2 resultados para Homeopathic semiology

em AMS Tesi di Dottorato - Alm@DL - Università di Bologna


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La dissertazione è suddivisa in due capitoli più tre appendici. Nel I capitolo, Musica e dolore, si indagano i casi di metamusicalità in riferimento al dolore, che si intensificano in Euripide: si nota lo sviluppo di una riflessione sul ruolo della mousike rispetto al dolore, espressa attraverso un lessico medico e musicale. Si dimostra che in Euripide si pone il problema di quale scopo abbia la musica, se sia utile, e in quale forma lo sia. Nella prima produzione si teorizza una mousa del lamento come dolce o terapeutica per chi soffre. Molti personaggi, però, mostrano sfiducia nel potere curativo del lamento. Nell’ultima produzione si intensificano gli interrogativi sulla performance del canto, che si connotano come casi metamusicali e metateatrali. Nell’Elena, nell’Ipsipile e nelle Baccanti, E. sembra proporre una terapia ‘omeopatica’ del dolore attraverso la musica orgiastico-dionisiaca. Nel II capitolo, Natura e musica, si sceglie l’Ifigenia Taurica come esempio di mimetismo orchestico-musicale fondato – oltre che su casi di autoreferenzialità – su un immaginario naturale che, ‘facendo musica’, contribuisce all’espressività della choreia e della musica in scena. Si ipotizza inoltre un accompagnamento musicale mimetico rispetto ai suoni della natura e movimenti di danza lineari accanto a formazioni circolari, che sembrano richiamare la ‘doppia natura’ del ditirambo. L’Appendice I, Gli aggettivi poetici ξουθός e ξουθόπτερος: il loro significato e la loro potenzialità allusiva, affronta un caso particolare e problematico di ‘mimetismo lessicale’, innescato dal termine ξουθός e dal composto euripideo ξουθόπτερος. Si dimostra che l’aggettivo indica originariamente un movimento vibratorio, ma sviluppa anche un senso sonoro, ed è quindi un termine evocativo rispetto alla performance. Nell’Appendice II, Il lessico musicale in Euripide, è raccolto il lessico euripideo coreutico-musicale. Nell’Appendice III, La mousike nei drammi euripidei, sono raccolti i riferimenti alla mousike in ogni dramma.

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Ma thèse interroge les formes, les modes et les enjeux liés à la notion d’« enquête » dans les discours et les poétiques d’Émile Zola, Luigi Capuana et Emilia Pardo Bazán. Il s'agit d’abord de prendre au sérieux l’ambition à l’« enquête totale » du roman naturaliste européen vers 1880, envisagée par le credo zolien du « tout dire », par l'idée de la forme « ancha, completa y perfecta » de Pardo Bazán et par l'éclectisme boulimique de Capuana. Corollairement, le lecteur de l’époque, demandeur de « récit », expérimente une pratique esthétique marquée par la porosité disciplinaire et la diversité de formats et de supports. Par l’épistémocritique, la sociocritique et la « sémiologie historicisée », il s’agit donc de questionner les relations entre scientifique et littéraire, fictionnel et factuel, vrai et faux, et leurs présupposés épistémologiques et idéologiques, qui sont définis et redéfinis par les trois auteurs à l’aune de leurs postures et de leurs stratégies d’affirmation spécifiques. En accord avec le « décloisonnement » disciplinaire à l’œuvre à l’époque, d’un point de vue de la réception ainsi que de la production, le corpus mobilisé rapproche des romans, des chroniques, des textes théoriques et critiques, mais aussi des textes « savants » produits ou consultés par les auteurs. À travers l’ensemble de ces perspectives, cette thèse tente d’éclairer, par une démarche comparée, la singularité historique d’une enquête « inquiète » dans le dernier tiers du XIXe siècle.