2 resultados para Lilja, Johanna: Libri rari et cari

em AMS Tesi di Dottorato - Alm@DL - Università di Bologna


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Il lavoro di tesi si è incentrato sull’analisi dei frammenti di manoscritti ebraici medievali rinvenuti in alcuni archivi e biblioteche dell’area emiliano-romagnola ossia, come è noto, la regione italiana che vanta il maggior numero di frammenti rinvenuti; ben 6.000 frammenti sui circa 10.000 censiti sino ad oggi in tutta l’Italia, vale a dire un numero pari al 60% del totale. Nello specifico è stato esaminato il materiale pergamenaceo ebraico conservato in Archivi e Biblioteche delle città di Cesena, Faenza ed Imola, per un totale di 230 frammenti ebraici. Ho, quindi, proceduto all’identificazione di tutti i frammenti che, se dal punto di vista testuale ci documentano parti delle principali opere ebraiche diffuse nel Medioevo, sotto l’aspetto paleografico ci attestano le tre principali tradizioni scrittorie ebraiche utilizzate in Occidente, ossia: quella italiana, la sefardita e quella ashkenazita, oltre che ad alcuni rari esempi di grafia sefardita di tipo provenzale, una tipologia rara, se si considera che fra i quasi 10.000 frammenti finora scoperti in Italia, il numero di quelli vergati in questa grafia è davvero piccolo. Successivamente ho preso in esame le caratteristiche codicologiche e paleografiche dei frammenti, in particolar modo quelle relative a rigatura, foratura, mise en page e alle varianti grafiche individuali dello scriba, fra cui abbreviazioni, segni grafici di riempimento e resa del tetragramma sacro del nome di Dio, elementi che mi hanno consentito di identificare i frammenti smembrati da uno stesso manoscritto. Ciò ha permesso di individuare ben 80 manoscritti dai quali furono smembrati i 230 frammenti ebraici rinvenuti. Infine, sulla base dei dati raccolti, è stato realizzato un catalogo di tutti i frammenti, all’interno del quale i frammenti sono stati ricomposti per manoscritto. A loro volta, i vari manoscritti, suddivisi per soggetto, sono stati ordinati per secolo, dal più antico al più recente, in base alla grafia in cui sono vergati, ossia: Italiana, Sefardita (Provenzale) o Ashkenazita e per stile: quadrata, semicorsiva e corsiva. A motivo, poi, di nuovi ritrovamenti in diverse località italiane, mi sono dedicata ad un aggiornamento della mia ricerca compiuta per la tesi di Laurea, pubblicata nel 2004, sui frammenti talmudici e midrashici scoperti negli archivi e nelle biblioteche italiani; un genere di letteratura i cui rinvenimenti, per vari motivi, sono estremamente rari. In quell’occasione furono catalogati 475 frammenti talmudici, appartenenti a 151 manoscritti diversi, databili su base paleografica tra i secc. X e XV, e 54 frammenti midrashici appartenenti ad 8 manoscritti databili tra i secc. XII e XV. Ad oggi, dopo 4 anni, sono stati scoperti 21 nuovi frammenti talmudici ed un nuovo frammento midrashico. Nello specifico di questi 21 frammenti: 17 contengono parti tratte dal Talmud babilonese e 4 dal Sefer ha-Halakot di Alfasi (un noto compendio talmudico); mentre il frammento midrashico, rinvenuto presso la Sezione di Archivio di Stato di Foligno, contiene una parte del Midrash haggadah a Deuteronomio, costituendo pertanto già di per se stesso un rinvenimento molto importante. Questo frammento, ad una prima analisi, sembrerebbe completare alcune lacune del Midrash Haggadah ai cinque libri della Torah pubblicato a Vienna nel 1894 da S. Buber sulla base del solo manoscritto esistente che, tuttavia, presentava delle lacune, come riferisce lo stesso autore nella prefazione all’opera.

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Ancora poco è stato detto riguardo alla traduzione del trattato latino Rerum memorandarum libri di Petrarca compiuta da Giuseppe Fracassetti (1802-1883) nel 1860 e rimasta inedita. Fracassetti, avvocato e poliedrico studioso di Fermo, si dedicò all'edizione e al volgarizzamento di diverse opere latine di Petrarca – nello specifico, del trattato De sui ispius et multorum ignorantia reso in Della propria ed altrui ignoranza nel 1858, delle lettere Familiari (il cui corpus fu dato alle stampe prima nella versione latina, nel 1859-1863, e poi in traduzione nel 1863-1867) e Senili (stampate nel biennio 1869-1870 solo in italiano) – ma non pubblicò il suo lavoro sui Rerum memorandum libri. A partire dalla ricostruzione del processo editoriale e poi della fortuna delle opere edite, questa tesi propone un approfondimento sulle carte autografe – conservate presso la biblioteca Civica "Romolo Spezioli" di Fermo – che documentano la traduzione di Fracassetti dei Rerum memorandarum libri, i suoi Libri delle cose memorabili. Il lavoro presenta inoltre un focus sulla lingua adottata e avvia un'indagine sistematica sulle fonti latine utilizzate – e non dichiarate – dallo studioso fermano, attraverso lo studio delle annotazioni marginali appuntate da Fracassetti sui fogli. L’elaborato dà luce a questa traduzione inedita e incompleta – si interrompe infatti al terzo libro – pubblicandone il testo (corredato di un apparato in doppia fascia che registra da un lato la stratigrafia correttoria e, dall’altro, le postille presenti sulle carte).