4 resultados para KYOTO protocol

em AMS Tesi di Dottorato - Alm@DL - Università di Bologna


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The main objective of this research is to demonstrate that the Clean Development Mechanism (CDM), an instrument created under a global international treaty, can achieve multiple objectives beyond those for which it has been established. As such, while being already a powerful tool to contribute to the global fight against climate change, the CDM can also be successful if applied to different sectors not contemplated before. In particular, this research aimed at demonstrating that a wider utilization of the CDM in the tourism sector can represent an innovative way to foster sustainable tourism and generate additional benefits. The CDM was created by Article 12 of the Kyoto Protocol of the United Nations Framework Convention on Climate Change (UNFCCC) and represents an innovative tool to reduce greenhouse gases emissions through the implementation of mitigation activities in developing countries which generate certified emission reductions (CERs), each of them equivalent to one ton of CO2 not emitted in the atmosphere. These credits can be used for compliance reasons by industrialized countries in achieving their reduction targets. The logic path of this research begins with an analysis of the scientific evidences of climate change and its impacts on different economic sectors including tourism and it continues with a focus on the linkages between climate and the tourism sector. Then, it analyses the international responses to the issue of climate change and the peculiar activities in the international arena addressing climate change and the tourism sector. The concluding part of the work presents the objectives and achievements of the CDM and its links to the tourism sector by considering case studies of existing projects which demonstrate that the underlying question can be positively answered. New opportunities for the tourism sector are available.

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L’utilizzo del reservoir geotermico superficiale a scopi termici / frigoriferi è una tecnica consolidata che permette di sfruttare, tramite appositi “geoscambiatori”, un’energia presente ovunque ed inesauribile, ad un ridotto prezzo in termini di emissioni climalteranti. Pertanto, il pieno sfruttamento di questa risorsa è in linea con gli obiettivi del Protocollo di Kyoto ed è descritto nella Direttiva Europea 2009/28/CE (Comunemente detta: Direttiva Rinnovabili). Considerato il notevole potenziale a fronte di costi sostenibili di installazione ed esercizio, la geotermia superficiale è stata sfruttata già dalla metà del ventesimo secolo in diversi contesti (geografici, geologici e climatici) e per diverse applicazioni (residenziali, commerciali, industriali, infrastrutturali). Ciononostante, solo a partire dagli anni 2000 la comunità scientifica e il mercato si sono realmente interessati ed affacciati all’argomento, a seguito di sopraggiunte condizioni economiche e tecniche. Una semplice ed immediata dimostrazione di ciò si ritrova nel fatto che al 2012 non esiste ancora un chiaro riferimento tecnico condiviso a livello internazionale, né per la progettazione, né per l’installazione, né per il testing delle diverse applicazioni della geotermia superficiale, questo a fronte di una moltitudine di articoli scientifici pubblicati, impianti realizzati ed associazioni di categoria coinvolte nel primo decennio del ventunesimo secolo. Il presente lavoro di ricerca si colloca all’interno di questo quadro. In particolare verranno mostrati i progressi della ricerca svolta all’interno del Dipartimento di Ingegneria Civile, Ambientale e dei Materiali nei settori della progettazione e del testing dei sistemi geotermici, nonché verranno descritte alcune tipologie di geoscambiatori innovative studiate, analizzate e testate nel periodo di ricerca.

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Climate change has been acknowledged as a threat to humanity. Most scholars agree that to avert dangerous climate change and to transform economies into low-carbon societies, deep global emission reductions are required by the year 2050. Under the framework of the Kyoto Protocol, the Clean Development Mechanism (CDM) is the only market-based instrument that encourages industrialised countries to pursue emission reductions in developing countries. The CDM aims to pay the incremental finance necessary to operationalize emission reduction projects which are otherwise not financially viable. According to the objectives of the Kyoto Protocol, the CDM should finance projects that are additional to those which would have happened anyway, contribute to sustainable development in the countries hosting the projects, and be cost-effective. To enable the identification of such projects, an institutional framework has been established by the Kyoto Protocol which lays out responsibilities for public and private actors. This thesis examines whether the CDM has achieved these objectives in practice and can thus be considered an effective tool to reduce emissions. To complete this investigation, the book applies economic theory and analyses the CDM from two perspectives. The first perspective is the supply-dimension which answers the question of how, in practice, the CDM system identified additional, cost-effective, sustainable projects and, generated emission reductions. The main contribution of this book is the second perspective, the compliance-dimension, which answers the question of whether industrialised countries effectively used the CDM for compliance with their Kyoto targets. The application of the CDM in the European Union Emissions Trading Scheme (EU ETS) is used as a case-study. Where the analysis identifies inefficiencies within the supply or the compliance dimension, potential improvements of the legal framework are proposed and discussed.

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Nonostante il fatto che una gran parte del mondo viva ancora oggi a livelli di sussistenza, i dati in nostro possesso ci indicano che le attività umane stanno esaurendo le risorse ambientali del pianeta. La causa di questo eccessivo sfruttamento delle risorse è da ricercare nei pattern non sostenibili di produzione e consumo dei paesi sviluppati. La preoccupazione per le conseguenze sull'ambiente e la lotta al cambiamento climatico hanno posto le politiche ambientali al centro dell'attenzione internazionale. Il Protocollo di Kyoto e la Commissione Europea hanno stabilito degli obiettivi di riduzione delle emissioni di gas serra, rispettivamente del 12% entro il 2012 e del 20% entro il 2020. All'interno del Protocollo di Kyoto l'obiettivo per l'Italia è ridurre del 6,5% le emissioni di gas serra nazionali rispetto al 1990. Le politiche mirate alla riduzione delle emissioni di gas serra hanno in genere come obiettivo gli impianti energetici e i trasporti. Poca attenzione viene data alla filiera agroalimentare pur sapendo che l'agricoltura ha un forte impatto sull'ambiente e recenti studi stimano che circa il 50% del cibo prodotto viene perso o buttato via dalla produzione al consumo. Alla luce di questi dati, il mio lavoro di tesi ha avuto come obiettivo quello di quantificare i rifiuti e gli sprechi agroalimentari in Europa e in Italia e stimare l'impatto ambientale associato. I dati raccolti in questa tesi mettono in evidenza l'importanza di migliorare l'efficienza della filiera agroalimentare per ridurre l'impatto ambientale nazionale e rispettare gli accordi internazionali sulla lotta ai cambiamenti climatici.