82 resultados para Marinetti, Filippo Tommaso

em AMS Tesi di Dottorato - Alm@DL - Università di Bologna


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La ricognizione delle opere composte da Filippo Tommaso Marinetti tra il 1909 e il 1912 è sostenuta da una tesi paradossale: il futurismo di Marinetti non sarebbe un'espressione della modernità, bensì una reazione anti-moderna, che dietro a una superficiale ed entusiastica adesione ad alcune parole d'ordine della seconda rivoluzione industriale nasconderebbe un pessimismo di fondo nei confronti dell'uomo e della storia. In questo senso il futurismo diventa un emblema del ritardo culturale e del gattopardismo italiano, e anticipa l’analoga operazione svolta in politica da Mussolini: dietro un’adesione formale ad alcune istanze della modernità, la preservazione dello Status Quo. Marinetti è descritto come un corpo estraneo rispetto alla cultura scientifica del Novecento: un futurista senza futuro (rarissime in Marinetti sono le proiezioni fantascientifiche). Questo aspetto è particolarmente evidente nelle opere prodotte del triennio 1908-1911, che non solo sono molto diverse dalle opere futuriste successive, ma per alcuni aspetti rappresentano una vera e propria antitesi di ciò che diventerà il futurismo letterario a partire dal 1912, con la pubblicazione del Manifesto tecnico della letteratura futurista e l'invenzione delle parole in libertà. Nelle opere precedenti, a un sostanziale disinteresse per il progressismo tecnologico corrispondeva un'attenzione ossessiva per la corporeità e un ricorso continuo all'allegoria, con effetti particolarmente grotteschi (soprattutto nel romanzo Mafarka le futuriste) nei quali si rilevano tracce di una concezione del mondo di sapore ancora medioevo-rinascimentale. Questa componente regressiva del futurismo marinettiano viene platealmente abbandonata a partire dal 1912, con Zang Tumb Tumb, salvo riaffiorare ciclicamente, come una corrente sotterranea, in altre fasi della sua carriera: nel 1922, ad esempio, con la pubblicazione de Gli indomabili (un’altra opera allegorica, ricca di reminiscenze letterarie). Quella del 1912 è una vera e propria frattura, che nel primo capitolo è indagata sia da un punto di vista storico (attraverso la documentazione epistolare e giornalistica vengono portate alla luce le tensioni che portarono gran parte dei poeti futuristi ad abbandonare il movimento proprio in quell'anno) che da un punto di vista linguistico: sono sottolineate le differenze sostanziali tra la produzione parolibera e quella precedente, e si arrischia anche una spiegazione psicologica della brusca svolta impressa da Marinetti al suo movimento. Nel secondo capitolo viene proposta un'analisi formale e contenutistica della ‘funzione grottesca’ nelle opere di Marinetti. Nel terzo capitolo un'analisi comparata delle incarnazioni della macchine ritratte nelle opere di Marinetti ci svela che quasi sempre in questo autore la macchina è associata al pensiero della morte e a una pulsione masochistica (dominante, quest'ultima, ne Gli indomabili); il che porta ad arrischiare l'ipotesi che l'esperienza futurista, e in particolare il futurismo parolibero posteriore al 1912, sia la rielaborazione di un trauma. Esso può essere interpretato metaforicamente come lo choc del giovane Marinetti, balzato in pochi anni dalle sabbie d'Alessandria d'Egitto alle brume industriali di Milano, ma anche come una reale esperienza traumatica (l'incidente automobilistico del 1908, “mitologizzato” nel primo manifesto, ma che in realtà fu vissuto dall'autore come esperienza realmente perturbante).

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Il lavoro è suddiviso in due sezioni, che si compongono rispettivamente di tre e due capitoli. La prima sezione è dedicata all'esame dei principi fondamentali e della "parte generale" della disciplina della responsabilità amministrativa degli enti: il primo capitolo si concentra sull'evoluzione storica del principio Societas delinquere non potest nell'ordinamento giuridico italiano, prodromica all'analisi della natura della responsabilità amministrativa dipendente da reato degli enti. svolta nel secondo capitolo. Nel terzo capitolo della prima sezione si affronta la disciplina di "parte generale" del decreto 231, evidenziando, in particolare. i principi fondamentali che caratterizzano questo paradigma di illecito. La seconda sezione affronta invece due degli aspetti maggiormente problematici della "parte speciale" del decreto, ovvero la responsabilità degli enti per i delitti di omicidio e lesioni colpose (ai quali è dedicato il primo capitolo) e quella derivante dalla commissione di reati associativi (ai quali è dedicato il secondo capitolo).

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A partire dal dibattito teorico proposto dalla comunità scientifica, che afferma che negli iconotesti le immagini non illustrano il testo e i testi non descrivono le immagini, e che tra i due linguaggi esiste un rapporto di insubordinazione e conflitto, l’obiettivo principale della mia tesi è quello di individuare come tale rapporto prenda forma in un corpus composto da autori italiani (Daniele Del Giudice, Umberto Eco, Michele Mari, Giorgio Agamben, Tommaso Pincio, Filippo Tuena, Emanuele Trevi, Antonella Anedda) e stranieri (John Berger, Sophie Calle, W. G. Sebald, Julio Cortázar, Orhan Pamuk, Jorge Luis Borges). Dopo aver tracciato la storia dell'iconotesto, la tesi si propone di definire una nuova categoria di iconotesto, in cui immagini e testi sono esposti all'interno di altre immagini. Può trattarsi di fotografie scattate dagli autori o da altri fotografi, oppure di immagini d'archivio. L’obiettivo è quello di mostrare le influenze formali del "Bilderatlas Mnemosyne" di Aby Warburg nel corpus selezionato e di verificare come questa tipologia sia sempre più diffusa nella letteratura contemporanea, come proiezione di una tendenza all'ipertestualità: ricorrono alcuni elementi come il montaggio, la mise en abyme, la ripetizione e il dettaglio, e una particolare forma di ekphrasis-didascalia, secondo cui la presenza dell'immagine implica una metamorfosi della concezione tradizionale del testo che descrive un'immagine, attraverso il passaggio dalla descrizione alla mostrazione.

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During the last decade advances in the field of sensor design and improved base materials have pushed the radiation hardness of the current silicon detector technology to impressive performance. It should allow operation of the tracking systems of the Large Hadron Collider (LHC) experiments at nominal luminosity (1034 cm-2s-1) for about 10 years. The current silicon detectors are unable to cope with such an environment. Silicon carbide (SiC), which has recently been recognized as potentially radiation hard, is now studied. In this work it was analyzed the effect of high energy neutron irradiation on 4H-SiC particle detectors. Schottky and junction particle detectors were irradiated with 1 MeV neutrons up to fluence of 1016 cm-2. It is well known that the degradation of the detectors with irradiation, independently of the structure used for their realization, is caused by lattice defects, like creation of point-like defect, dopant deactivation and dead layer formation and that a crucial aspect for the understanding of the defect kinetics at a microscopic level is the correct identification of the crystal defects in terms of their electrical activity. In order to clarify the defect kinetic it were carried out a thermal transient spectroscopy (DLTS and PICTS) analysis of different samples irradiated at increasing fluences. The defect evolution was correlated with the transport properties of the irradiated detector, always comparing with the un-irradiated one. The charge collection efficiency degradation of Schottky detectors induced by neutron irradiation was related to the increasing concentration of defects as function of the neutron fluence.

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This thesis is mainly about the search for exotic heavy particles -Intermediate Mass Magnetic Monopoles, Nuclearites and Q-balls with the SLIM experiment at the Chacaltaya High Altitude Laboratory (5230 m, Bolivia), establishing upper limits (90% CL) in the absence of candidates, which are among the best if not the only one for all three kind of particles. A preliminary study of the background induced by cosmic neutron in CR39 at the SLIM site, using Monte Carlo simulations. The measurement of the elemental abundance of the primary cosmic ray with the CAKE experiment on board of a stratospherical balloon; the charge distribution obtained spans in the range 5≤Z≤31. Both experiments were based on the use of plastic Nuclear Track Detectors, which records the passage of ionizing particles; by using some chemical reagents such passage can be make visible at optical microscopes.

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The thesis in Urban and Regional Geography titled “URBAN AND TERRITORIAL COMPETITIVENESS IN SUSTAINABILITY. EMILIA-ROMAGNA, REGION OF EUROPE” is divided into two sections. Section one is additionally composed by two chapters (chap. 1 and 2) and deals with theoretical and gnosiological issues. Section two, of two more chapters (chap. 3 and 4), provides practical contributions: these issues give explanatory patterns to interpret the performances of emiliano-romagnoli urban systems. Chapter one is an introductory chapter. It analyzes globalization that involves a larger and larger number of cities, rich or poor. It also considers the so called “digital divide” either as one of the major phenomena of this unhomogeneous development or as an interesting gnosiological and practical challenge of geography. Globalization is now involving all the cities, large or small, but the small ones have higher risks of exclusion: it depends on their more fragile socio-economic, cultural, and environmental urban structure. That’s why European Union (chapter two) promotes policies and endows politics to sustain cities, because urban systems are the basis for the territorial development. So, European, national and local Institutions are firmly interested in promoting urban and local interventions and projects. Section two deals with economic-geography methods, which consists on collecting indicators and the benchmarking methodology. It also specifically analyzes the urban systems of Emilia-Romagna. Consequences of the globalization on the cities are interpreted with a study of their local resources, intended as potentials for their development. The STeMA approach, proposed by Professor Maria Prezioso (University of Roma, “Tor Vergata”) and used by the ESPON (European Spatial Program Observation Network) project, describes the main “determinants” of the territorial and urban development. These are easily comparable to one another (similar or better performing). This approach achieves two goals. On one hand, it is possible to analyze every urban system in its all main characteristics and to preserve its historical and cultural factors. On another hand, each city is “knowable” and “understandable” by all scholars, as it is objectively comparable. So, urban planners can propose specific “multi-level” and “multi-varied” programs of governance. These will face globalization by exalting local empowerment.