2 resultados para Iran-Iraq War, 1980-1988
em AMS Tesi di Dottorato - Alm@DL - Università di Bologna
Resumo:
Questa tesi illustra la presenza del cinema italiano in Iran e analizza come gli spettatori abbiano accettato il cinema straniero in concomitanza con le trasformazioni della società iraniana. L’indagine parte dagli aspetti economici derivati dal petrolio come motore di crescita e cambiamento della società iraniana. Elemento imprescindibile dai rapporti diplomatici con i paesi occidentali, la tesi ripercorre le tappe della nazionalizzazione petrolifera, analizza il ruolo giocato dall’Italia in questo contesto e la nascita del rapporto commerciale tra Italia e Iran. Lo studio prende poi in esame più nel dettaglio le relazioni italo-iraniane dal punto di vista cinematografico, e il successo dei film italiani in Iran. Pertanto, la tesi illustra le motivazioni della presenza cinematografica italiana in Iran e prende in esame l’influenza prodottasi attraverso le relazioni bilaterali. L’analisi attraversa le tappe del doppiaggio cinematografico in lingua persiana effettuato in Italia, il cinema popolare iraniano e il cinema intellettuale. Fermo restando una componente italiana nello studio, maggiore attenzione è dedicata al Paese d’arrivo, l’Iran, usando dati tratti da documenti storici, testi, giornali, risorse disponibili e interviste con persone informate in materia. Lo studio è concentrato su testi che approfondiscono la situazione economica e cinematografica iraniana all’epoca della monarchia di Mohammad Reza Pahlavi, coincidente con il secondo dopoguerra, durante il quale l’influenza cinematografica italiana si è fatta maggiormente sentire sul cinema iraniano. Obiettivo della tesi è definire le ragioni che hanno favorito lo sviluppo del rapporto cinematografico tra i due paesi, come il cinema italiano si sia manifestato nel cinema iraniano, e i presupposti che hanno comportato la crescita di quest’ultimo.
Resumo:
This research investigates the Soviet Union’s role in guiding state-building processes of postcolonial Arab countries of the Middle East, leading them to adopt economic and political elements of the socialist-Leninist models of development. The widespread narrative depicts the Soviets as having failed to export communism in those states and, therefore, as having failed to bring them closer to Moscow’s sphere of influence and values. However, various Soviet archives suggest a different reality. As the Cold War burst forth, between the mid-1950s and mid-1960s, contacts between Soviet and Arab officials were not just incredibly frequent but they went to the core of all main issues of socio-economic development of these transforming countries: party politics, institution building, agrarian reforms, industrialisation, security sector reforms, etc. The research focuses on a period that may be labelled as ‘the launching phase’ of the Soviet Middle East policy, which established a long-lasting framework for the Soviet-Arab dialogue. It also places significant attention on the ‘personal dimension’ of such a dialogue, showing how Moscow’s influence went hand in hand with the ability of Soviet leaders and diplomats to establish relations of personal trust with postcolonial Arab élites. A selected number of Arab countries are examined: Egypt, Iraq and Syria. For each of these countries, a limited period of time will be taken into consideration, when Soviet influence reached its peak and state-building policies might have drawn from the Soviet model (for Egypt 1954-1958; for Iraq 1958-1963; for Syria 1961-1966). On the one hand, the analysis of specific case-studies will allow to investigate the relationship between Moscow and each of these new Arab regimes; on the other, such a large geographical scope will permit to grasp the elements and the objectives of the broader Soviet policy towards the Middle East region.