2 resultados para Institute of Urban Indigenous Health

em AMS Tesi di Dottorato - Alm@DL - Università di Bologna


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In Europe almost 80% of the continent's population lives in cities. It is estimated that by 2030 most regions in Europe which contain major cities will have even more inhabitants on 35–60% more than now. This process generates a consequent elevate human pressure on the natural environment, especially around large urban agglomerations. Cities could be seen as an ecosystem, represented by the dominance of humans that re-distribute organisms and fluxes and represent the result of co-evolving human and natural systems, emerging from the interactions between humans, natural and infrastructures. Roads have a relevant role in building links between urban components, creating the basis on which it is founded the urban ecosystem itself. This thesis is focused on the research for a comprehensive model, framed in European urban health & wellbeing programme, aimed to evaluate the determinants of health in urban populations. Through bicycles, GPS and sensor kits, specially developed and produced by University of Bologna for this purpose, it has been possible to conduct on Bologna different direct observations that oriented the novelty of the research: the categorization of university students cyclists, connection among environmental data awareness and level of cycling, and an early identification of urban attributes able to impact on road air quality and level of cycling. The categorization of university students’ cyclist has been defined through GPS analysis and focused survey, that both permit to identify behavioural and technical variables and attitudes towards urban cycling. The statistic relationship between level of cycling, seen as number of bicycles passages per lane and pollutants level, has been investigated through an inverse regression model, defined and tested through SPSS software on the basis of the data harvest. The research project that represents a sort of dynamic mobility laboratory on two wheels, that permits to harvest and study detected parameters.

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Oggetto della ricerca è lo studio del National Institute of Design (NID), progettato da Gautam Sarabhai e sua sorella Gira, ad Ahmedabad, assunta a paradigma del nuovo corso della politica che il Primo Ministro Nehru espresse nei primi decenni del governo postcoloniale. Obiettivo della tesi è di analizzare il fenomeno che unisce modernità e tradizione in architettura. La modernità indiana, infatti, nacque e si sviluppò con i caratteri di un Giano bifronte: da un lato, la politica del Primo Ministro Nehru favorì lo sviluppo dell’industria e della scienza; dall’altro, la visione di Gandhi mirava alla riscoperta del locale, delle tradizioni e dell’artigianato. Questi orientamenti influenzarono l’architettura postcoloniale. Negli anni ‘50 e ’60 Ahmedabad divenne la culla dell’architettura moderna indiana. Kanvinde, i Sarabhai, Correa, Doshi, Raje trovarono qui le condizioni per costruire la propria identità come progettisti e come intellettuali. I motori che resero possibile questo fermento furono principalmente due: una committenza di imprenditori illuminati, desiderosi di modernizzare la città; la presenza ad Ahmedabad, a partire dal 1951, dei maestri dell’architettura moderna, tra cui i più noti furono Le Corbusier e Kahn, invitati da quella stessa committenza, per la quale realizzarono edifici di notevole rilevanza. Ad Ahmedabad si confrontarono con forza entrambe le visioni dell’India moderna. Lo sforzo maggiore degli architetti indiani si espresse nel tentativo di conciliare i due aspetti, quelli che derivavano dalle influenze internazionali e quelli che provenivano dallo spirito della tradizione. Il progetto del NID è uno dei migliori esempi di questo esercizio di sintesi. Esso recupera nella composizione spaziale la lezione di Wright, Le Corbusier, Kahn, Eames ibridandola con elementi della tradizione indiana. Nell’uso sapiente della struttura modulare e a padiglione, della griglia ordinatrice a base quadrata, dell’integrazione costante fra spazi aperti, natura e architettura affiorano nell’edificio del NID echi di una cultura millenaria.