3 resultados para Hymns, Welsh.

em AMS Tesi di Dottorato - Alm@DL - Università di Bologna


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In recent decades fascinating studies in developmental psychology, especially in infant research (for review see Lavelli, 2007) and recent discoveries in neuroscience (Welsh, et al, 2007; Siegel, 2001; Pally, 2007) have brought great interest to study the mode of sharing subjective experiences (affective states, intentions and attentional focus) in children and adults.It therefore appears today in the clinic is a growing consensus about the fact that the psychological disorder can be read as a deficit in intersubjective processes of affect regulation (see Benecke C. et al 2005; psychodynamic Diagnostic Manual-PDM, 2006) leading many authors to assume the centrality of affect regulation in the construction of the psychotherapeutic process of change (just to name a few Tronick, Greenberg, Stern, Sander, Fonagy, Beebe, Philippot, Rimé etc..). As previously stated, this study has led us to hypothesize that the long process of therapy is to assist with the sessions continue, a growing "emotional attunement" between the communication styles of both patient and therapist. And also to speculate that this synchronization can represent the existence of a significant positive correlation between the increased level of "emotional synchronization" and increased capacity for regulation of emotions by the patient.The research results despite the limitations of small sample showed encouraging results about the verification of the existence of an increasing degree of attunement between therapist and patient long psychotherapy sessions and also showed a good degree of positive correlation between the increase the latter construct and emotional regulation through the implicit mode of expression and nonverbal communication.

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Il presente progetto di ricerca propone l’esegesi di alcune sezioni delle Grazie di Ugo Foscolo, secondo l’Edizione Nazionale (1985), a cura di Pagliai-Scotti. È stato fornito il commento delle seguenti sezioni: Prima redazione dell’Inno, Seconda redazione dell’Inno e Appendice alla Seconda redazione dell’Inno, Versi del Rito, Quadernone, Stesure milanesi: Viaggio delle api e frammenti sparsi. Tutte le stesure della Prima redazione dell’Inno e alcuni frammenti delle Stesure milanesi non erano mai stati commentati fino ad ora. Il commento offre una ricostruzione dell’intertesto delle Grazie – le fonti letterarie, erudite e figurative –, e punta alla storicizzazione e alla contestualizzazione della poesia di Foscolo. Attraverso lo studio dei frammenti nella loro evoluzione è possibile intendere come i tre inni, diventati uno soltanto nella redazione del Quadernone, rappresentino la sintesi di tutto il sapere e gli interessi foscoliani (eruditi, scientifici, filosofico-estetici e letterari), e come essi, sin dai primi esiti poetici, siano specchio delle esperienze biografiche dell’autore. Il commento proposto nella tesi ribadisce la complessità della poesia delle Grazie, nelle sue componenti civili e didattiche. Esso avanza nuovi e importanti spunti di indagine, ponendosi come viatico indispensabile per un futuro commento integrale.

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L'inno dedicato ai sette Amesha Spəṇta è parte della produzione avestica recenziore, e si compone in gran parte di porzioni testuali riprese da altri testi avestici a loro volta di formazione tardiva. Lo Yašt si divide in tre parti principali: le stanze 0-10; 11-14; e infine la stanza 15 che comprende la formula di chiusura tipica degli inni avestici. La prima sezione (2.0-10) è composta dalla formula di apertura, incompleta rispetto a quelle dei restanti inni, seguita dai primi sette capitoli di entrambi i Sīh-rōzag compresi i Gāh. Le stanze centrali (11-14) si caratterizzano per l'assenza di passi gemelli, un elevato numero di hapax e di arcaismi formali e inoltre, una grande variabilità nella tradizione manoscritta. Si tratta di una formula magica per esorcizzare/allontanare demoni e stregoni, che doveva essere recitata per sette volte. Tale formula probabilmente rappresentava in origine un testo autonomo che veniva recitato assieme ad altri testi avestici. La versione a noi pervenuta comprende la recitazione di parte di entrambi i Sīh-rōzag, ma è molto probabile che tale arrangement sia soltanto una sequenza recitativa che doveva coesistere assieme ad altre. Attualmente la formula magica viene recitata principalmente assieme allo Yasna Haptaŋhāiti, senza le restanti stanze dell'inno nella sua versione geldneriana. Il testo sembra nascere come formula magica la quale venne recitata assieme a diversi testi avestici come per esempio parti dello Sīh-rōzag. In un periodo impossibile da stabilire con certezza la versione viene fissata nella forma a noi pervenuta nella maggior parte dei manoscritti e per la sua affinità formale probabilmente interpretato come inno e perciò incluso nell'innario avestico.