2 resultados para PREDATORY ODOR

em AMS Tesi di Dottorato - Alm@DL - Università di Bologna


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The Brachiopoda of the Marine Protected Area “Secche di Tor Paterno”, Central Tyrrhenian Sea, have been investigated in order to give a first glance of the diversity of the brachiopods of this area and provide a new report on the Mediterranean Brachiopod fauna. Four species were reported: Novocrania anomala (Müller, 1776), Megathiris detruncata (Gmelin, 1790), Joania cordata (Risso,1826) and Argyrotheca cuneata (Risso,1826). For all the four species a morphological analysis was carried out. For the two most abundant species, J.cordata and A. cuneata, a morphometric study, based on thickness/width and length/width scattergrams, was carried out, in order to investigate their variability. Size-frequency distributions relative to the three dimensions of the shell were also computed, aimed at a evaluation of population dynamics of these two species. The results showed that, for both species, the parameters which most determine the rise of the shell during the growth of animal are width and length and that frequency distributions are mainly bi- or plurymodal and that they are difficult to interpret, as reported by other studies. Analysis of drill holes found on the shell of some specimens of the two same species revealed a predatory origin and that three different predators are responsible for them. Partial sequences of two different genetic markers, the Internal Transcribed Spacer 1 (ITS1) and the cytochrome oxidase subunit 1 (COI), were used to investigate the phylogenetic relationship between two populations of the eurybathic brachiopod species Gryphus vitreus (Born,1778) across the strait of Gibraltar. This represents the first genetic population study on brachiopods. Results from AMOVA and Bayesian analysis performed on 31 specimens highlighted no genetic differentiation indicating a likely panmixia, dispite the lecitotrophic development of the species.

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Tuta absoluta (Meyrick) è un lepidottero originario dell’America meridionale, infeudato a pomodoro e ad altre solanacee coltivate e spontanee. Con l’attività trofica le larve causano mine fogliari e gallerie nei frutti, con conseguenti ingenti danni alle colture. T. absoluta è stato segnalato per la prima volta in Italia nel 2008 e in Piemonte nel 2009. Pertanto le ricerche sono state condotte per rilevarne la distribuzione in Piemonte, studiarne l’andamento di popolazione in condizioni naturali e controllate, e valutare l’efficacia di differenti mezzi di lotta al fine di definire le strategie di difesa. Il monitoraggio, condotto nel 2010, ha evidenziato come T. absoluta sia ormai largamente diffuso sul territorio regionale già pochi mesi dopo la segnalazione. L’insetto ha mostrato di prediligere condizioni climatiche più miti; infatti è stato ritrovato con maggiore frequenza nelle aree più calde. Il fitofago ha raggiunto densità di popolazione elevate a partire dalla seconda metà dell’estate, a ulteriore dimostrazione che, in una regione a clima temperato come il Piemonte, T. absoluta dà origine a infestazioni economicamente rilevanti solo dopo il culmine della stagione estiva. Per definire le strategie di lotta, sono state condotte prove in laboratorio, semi-campo e campo volte a valutare la tossicità nei confronti del lepidottero di preparati a base di emamectina benzoato, rynaxypyr, spinosad e Bacillus thuringiensis Berliner. In campo è stata verificata anche l’efficacia del miride dicifino Macrolophus pygmaeus (Rambur), reperibile in commercio. In tutte le prove, è stata riscontrata una maggiore efficacia di rynaxypyr ed emamectina benzoato. In campo M. pygmaeus ha mostrato difficoltà d’insediamento ed è stato in grado di contenere efficacemente il fitofago soltanto con bassi livelli d’infestazione. Per contro è stata costantemente osservata la presenza naturale di un altro miride dicifino Dicyphus errans (Wolff), che in laboratorio ha mostrato di non essere particolarmente disturbato dalle sostanze saggiate.