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em AMS Tesi di Dottorato - Alm@DL - Università di Bologna
Resumo:
La presente tesi di dottorato ha come oggetto principale la catalogazione dei 120 frammenti latini manoscritti rinvenuti all’interno del fondo Parrocchie Soppresse della Città dell’Archivio Generale Arcivescovile di Bologna. Sono di lacerti di pergamena provenienti da antichi codici e documenti dismessi per varie ragioni, riutilizzati come materiale povero di legatoria per il confezionamento di registri parrocchiali di epoca moderna. I frammenti, che ad oggi si trovano tutti in situ, ossia svolgono ancora la loro funzione di riuso, rappresentano un variegato patrimonio manoscritto mutilo totalmente sconosciuto, reso per la prima volta accessibile proprio dal presente strumento descrittivo. In apertura al catalogo si colloca un’ampia sezione dedicata a delineare lo stato degli studi e degli orientamenti di ricerca intrapresi per proporre delle soluzioni alle criticità peculiari connesse alla catalogazione di manoscritti mutili: un dibattito che però ha preso in considerazione, quasi in maniera esclusiva, i frammenti di natura libraria. Pertanto, si è ritenuto necessario dare rilievo alle questioni poste dalla descrizione dei lacerti di documenti, estremamente frequenti tra le tipologie testuali reimpiegate. Tale considerazione appare necessaria, specialmente in un panorama di ricerca che si propone di guardare a grandi corpora frammentari con un approccio interdisciplinare, che si serve, inoltre, dei nuovi strumenti offerti dalle digital humanities. A dimostrazione dell’eterogeneità delle fonti rinvenute, le quali ricoprono un arco temporale che va dalla fine dell’XI secolo agli inizi del XVIII, si propongono due casi di studio rivolti all’analisi paleografica e testuale di un lacerto del De mulieribus claris di Boccaccio e di un testimone di XII sec. della Passio di S. Giuliana. Infine, la realizzazione del presente progetto è stata accompagnata da un parallelo censimento dei disiecta membra all’interno di altri fondi dell’Archivio Arcivescovile , un’operazione che, nonostante sia ancora in corso, ha già portato alla luce quasi 600 nuove maculature del tutto inedite.
Resumo:
Advanced analytical methodologies were developed to characterize new potential active MTDLs on isolated targets involved in the first stages of Alzheimer’s disease (AD). In addition, the methods investigated drug-protein bindings and evaluated protein-protein interactions involved in the neurodegeneration. A high-throughput luminescent assay allowed the study of the first in class GSK-3β/ HDAC dual inhibitors towards the enzyme GSK-3β. The method was able to identify an innovative disease-modifying agent with an activity in the micromolar range both on GSK-3β, HDAC1 and HDAC6. Then, the same assay reliably and quickly selected true positive hit compounds among natural Amaryllidaceae alkaloids tested against GSK-3β. Hence, given the central role of the amyloid pathway in the multifactorial nature of AD, a multi-methodological approach based on mass spectrometry (MS), circular dichroism spectroscopy (CD) and ThT assay was applied to characterize the potential interaction of CO releasing molecules (CORMs) with Aβ1-42 peptide. The comprehensive method provided reliable information on the different steps of the fibrillation process and regarding CORMs mechanism of action. Therefore, the optimal CORM-3/Aβ1−42 ratio in terms of inhibitory effect was identified by mass spectrometry. CD analysis confirmed the stabilizing effect of CORM-3 on the Aβ1−42 peptide soluble form and the ThT Fluorescent Analysis ensured that the entire fibrillation process was delayed. Then the amyloid aggregation process was studied in view of a possible correlation with AD lipid brain alterations. Therefore, SH-SY5Y cells were treated with increasing concentration of Aß1-42 at different times and the samples were analysed by a RP-UHPLC system coupled with a high-resolution quadrupole TOF mass spectrometer in comprehensive data-independent SWATH acquisition mode. Each lipid class profiling in SH-SY5Y cells treated with Aß1-42 was compared to the one obtained from the untreated. The approach underlined some peculiar lipid alterations, suitable as biomarkers, that might be correlated to Aß1-42 different aggregation species.
Resumo:
La tesi che qui si presenta muove dall’osservazione della collezione dei Frammenti conservata presso l’Archivio di Stato di Modena, fornendo un'analisi dettagliata della sua storia archivistica fin dalle origini e dei percorsi di ricerca esplorati fino ad oggi. Un censimento condotto durante la ricerca ha inoltre rivelato circa 50 nuovi frammenti latini riutilizzati nei registri dell'Archivio Estense, che permangono in situ. Un notevole numero di frammenti dell'ASMo proviene dalle legature dei volumi del complesso archivistico estense, il quale, coprendo il periodo 1317-1797, costituisce il più ampio fondo dell'Archivio di Stato di Modena. Diversamente dalle ricerche precedenti dedicate a frammenti specifici, questa tesi adotta uno sguardo olistico, esplorando le testimonianze frammentarie legate a un medesimo contesto di riutilizzo. Il nucleo centrale si concentra sulla metodologia adoperata per ricostruire le 'provenienze archeologiche', con un focus sul riutilizzo nei registri dell'Archivio Estense. La tesi include frammenti documentari, spesso trascurati, offrendo nuove prospettive sullo studio del fenomeno del riuso, soprattutto nei domini estensi. Questo approccio sottolinea inoltre l’interdisciplinarietà intrinseca agli studi dedicati ai frammenti di manoscritti, già considerati prevalentemente secondo un’ottica paleografica e codicologica e qui sottoposti anche a un’indagine dal punto di vista dell’archivistica e della diplomatica. La tesi comprende un catalogo parziale dei frammenti pergamenacei latini provenienti dall'Archivio Estense, costruito adottando il modello di scheda descrittiva del database digitale Fragmentarium. L'analisi comprende identificazione, datazione, localizzazione dei frammenti, cui si aggiungono aspetti materiali e storico-contestuali del riuso, e il catalogo riferisce, in alcuni casi, la ricostruzione di membra disiecta. Parallelamente, si è avviato un progetto pilota per la digitalizzazione dei frammenti dell'ASMo in collaborazione con il Centro Studi ARCE dell'Università di Bologna. La tesi include una relazione sulle attività svolte, con riflessioni sulle metodologie adottate durante il progetto di digitalizzazione.