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em AMS Tesi di Dottorato - Alm@DL - Università di Bologna
Resumo:
La crescita normale di un individuo il risultato dellazione coordinata di molteplici ormoni e recettori codificati da geni e a tal proposito, discreto interesse stato dato ai geni tipici dellasse del GH. Tuttavia altri geni, pi a monte di questi e responsabili dello sviluppo dellipofisi contribuiscono alla crescita normale o patologica. Alcuni geni studiati sono POU1F1, PROP1, LHX3, LHX4, HESX1, SOX3 e svariate loro mutazioni sono state identificate come causa di panipopituarismo (CPHD=Combined Pituitary Hormone Deficiency). In realt la ricerca genetica non spiega ancora molte anomalie ipofisarie e molte mutazioni devono ancora essere identificate. Uno degli scopi del dottorato, svoltosi nel laboratorio di Genetica molecolare di Pediatria, stata lidentificazione di mutazioni geniche da un gruppo di pazienti CPHD considerando in particolare i geni POU1F1, LHX3, SOX3, non ancora messi a punto presso il laboratorio. Lapproccio sperimentale si basato sulle seguenti fasi: prelievo delle informazioni di sequenza da GeneBank, progettazione di primers per amplificare le porzioni esoniche, messa a punto delle fasi della PCR e del sequenziamento, analisi della sequenza e confronto con le informazioni di sequenza depositate allo scopo di rintracciare eventuali mutazioni o varianti. La bassa percentuale di mutazioni in questi geni non ha permesso finora di rintracciare mutazioni nelle porzioni esoniche salvo che in un soggetto, nellesone 6 di LHX3b (nuova mutazione, recessiva eterozigote, c.1248A>G implicata nella mutazione p.T377A della sequenza proteica). Un metodo di screening di questa mutazione impiegando lenzima di restrizione SacII stato usato, senza rilevare nessun altra occorrenza dellallele mutato in 53 soggetti di controllo. Oltre alla messa a punto del sequenziamento e di alcune tecniche di analisi di singoli SNP o piccoli INDELs per i 3 geni, la ricerca svolta stata orientata allimpiego di metodi di rilevamento di riarrangiamenti genetici comportanti ampie delezioni e/o variazioni del copy-number di esoni/interi geni detto MLPA (Multiplex Ligation-dependent Probe Amplification) e progettato da MRC-Holland. Il sequenziamento infatti non permette di rilevare tali alterazioni quando sono ampie ed in eterozigosi. Per esempio, in unampia delezione in eterozigosi, lintervallo delimitato dai primers usati per la PCR pu non includere totalmente la porzione interessata da delezione su un cromosoma cosicch la PCR ed il sequnziamento si basano solo sulle informazioni dellaltro cromosoma non deleto. Un vantaggio della tecnica MLPA, lanalisi contemporanea di una quarantina di siti posti su svariati geni. Questa metodo tuttavia pu essere affetto da un certo margine di errore spesso dipendente dalla qualit del DNA e dovrebbe essere affiancato e validato da altre tecniche pi impegnativa dal punto di vista sperimentale ma pi solide, per esempio la Real Time PCR detta anche PCR quantitativa (qPCR). In laboratorio, grazie allMLPA si verificata la condizione di delezione eterozigote di un paziente storico per il gene GH1 e la stessa mutazione stata rilevata anche con la qPCR usando lo strumento Corbett Rotor Gene 6000 (Explera). Invece unanalisi solo con la qPCR di variazioni del copy-number (CNV) per SOX3 in pazienti maschili non ha ancora evidenziato anomalie. Entrambe le tecniche hanno aspetti interessanti, il miglior approccio al momento sembra unanalisi iniziale di pazienti con lMLPA, seguita dalla verifica di un eventuale esito anomalo impiegando la real-time PCR.
Resumo:
I disturbi dello spettro autistico (DSA) ed il ritardo mentale (RM) sono caratterizzati da uneziologia genetica complessa ed eterogenea. Grazie ai recenti sviluppi nella ricerca genomica, stato possibile dimostrare il ruolo di numerose copy number variants (CNVs) nella patogenesi di questi disturbi, anche se nella maggior parte dei casi leziologia rimane ancora sconosciuta. Questo lavoro riguarda lidentificazione e la caratterizzazione dei CNVs in famiglie con DSA e RM. E stata studiata una microdelezione in 7q31 che coinvolge i geni IMMP2L e DOCK4, trasmessa dalla madre con dislessia a due figli con autismo ed una figlia con dislessia. Nella stessa famiglia segrega una seconda microdelezione in 2q14 che inattiva il gene CNTNAP5 ed trasmessa dal padre (con tratti autistici) ai due figli con autismo. Abbiamo quindi ipotizzato che i geni DOCK4 e CNTNAP5 potessero essere implicati, rispettivamente, nella suscettibilit a dislessia e DSA. Lo screening di numerosi individui affetti ha supportato la nostra ipotesi, con lidentificazione di una nuova microdelezione di DOCK4 che segrega con la dislessia, e 3 nuove varianti missenso in CNTNAP5 in individui con autismo. Dallanalisi genomica comparativa su array (aCGH) di individui con RM, stata identificata una delezione nella regione 7q31.32, che coinvolge il gene CADPS2, in due fratelli con RM e tratti autistici, probabilmente ereditata dalla madre. Lo screening di mutazione di questo gene in individui con autismo o RM, ha portato allidentificazione di 3 varianti non sinonime, assenti nei controlli, ed ereditate per via materna. Poich CADPS2 risiede in una regione genomica che contiene loci soggetti ad imprinting, abbiamo ipotizzato che il gene CADPS2 possa essere anchesso caratterizzato da imprinting, con espressione monoallelica materna. Lo studio di espressione di CADPS2 in cellule del sangue ha avvalorato questa ipotesi, implicando perci CADPS2 come un nuovo gene di suscettibilit per il RM e DSA.
Resumo:
Specific language impairment (SLI) is a complex neurodevelopmental disorder defined as an unexpected failure to develop normal language abilities for no obvious reason. Copy number variants (CNVs) are an important source of variation in the susceptibility to neuropsychiatric disorders. Therefore, a CNV study within SLI families was performed to investigate the role of structural variants in SLI. Among the identified CNVs, we focused on CNVs on chromosome 15q11-q13, recurrently observed in neuropsychiatric conditions, and a homozygous exonic microdeletion in ZNF277. Since this microdeletion falls within the AUTS1 locus, a region linked to autism spectrum disorders (ASD), we investigated a potential role of ZNF277 in SLI and ASD. Frequency data and expression analysis of the ZNF277 microdeletion suggested that this variant may contribute to the risk of language impairments in a complex manner, that is independent of the autism risk previously described in this region. Moreover, we identified an affected individual with a dihydropyrimidine dehydrogenase (DPD) deficiency, caused by compound heterozygosity of two deleterious variants in the gene DPYD. Since DPYD represents a good candidate gene for both SLI and ASD, we investigated its involvement in the susceptibility to these two disorders, focusing on the splicing variant rs3918290, the most common mutation in the DPD deficiency. We observed a higher frequency of rs3918290 in SLI cases (1.2%), compared to controls (~0.6%), while no difference was observed in a large ASD cohort. DPYD mutation screening in 4 SLI and 7 ASD families carrying the splicing variant identified six known missense changes and a novel variant in the promoter region. These data suggest that the combined effect of the mutations identified in affected individuals may lead to an altered DPD activity and that rare variants in DPYD might contribute to a minority of cases, in conjunction with other genetic or non-genetic factors.