6 resultados para Legal instruments
em AMS Tesi di Dottorato - Alm@DL - Università di Bologna
Resumo:
La tesi studia le problematiche inerenti la legislazione speciale di Venezia dal 1973 ad oggi. Affronta lo studio degli strumenti giuridici addottati in relazione alle competenze degli enti amministrativi. Analizza altresì le principali proposte di riforma della legge.
Resumo:
Le profonde trasformazioni che hanno interessato l’industria alimentare, unitamente alle accresciute capacità delle scienze mediche ed epidemiologiche di individuare nessi causali tra il consumo di determinate sostanze e l’insorgere di patologie, hanno imposto al legislatore di intervenire nella materia della c.d. sicurezza alimentare mettendo in atto sistemi articolati e complessi tesi a tutelare la salute dei consociati. Quest’ultimo obiettivo viene perseguito, da un lato, mediante disposizioni di natura pubblicistica e di carattere preventivo e, dall’altro lato, dallo strumento della responsabilità civile. Le due prospettive di tutela della salute delle persone costituiscono parti distinte ma al tempo stesso fortemente integrate in una logica unitaria. Questa prospettiva emerge chiaramente nel sistema statunitense: in quel ordinamento la disciplina pubblicistica della sicurezza degli alimenti – definita dalla Food and Drug Administration – costituisce un punto di riferimento imprescindibile anche quando si tratta di stabilire se un prodotto alimentare è difettoso e se, di conseguenza, il produttore è chiamato a risarcire i danni che scaturiscono dal suo utilizzo. L’efficace sinergia che si instaura tra la dimensione pubblicistica del c.d. Public Enforcement e quella risarcitoria (Private Enforcement) viene ulteriormente valorizzata dalla presenza di efficaci strumenti di tutela collettiva tra i quali la class action assume una importanza fondamentale. Proprio muovendo dall’analisi del sistema statunitense, l’indagine si appunta in un primo momento sull’individuazione delle lacune e delle criticità che caratterizzano il sistema nazionale e, più in generale quello comunitario. In un secondo momento l’attenzione si focalizza sull’individuazione di soluzioni interpretative e de iure condendo che, anche ispirandosi agli strumenti di tutela propri del diritto statunitense, contribuiscano a rendere maggiormente efficace la sinergia tra regole preventive sulla sicurezza alimentare e regole risarcitorie in materia di responsabilità del produttore.
Resumo:
L’oggetto del lavoro si concentra sull’analisi in chiave giuridica del modello di cooperazione in rete tra le autorità nazionali degli Stati membri nel quadro dello Spazio LSG, allo scopo di valutarne il contributo, le prospettive e il potenziale. La trattazione si suddivide in due parti, precedute da una breve premessa teorica incentrata sull’analisi della nozione di rete e la sua valenza giuridica. La prima parte ricostruisce il percorso di maturazione della cooperazione in rete, dando risalto tanto ai fattori di ordine congiunturale quanto ai fattori giuridici e d’ordine strutturale che sono alla base del processo di retificazione dei settori giustizia e sicurezza. In particolare, vengono elaborati taluni rilievi critici, concernenti l’operatività degli strumenti giuridici che attuano il principio di mutuo riconoscimento e di quelli che danno applicazione al principio di disponibilità delle informazioni. Ciò allo scopo di evidenziare gli ostacoli che, di frequente, impediscono il buon esito delle procedure di cooperazione e di comprendere le potenzialità e le criticità derivanti dall’utilizzo della rete rispetto alla concreta applicazione di tali procedure. La seconda parte si focalizza sull’analisi delle principali reti attive in materia di giustizia e sicurezza, con particolare attenzione ai rispettivi meccanismi di funzionamento. La trattazione si suddivide in due distinte sezioni che si concentrano sulle a) reti che operano a supporto dell’applicazione delle procedure di assistenza giudiziaria e degli strumenti di mutuo riconoscimento e sulle b) reti che operano nel settore della cooperazione informativa e agevolano lo scambio di informazioni operative e tecniche nelle azioni di prevenzione e lotta alla criminalità - specialmente nel settore della protezione dell’economia lecita. La trattazione si conclude con la ricostruzione delle caratteristiche di un modello di rete europea e del ruolo che questo esercita rispetto all’esercizio delle competenze dell’Unione Europea in materia di giustizia e sicurezza.
Resumo:
Queste ricerche si propongono di indagare gli apporti patrimoniali alla morte del marito in favore della moglie superstite, concentrandosi sulla normazione di età tardoantica e giustinianea. Vengono presi in considerazione i principali istituti giuridici che realizzavano, al momento della scomparsa dell’uomo, una cessione patrimoniale a favore della sua vedova: la successione intestata e testata della moglie superstite, la restituzione della dote e il suo lucro sulla donazione nuziale, nonché la c.d. quarta della vedova povera. Di essi si indagano i profili dei relativi regimi giuridici interessanti per il tema di indagine, soffermandosi sulla portata e le ragioni delle riforme che li hanno riguardati, le loro specifiche funzioni nel sistema di sostentamento patrimoniale della coniuge superstite, la loro interazione e integrazione reciproca, il loro ricorso nella prassi. Si giunge alla conclusione che il sistema di tutela della coniuge superstite ebbe poco a che vedere con la successione intestata. Profondamente differente il discorso per quanto attiene alla successione testata e la dote. Più circoscritti di quanto comunemente si pensi, invece, sono i termini in cui è possibile parlare di una funzione di appannaggio vedovile della donazione nuziale. Ecco dunque che, se le garanzie patrimoniali della moglie superstite si sostanziano nel testamento del marito, nella dote, nella donazione nuziale e – nel diritto ultimo e nei soli casi di estremo bisogno – nella quarta uxoria, è chiaro come la questione sia stata demandata, in gran parte, all’autoregolamentazione dei privati. Il legislatore ha saputo predisporre gli strumenti giuridici necessari, assestare gli squilibri dovuti a mutamenti economici e sociali, intervenire laddove ce ne fosse stato bisogno, ma senza invadere un campo così privato e intimo come quello delle relazioni patrimoniali tra coniugi. D’altro canto, il suo intervento non è richiesto «si sanctitas inter eos sit digna foedere coniugali».
Resumo:
This work aims to provide a theoretical examination of three recently created bodies of the United Nations mandated to investigate the alleged international crimes committed in Syria (IIIM), Iraq (UNITAD) and Myanmar (IIMM). Established as a compromise solution in the paralysis of international criminal jurisdictions, these essentially overlapping entities have been depicted as a ‘new generation’ of UN investigative mechanisms. While non-judicial in nature, they depart indeed from traditional commissions of inquiry in several respects due to their increased criminal or ‘quasi-prosecutorial’ character. After clarifying their legal basis and different mandating authorities, a comparative institutional analysis is thus carried out in order to ascertain whether these ‘mechanisms’ can be said to effectively represent a new institutional model. Through an in-depth assessment of their mandates, the thesis is also intended to outline both the strengths and the criticalities of these organs. Given their aim to facilitate criminal proceedings by sharing information and case files, it is suggested that more attention shall be paid to the position of the person under investigation. To this end, some proposals are made in order to enhance the mechanisms’ frameworks, especially from the angle of procedural safeguards. As a third aspect, the cooperation with judicial authorities is explored, in order to shed light on the actors involved, the relevant legal instruments and the possible obstacles, in particular from a human rights perspective. Ultimately, drawing from the detected issues, the thesis seeks to identify some lessons learned which could be taken into account in case of creation of new ad hoc investigative mechanisms or of a permanent institution of this kind.
Resumo:
After the 2008 financial crisis, the financial innovation product Credit-Default-Swap (CDS) was widely blamed as the main cause of this crisis. CDS is one type of over-the-counter (OTC) traded derivatives. Before the crisis, the trading of CDS was very popular among the financial institutions. But meanwhile, excessive speculative CDSs transactions in a legal environment of scant regulation accumulated huge risks in the financial system. This dissertation is divided into three parts. In Part I, we discussed the primers of the CDSs and its market development, then we analyzed in detail the roles CDSs had played in this crisis based on economic studies. It is advanced that CDSs not just promoted the eruption of the crisis in 2007 but also exacerbated it in 2008. In part II, we asked ourselves what are the legal origins of this crisis in relation with CDSs, as we believe that financial instruments could only function, positive or negative, under certain legal institutional environment. After an in-depth inquiry, we observed that at least three traditional legal doctrines were eroded or circumvented by OTC derivatives. It is argued that the malfunction of these doctrines, on the one hand, facilitated the proliferation of speculative CDSs transactions; on the other hand, eroded the original risk-control legal mechanism. Therefore, the 2008 crisis could escalate rapidly into a global financial tsunami, which was out of control of the regulators. In Part III, we focused on the European Union’s regulatory reform towards the OTC derivatives market. In specific, EU introduced mandatory central counterparty clearing obligation for qualified OTC derivatives, and requires that all OTC derivatives shall be reported to a trade repository. It is observable that EU’s approach in re-regulating the derivatives market is different with the traditional administrative regulation, but aiming at constructing a new market infrastructure for OTC derivatives.