5 resultados para Key-words
em AMS Tesi di Dottorato - Alm@DL - Università di Bologna
Resumo:
Architettura e musica. Spazio e tempo. Suono. Esperienza. Queste le parole chiave da cui ha preso avvio la mia ricerca. Tutto è iniziato dall’intuizione dell’esistenza di un legame tra due discipline cui ho dedicato molto tempo e studio, completando due percorsi accademici paralleli, la Facoltà di architettura e il Conservatorio. Dopo un lavoro d’individuazione e analisi degli infiniti spunti di riflessione che il tema offriva, ho focalizzato l’attenzione su uno degli esempi più emblematici di collaborazione tra un architetto e un musicista realizzatasi nel Novecento: Prometeo, tragedia dell’ascolto (1984), composta da Luigi Nono con la collaborazione di Massimo Cacciari e Renzo Piano. Attraverso lo studio di Prometeo ho potuto affrontare la trattazione di molte delle possibili declinazioni del rapporto interdisciplinare tra musica e architettura. La ricerca si è svolta principalmente sullo studio dei materiali conservati presso l’Archivio Luigi Nono e l’archivio della Fondazione Renzo Piano. La tesi è organizzata in tre parti: una prima parte in cui si affronta il tema del ruolo dello spazio nelle opere di Nono precedenti a Prometeo, facendo emergere l’importanza dell’ambiente culturale e sonoro veneziano; una seconda parte in cui si approfondisce il processo compositivo che ha portato alle rappresentazioni di Prometeo a Venezia, Milano e a Parigi; una terza parte in cui si prende in considerazione quanto avvenuto dopo Prometeo e si riflette sui contributi che questa esperienza può portare alla progettazione di spazi per la musica, analizzando diversi allestimenti dell’opera senza arca e prendendo in considerazione i progetti dell’auditorium dell’International Art Village di Akiyoshidai e della sala della nuova Philharmonie di Parigi. Lo studio dell’esperienza di Prometeo ha lo scopo di stimolare la curiosità verso la ricerca e la sperimentazione di quegli infiniti possibili della composizione architettonica e musicale di cui parla Nono.
Resumo:
Il presente studio si colloca nell’ambito di una ricerca il cui obiettivo è la formulazione di criteri progettuali finalizzati alla ottimizzazione delle prestazioni energetiche delle cantine di aziende vitivinicole con dimensioni produttive medio-piccole. Nello specifico la ricerca si pone l’obiettivo di individuare degli indicatori che possano valutare l’influenza che le principali variabili progettuali hanno sul fabbisogno energetico dell’edificio e sull’andamento delle temperature all’interno dei locali di conservazione ed invecchiamento del vino. Tali indicatori forniscono informazioni sulla prestazione energetica dell’edificio e sull’idoneità dei locali non climatizzati finalizzata alla conservazione del vino Essendo la progettazione una complessa attività multidisciplinare, la ricerca ha previsto l’ideazione di un programma di calcolo in grado di gestire ed elaborare dati provenienti da diversi ambiti (ingegneristici, architettonici, delle produzioni agroindustriali, ecc.), e di restituire risultati sintetici attraverso indicatori allo scopo individuati. Il programma è stato applicato su un caso-studio aziendale rappresentativo del settore produttivo. Sono stati vagliati gli effetti di due modalità di vendemmia e di quattro soluzioni architettoniche differenti. Le soluzioni edilizie derivano dalla combinazione di diversi isolamenti termici e dalla presenza o meno di locali interrati. Per le analisi sul caso-studio ci si è avvalsi di simulazioni energetiche in regime dinamico, supportate e validate da campagne di monitoraggio termico e meteorologico all’interno dell’azienda oggetto di studio. I risultati ottenuti hanno evidenziato come il programma di calcolo concepito nell’ambito di questo studio individui le criticità dell’edificio in termini energetici e di “benessere termico” del vino e consenta una iterativa revisione delle variabili progettuale indagate. Esso quindi risulta essere uno strumento informatizzato di valutazione a supporto della progettazione, finalizzato ad una ottimizzazione del processo progettuale in grado di coniugare, in maniera integrata, gli obiettivi della qualità del prodotto, della efficienza produttiva e della sostenibilità economica ed ambientale.
Resumo:
Questa ricerca è un’indagine semasiologica del lessico agostiniano della provvidenza divina, costituito dalle parole-chiave prouidentia, prouideo, prouidens, prouidus, prouisio, prouisor, prouisus, e dai lessemi in relazione logico-sintattica diretta con esse. La prospettiva è sia sincronica (si considerano tutte le attestazioni delle parole-chiave presenti nel corpus agostiniano), sia diacronica: si soppesano di volta in volta analogie e differenze agostiniane rispetto agli antecedenti, nell’intento di arricchire il panorama dei possibili modelli lessicali latini (pagani, biblici, patristici) di Agostino. I dati lessicali sono stati raccolti in una banca dati appositamente costituita, selezionati secondo i criteri di frequenza e pregnanza semantica, e analizzati per nuclei tematici, coincidenti in parte con i capitoli della tesi. Si studiano dapprima i lessemi che esprimono il governo della provvidenza (le famiglie lessicali di administro, guberno e rego, e altri lessemi che designano l’azione della provvidenza); sono poi analizzati lessemi e iuncturae in cui prevale l’idea del mistero della provvidenza. Gli ultimi due capitoli sono dedicati al tema della cura divina, e a quello della cosiddetta “pedagogia divina”: attraverso i segni esteriori, la provvidenza ‘richiama’ l’uomo a rientrare in se stesso. Un’appendice approfondisce infine l’uso agostiniano di Sap 6,16 e Sap 8,1. L’apporto di Agostino al lessico filosofico latino va individuato a livello semantico più che nell’innovazione lessicale. Accanto a suffissazione, composizione, calco, la metafora svolge un ruolo essenziale nella formazione del lessico dell’Ipponate, e proviene spesso da altre lingue tecniche oppure è radicata nel patrimonio di immagini tradizionali della religione pagana. Il debito di Agostino è indubbiamente verso Cicerone, ma anche verso Seneca, per l’uso in ambito esistenziale-biografico di alcuni lessemi. Agostino li trasferisce però dal piano umano a quello divino, come nel caso del concetto di admonitio: parte integrante del programma filosofico senecano; ‘richiamo’ della provvidenza per Agostino, concetto che risente anche dell’apporto di retorica ed esegesi.
Resumo:
The research solved the historiographic lacuna about Leonardo Ricci’s work in the United States focusing on the span 1952-1972 as a fundamental period for the architect's research, which moved from the project for the community space to macrostructures. The considered period is comprised between Ricci’s first travel to the United States and the date of his resignation from the University of Florida, one year before his resignation from the deanship of the faculty of architecture of Florence (1973). The research retraced philologically the stages of Ricci’s activity in the U.S.A. unveiling the premises and results of his American transfer, and to what extent it marked a turning period for his work as educator and designer and for the wider historiographic contest of the Sixties. The American transfer helped him grounding his belief in avoiding a priori morphological results in favor of what he called the “form-act” design method. Ricci’s research in the U.S.A. is described in his books Anonymous (XX century) and City of the Earth (unpublished). In them and in Ricci’s projects one common thread is traceable: the application of the “form-act” as the best tool to conceive urban design, a discipline established in the United States during Ricci’s first stay at M.I.T., in which he encountered the balance point between architecture and urban planning, between the architect’s sign and his being anonymous, between the collective and the individual dimension. With the notions of “anonymous architecture” and “form-act”, Urban Design and “open work” are the key words to understand Ricci’s work in the United States and in Italy. Urban design’s main goal to design the city as a collective work of art was the solution of that dychothomous research that enlivened Ricci’s work and one possible answer to that tension useful for him to seek the truth of architecture.
Resumo:
Lo scopo dell’AngioTC è quello di ottenere un’opacizzazione adeguata del comparto vascolare esaminato, sincronizzata all’acquisizione della scansione TC. La distribuzione del mezzo di contrasto (mdc) e l’opacizzazione dei distretti corporei, definita enhancement, è influenzata da diversi fattori: relativi al paziente, al mdc o allo scanner TC. In Medicina Veterinaria sono presenti pochi studi indirizzati a valutare l’influenza di diversi fattori sull’enhancement. La ricerca è stata condotta seguendo le linee guida PRISMA (Preferred Reporting Items for Systematic Reviews, 2020). Il database online di diversi motori di ricerca scientifici (Web of Science, PubMed, Scopus e CABAbstract) è stato esaminato mediante combinazione di diverse parole chiave. Sono stati individuati 20 studi che rispettavano i criteri di inclusione, inseriti nel corpo finale della revisione sistematica e raggruppati sulla base della categoria di appartenenza. Si è visto come la quantità di tessuto adiposo addominale sull’enhancement rappresenti un fattore che permette di ridurre la dose di mezzo di contrasto utilizzato, riducendo effetti avversi o tossicità sull’animale. Per quanto riguarda l’iniezione del mdc, un fattore in grado di influenzare maggiormente l’enhancement sembra essere la velocità di trasporto dello Iodio, piuttosto che la durata di iniezione, soprattutto a livello arterioso ed epatico. Con uno scanner lento o una durata di scansione lunga, è consigliato utilizzare una durata fissa di iniezione del mdc per l’acquisizione delle diverse fasi vascolari. Al contrario, con scanner più performanti la tecnica di bolus tracking garantisce una maggior qualità tra le varie fasi vascolari. È indicato, infine, eseguire un flush con soluzione fisiologica al termine della somministrazione di mdc per incrementare l’enhancement arterioso e ridurre la dose di mdc somministrata. Questa revisione sistematica mette in evidenza alcuni fattori e può fare da base per l’ulteriore approfondimento di alcuni di questi fattori o per la valutazione altri non ancora esaminati in Medicina Veterinaria.