2 resultados para Mastocitoma cutâneo

em AMS Tesi di Dottorato - Alm@DL - Università di Bologna


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Background: Mastocytosis is a rare disease involving mast cells (MC) and their CD34+ progenitors. According to the WHO consensus classification, cutaneous mastocytosis (CM) is considered a benign disease confined to the skin, preferentially seen in young children with a marked tendency to regress spontaneously. Aim of our study was the long-term assessment of the outcome of solitary (SM) and multiple (MM) mastocytomas in a pediatric population. Materials and methods: From January 1996 to December 2010, 241 pediatric patients with a diagnosis of CM were followed-up at the outpatient division of pediatric dermatology of the University of Bologna. We focused our retrospective evaluation on patients affected by SM or MM. We collected, through the analysis of medical records and with a telephone questionnaire for patients and their families, information on clinical aspects of the disease evolution and on the efficacy of topical steroid therapy. Results: Over the 241 considered patients we recorded: SM or MM in 176 (73%) pts., urticaria pigmentosa in 53 (22%) pts., telangiectasia macularis eruptiva perstans in 9 (4%) pts., diffuse CM in 2 (0,9%) pts. and polymorph CM in 1 (0,4%) pt. On 176 children affected by SM or MM (97 M vs. 79 F), 130 (74%) patients were followed-up with a mean of 56,3 (r. 4-142) months. A satisfactory outcome was recorded in 99 (76%) cases of whom 52 (53%) treated with topic steroids. Mean time to complete regression was 16.4 m. on treated patients vs. 34.7 m. on non treated patients (p=0,001). Conclusions: From our study emerged that resolution of the disease is independent from therapy, but the time to regression and to complete recovery of the coetaneous lesions is faster and favored by the application of topic steroid with an improvement of the quality of life for children and their families.

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Disregolazioni dei recettori tirosinchinasici (RTK) sono di frequente riscontro nei tumori dell’uomo e in molti casi sono indicatori biologici che permettono di definire in maniera più accurata la prognosi dei pazienti. Possono rappresentare inoltre marker predittivi per la risposta a terapie antitumorali con farmaci a bersaglio molecolare. Numerosi inibitori tirosinchinasici (TKI) sono attualmente in corso di studio o già disponibili per l’utilizzo in oncologia umana, e molti di questi hanno dimostrato una significativa efficacia utilizzati singolarmente o in combinazione a terapie convenzionali. Studi recenti indicano che un quadro analogo di disregolazione dei recettori tirosinchinasici è presente anche nelle neoplasie dei piccoli animali, e ne suggeriscono in molti casi un’implicazione prognostica. Gli inibitori tirosinchinasi sono da poco entrati nell’arena dell’oncologia veterinaria, ma i primi risultati lasciano supporre che siano destinati ad essere integrati definitivamente nei protocolli terapeutici standard. La tesi consiste in una parte introduttiva in cui sono trattate le principali funzioni biologiche dei recettori tirosinchinasici, la loro struttura e il loro ruolo nell’oncogenesi e nella progressione tumorale in medicina umana e veterinaria. Si affrontano inoltre le principali metodiche di laboratorio per l’analisi molecolare in oncologia e i meccanismi d’azione dei farmaci inibitori tirosinchinasici, con un cenno ai prodotti maggiormente utilizzati e alle loro indicazioni. Segue la presentazione e la discussione dei risultati di quattro studi relativi alla valutazione delle disregolazioni del recettore tirosinchinasico Kit (espressione aberrante e mutazioni genomiche) nel mastocitoma cutaneo del gatto e del recettore del fattore di crescita epidermico (EGFR) nel carcinoma squamocellulare cutaneo del gatto e nei tumori polmonari primitivi del cane, con particolare attenzione al loro ruolo prognostico.