2 resultados para Inge I, king of Norway, d. 1161.
em AMS Tesi di Dottorato - Alm@DL - Università di Bologna
Resumo:
In this thesis the impact of R&D expenditures on firm market value and stock returns is examined. This is performed in a sample of European listed firms for the period 2000-2009. I apply different linear and GMM econometric estimations for testing the impact of R&D on market prices and construct country portfolios based on firms’ R&D expenditure to market capitalization ratio for studying the effect of R&D on stock returns. The results confirm that more innovative firms have a better market valuation,investors consider R&D as an asset that produces long-term benefits for corporations. The impact of R&D on firm value differs across countries. It is significantly modulated by the financial and legal environment where firms operate. Other firm and industry characteristics seem to play a determinant role when investors value R&D. First, only larger firms with lower financial leverage that operate in highly innovative sectors decide to disclose their R&D investment. Second, the markets assign a premium to small firms, which operate in hi-tech sectors compared to larger enterprises for low-tech industries. On the other hand, I provide empirical evidence indicating that generally highly R&D-intensive firms may enhance mispricing problems related to firm valuation. As R&D contributes to the estimation of future stock returns, portfolios that comprise high R&D-intensive stocks may earn significant excess returns compared to the less innovative after controlling for size and book-to-market risk. Further, the most innovative firms are generally more risky in terms of stock volatility but not systematically more risky than low-tech firms. Firms that operate in Continental Europe suffer more mispricing compared to Anglo-Saxon peers but the former are less volatile, other things being equal. The sectors where firms operate are determinant even for the impact of R&D on stock returns; this effect is much stronger in hi-tech industries.
Resumo:
L’obiettivo del presente elaborato è quello di analizzare il fenomeno del patronato delle associazioni professionali nell'Occidente romano nei primi tre secoli della nostra era. Per fare ciò è stato necessario indagare le fonti epigrafiche, le uniche in grado di fornirci notizie a riguardo. A tale scopo è stato approntato un catalogo di 214 iscrizioni. Il testo, composto da sei capitoli, presenta una struttura tripartita. La prima parte, costituita dai primi due capitoli, ha come scopo quello di fornire tutte le coordinate concettuali e pratiche per muoversi all’interno dell’analisi successiva. In particolare, il primo capitolo introduce il lettore alla definizione di patronatus e collegium, termini che costituiscono ovviamente i punti focali della mia ricerca. Nel secondo capitolo, invece, sono stati presentati i dati quantitativi emersi dall’analisi delle iscrizioni. I capitoli tre e quattro costituiscono la seconda parte dell’elaborato, dove ad essere trattati sono contesti specifici. Il capitolo terzo è consacrato allo studio del fenomeno a Sarmizegetusa e a Lugdunum. Il capitolo quarto è stato dedicato interamente ad Ostia, una città che, per quanto concerne il fenomeno associativo, non ha eguali nel resto dell’Impero. L’ultima sezione è formata dai capitoli quinto e sesto, dove, in luogo di un’analisi incentrata su contesti specifici, ho messo a fuoco degli aspetti che emergono trasversalmente dalla nostra documentazione. Nello specifico, il capitolo quinto si pone come obiettivo quello di delineare lo spazio di azione del patronato entro la comunità cittadina. L’ultimo capitolo, invece, si propone di indagare aspetti propri del legame di patronato che erano in grado di alimentare il rapporto.