3 resultados para Ittiolitologia veronese
em AMS Tesi di Dottorato - Alm@DL - Università di Bologna
Resumo:
Graphene and graphenic derivatives have rapidly emerged as an extremely promising system for electronic, optical, thermal, and electromechanical applications. Several approaches have been developed to produce these materials (i.e. scotch tape, CVD, chemical and solvent exfoliation). In this work we report a chemical approach to produce graphene by reducing graphene oxide (GO) via thermal or electrical methods. A morphological and electrical characterization of these systems has been performed using different techniques such as SPM, SEM, TEM, Raman and XPS. Moreover, we studied the interaction between graphene derivates and organic molecules focusing on the following aspects: - improvement of optical contrast of graphene on different substrates for rapid monolayer identification1 - supramolecular interaction with organic molecules (i.e. thiophene, pyrene etc.)4 - covalent functionalization with optically active molecules2 - preparation and characterization of organic/graphene Field Effect Transistors3-5 Graphene chemistry can potentially allow seamless integration of graphene technology in organic electronics devices to improve device performance and develop new applications for graphene-based materials. [1] E. Treossi, M. Melucci, A. Liscio, M. Gazzano, P. Samorì, and V. Palermo, J. Am. Chem. Soc., 2009, 131, 15576. [2] M. Melucci, E. Treossi, L. Ortolani, G. Giambastiani, V. Morandi, P. Klar, C. Casiraghi, P. Samorì, and V. Palermo, J. Mater. Chem., 2010, 20, 9052. [3] J.M. Mativetsky, E. Treossi, E. Orgiu, M. Melucci, G.P. Veronese, P. Samorì, and V. Palermo, J. Am. Chem. Soc., 2010, 132, 14130. [4] A. Liscio, G.P. Veronese, E. Treossi, F. Suriano, F. Rossella, V. Bellani, R. Rizzoli, P. Samorì and V. Palermo, J. Mater. Chem., 2011, 21, 2924. [5] J.M. Mativetsky, A. Liscio, E. Treossi, E. Orgiu, A. Zanelli, P. Samorì , V. Palermo, J. Am. Chem. Soc., 2011, 133, 14320
Resumo:
Con le "Imagini degli dei degli antichi", pubblicate a Venezia nel 1556 e poi in più edizioni arricchite e illustrate, l’impegnato gentiluomo estense Vincenzo Cartari realizza il primo, fortunatissimo manuale mitografico italiano in lingua volgare, diffuso e tradotto in tutta l’Europa moderna. Cartari rimodula, secondo accenti divulgativi ma fedeli, fonti latine tradizionali: come le ricche "Genealogie deorum gentilium" di Giovanni Boccaccio, l’appena precedente "De deis gentium varia et multiplex historia" di Lilio Gregorio Giraldi, i curiosi "Fasti" ovidiani, da lui stesso commentati e tradotti. Soprattutto, però, introduce il patrimonio millenario di favole ed esegesi classiche, di aperture egiziane, mediorientali, sassoni, a una chiave di lettura inedita, agile e vitalissima: l’ecfrasi. Le divinità e i loro cortei di creature minori, aneddoti leggendari e attributi identificativi si susseguono secondo un taglio iconico e selettivo. Sfilano, in trionfi intrisi di raffinato petrarchismo neoplatonico e di emblematica picta poesis rinascimentale, soltanto gli aspetti figurabili e distintivi dei personaggi mitici: perché siano «raccontate interamente» tutte le cose attinenti alle figure antiche, «con le imagini quasi di tutti i dei, e le ragioni perché fossero così dipinti». Così, le "Imagini" incontrano il favore di lettori colti e cortigiani eleganti, di pittori e ceramisti, di poeti e artigiani. Allestiscono una sorta di «manuale d’uso» pronto all’inchiostro del poeta o al pennello dell’artista, una suggestiva raccolta di «libretti figurativi» ripresi tanto dalla maniera di Paolo Veronese o di Giorgio Vasari, quanto dal classicismo dei Carracci e di Nicolas Poussin. Si rivelano, infine, summa erudita capace di attirare appunti e revisioni: l’antiquario padovano Lorenzo Pignoria, nel 1615 e di nuovo nel 1626, vi aggiunge appendici archeologiche e comparatistiche, interessate al remoto regno dei faraoni quanto agli esotici idoli orientali e dei Nuovi Mondi.