setting clinici e di ricerca, applicabili ad un’ampia gamma di problematiche e verificabili empiricamente. Obiettivo finale della presente ricerca è stato quello di porre le basi per l’esportazione del MMFF in Italia e poter quindi procedere alla sua applicazione in ambito clinico. La ricerca è cominciata alla Brown University con la traduzione dall’inglese all’italiano del Family Assessment Device (FAD), uno degli strumenti di autovalutazione compresi nel MMFF, ed è in seguito continuata con la validazione del suddetto strumento in un campione di 317 soggetti appartenenti alla popolazione generale italiana. Il FAD si è dimostrato uno strumento valido ed affidabile, in grado quindi di fornire valutazioni stabili e coerenti anche nella sua versione italiana. Il passo successivo è stato caratterizzato dalla somministrazione di FAD, Symptom Questionnaire (SQ) e delle Psychological Well-Being scales (PWB) a 289 soggetti reclutati nella popolazione generale. In accordo con il modello bipsicosociale che vede l’ambiente familiare come il più immediato gruppo di influenza psicosociale dello stato di benessere o malessere dell’individuo, i nostri dati confermano una stretta relazione tra scarso funzionamento familiare, spesso espresso attraverso difficoltà di comunicazione, di problem solving e scarso coinvolgimento affettivo e distress psicologico esperito con sintomi depressivi, ansiogeni ed ostilità. I nostri dati sottoliano inoltre come un funzionamento familiare positivo sia altamente correlato ad elevati livelli di benessere psicologico. Obiettivo della parte finale del lavoro ed anche il più importante, è stato quello di esplorare l’efficacia della Problem Centered Systems Therapy of the Family nella gestione della perdita di efficacia degli antidepressivi nel trattamento della depressione ricorrente. 20 soggetti con diagnosi di depressione maggiore ricorrente secondo il DSM-IV sono stati randomizzati a due diverse condizioni di trattamento: 1) aumento del dosaggio dell’antidepressivo e clinical management, oppure 2) mantenimento dello stesso dosaggio di antidepressivo e PCSTF. I dati di questo studio mettono in evidenza come, nel breve termine, PCSTF e farmacoterapia sono ugualmente efficaci nel ridurre la sintomatologia depressiva. Diversamente, ad un follow-up di 12 mesi, la PCSTF si è dimostrata altamente superiore all’aumento del farmaco ner prevenire le ricadute. Nel gruppo sottoposto all’aumento del farmaco infatti ben 6 soggetti su 7 ricadono entro l’anno. Nel gruppo assegnato a terapia familiare invece solo 1 soggetto su 7 ricade. Questi risultati sono in linea con i dati della letteratura che sottolineano l’elevata probabilità di una seconda ricaduta dopo l’aumento dell’antidepressivo all’interno di una farmacoterapia di mantenimento e suggeriscono l’efficacia dell’utilizzo di strategie psicoterapiche nella prevenzione della ricaduta in pazienti con depressione ricorrente.