6 resultados para MET

em AMS Tesi di Dottorato - Alm@DL - Università di Bologna


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La tesi presenta l’attività di Giovanni Francesco da Rimini, pittore attivo all’incirca dal 1440 al 1470. Analizzando le varie esperienze tra Padova, Perugia, Firenze e Bologna, si ricostruisce un catalogo delle sue opere.

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L’oggetto della ricerca è stato il processo di creazione del distretto del Comune di Reggio Emilia tra il XII e l’inizio del XIII secolo, di cui sono stati analizzati diversi aspetti salienti, così come emergono in primo luogo dall’analisi del liber iurium reggiano, il Liber grossus antiquus. L’elaborato è suddiviso in due parti. Nella prima parte si è cercato di ricostruire le vicende, i legami e il patrimonio delle famiglie rurali reggiane nel corso del XII secolo in particolare e gli aspetti caratteristici del Comune cittadino nella sua fase iniziale. Nella seconda parte ci si è concentrati sull’analisi dei caratteri più rilevanti del processo di creazione del distretto comunale reggiano: il rapporto tra i signori del contado, i Comuni rurali e il Comune urbano; la difesa e l’incremento dei Communia cittadini; la fondazione di borghi franchi e nuovi. Il Comune di Reggio Emilia tentò di annettere l’intero territorio diocesano al distretto cittadino, non riuscendoci completamente e adottando una politica territoriale diversificata a seconda dei caratteri delle zone controllate.

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Il lavoro di ricerca è rivolto ad indagare l’emersione di schemi di variazione comuni all’arte e al design, limitatamente al contesto italiano e in un arco di tempo che va dalla metà degli anni Sessanta del secolo scorso a oggi. L’analisi vuole rintracciare, mediante l’applicazione della metodologia fenomenologica, un sentire condiviso tra le due discipline e, nel pieno rispetto dei relativi linguaggi e con nessuna volontà di sudditanza degli uni rispetto agli altri, individuare i rapporti di corrispondenza omologica capaci di mettere in luce lo spirito del tempo che le ha generate. La ricerca si pone l’obiettivo di estendere gli studi sul contemporaneo attraverso un’impostazione che intende applicare gli strumenti metodologici della critica d’arte all’evoluzione stilistica delle tendenze del design italiano. Non si è voluto redigere una “storia” del design italiano ma, considerata anche l’ampiezza dell’argomento, si è necessariamente proceduto a delimitare il territorio di applicazione scegliendo di prendere in considerazione il solo settore del design dell’arredo. Si è dunque optato per una visione globale delle vicende del design del prodotto, tesa ad indagare gli snodi principali, concentrando pertanto l’analisi su alcuni protagonisti della cultura del progetto, ossia su quelle figure risultate dominanti nel proprio tempo perché capaci con il loro lavoro di dare un contribuito determinante alla comprensione delle fasi evolutive del design italiano. Gli strumenti utili a condurre l’analisi provengono principalmente dalla metodologia binaria individuata dallo storico dell’arte Heinrich Wölfflin e dagli studi di Renato Barilli, il cui impianto culturologico ha fornito un indispensabile contributo al processo di sistematizzazione dei meccanismi di variazione interni alle arti; sia quelli di tipo orizzontale, di convergenza reciproca con gli altri saperi, che di tipo verticale, in rapporto cioè con le scoperte scientifiche e tecnologiche della coeva cultura materiale.

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Growing evidence indicates that cell and nuclear deformability plays a crucial role in the determination of cancer cells tumorigenic and metastatic potential. The perinuclear actin cap, by wrapping the nucleus with a functional network of actomyosin cables, can modulate nuclear architecture and consequently cell/nuclear elasticity. The hepatocyte growth factor receptor (MET) stands out among other membrane receptors as crucial player of the actin filaments organization, but no data are available on a specific role for MET in the actin cap assembly and the overall nuclear architecture organization. In a cell system characterized by MET hyperactivation, we observed a strong rearrangement of the cellular actin caps, with a complete dismantling of apical stress fibers and a strikingly enhanced nuclear height. CRISPR/Cas9 silencing of MET completely reverted the aberrant phenotype, resulting in flattened cells with perfectly aligned perinuclear actomyosin bundles, as well as decreased MAPK and PI3K/AKT signaling, cell proliferation rate and aggressiveness. Interestingly, MET ablated cells acquired a remarkably directed and polarized migratory phenotype, contrarily to cells with MET sustained activation showing meandering random walk. A pathway enrichment analysis comparing MET-activated and MET-KO cells RNAseq data, unveiled the contribution of multiple pathways associated with cytoskeleton remodeling, regulation of cell shape and response to mechanical stimuli. In line, the co-transcriptional activator YAP1, playing a major role in cell mechanosensing and focal adhesions/actin stabilization, appeared the culprit of the genetic reassembling of KO cells. Indeed, MET silencing was shown to induce YAP1 nuclear shuttling and increased co-transcriptional activity. Finally, we were able to induce in a normal epithelial model a phenotype closer to MET activated cancer cells only by introducing a constitutive fusion protein of MET. Taken together, our results demonstrate a new mechanism of MET-mediated actin remodeling responsible for a tumor-initiating capacity and meandering random migration, which requires YAP1 inactivation.