2 resultados para Personal experiences
em AMS Tesi di Dottorato - Alm@DL - Università di Bologna
Resumo:
L’ipotesi di fondo su cui si basa l’intero lavoro è che il dolore oncologico debba essere riconosciuto come “malattia nella malattia”: non si può considerare tale dolore mero “sintomo” del cancro ma esperienza totale che coinvolge l’intera persona. Il dolore oncologico è carico di valenze e significati personali, è associato a rappresentazioni sociali e, come ogni malattia, è disease, illness e sickness. Partendo da questo presupposto, la dissertazione si è posta come obiettivo generale quello di studiare il dolore oncologico tra le donne con tumore al seno, le sue componenti sociali, psicologiche, individuali oltre che fisiche; si è voluto inoltre studiare la specificità del vissuto e dei significati associati all’esperienza dolorosa. Il lavoro è articolato in due parti fondamentali, una teorica ed una empirica. La prima presenta un inquadramento dei principali concetti della sociologia della salute riguardanti il dolore. Per quanto riguarda la parte empirica, si è fatto ricorso ad una ricerca mista, fatta di metodi misti e fondata su un approccio metodologico di natura integrativa che si avvale di tecniche quantitative e qualitative. La parte quantitativa si basa su una parte dei dati della ricerca nazionale ESOPO - Epidemiological Study of Pain in Oncology. Dall’intero campione sono state isolate le sole donne con tumore al seno (n=846). Si è proceduto quindi allo studio di tale campione, alle elaborazioni statistiche con il programma SPSS e all’interpretazione dei risultati. Per quanto riguarda la parte qualitativa, invece, è stata condotta un’analisi delle fonti che si è avvalsa di un approccio netnografico: è stata condotta un’osservazione non intrusiva di 12 blog scritti da donne con tumore al seno, con lo scopo di indagare le narrazioni di malattia, i vissuti personali, i significati di dolore e malattia e le loro ripercussioni sulla vita quotidiana.
Resumo:
Phenomenology is a critical component of autobiographical memory retrieval. Some memories are vivid and rich in sensory details whereas others are faded; some memories are experienced as emotionally intense whereas others are not. Sutin and Robins (2007) identified 10 dimensions in which a memory may vary—i.e., Vividness, Coherence, Accessibility, Sensory Details, Emotional Intensity, Visual Perspective, Time Perspective, Sharing, Distancing, and Valence—and developed a comprehensive psychometrically sound measure of memory phenomenology, the Memory Experiences Questionnaire (MEQ). Phenomenology has been linked to underlining stable dispositions—i.e. personality, as well as to a variety of positive/negative psychological outcomes—well-being and life satisfaction, depression and anxiety, among others. Using the MEQ, a cross-sectional and a longitudinal study were conducted on a large sample of American and Italian adults. In both studies, participants retrieved two ‘key’ personal memories, a Turning Point and a Childhood Memory, and rated the affect and phenomenology of each memory. Participants also completed self-reported measures of personality (i.e. Neuroticism and Conscientiousness), and measures of depression, well-being and life satisfaction. The present research showed that phenomenological ratings tend (a) to cross-sectionally increase across adulthood (Study 1), and (b) to be moderately stable over time, regardless the contents of the memories (Study 2). Interrelations among memory phenomenology, personality and psychological outcome variables were also examined (Study 1 and Study 2). In particular, autobiographical memory phenomenology was proposed as a dynamic expression of personality functioning that partially explains adaptive/maladaptive psychological outcomes. In fact, the findings partially supported the hypothesized mediating effect of phenomenology on the personality association with psychological outcomes. Implications of the findings are discussed proposing future lines of research. In particular, the need for more longitudinal studies is highlighted, along with the combined application of both self-report questionnaires and narrative measures.