2 resultados para Henry VI, Holy Roman Emperor, 1165-1197.
em AMS Tesi di Dottorato - Alm@DL - Università di Bologna
Resumo:
La VI regio augustea di Roma rappresenta uno dei settori urbani maggiormente investiti dalle modifiche radicali compiute dall’uomo nel processo di urbanizzazione della città che ne hanno modificato profondamente la situazione altimetrica e la conformazione originaria. Questi notevoli cambiamenti ebbero origine sin dall’età antica, ma si intensificarono profondamente soprattutto nel periodo rinascimentale quando a partire da Pio IV e soprattutto con Sisto V, attivo in tante altre zone della città, si svilupparono numerose opere di rinnovamento urbanistico che incisero notevolmente sul volto e sulle caratteristiche della zona in esame. A partire dal Rinascimento fino ad arrivare ai grandi scavi della fine del 1800 tutto il quartiere incominciò a “popolarsi” di numerosi edifici di grande mole che andarono ad intaccare completamente le vestigia del periodo antico: la costruzione del Palazzo del Quirinale e dei vari palazzi nobiliari ma soprattutto la costruzione dei numerosi ministeri e della prima stazione Termini alla fine dell’800 comportarono numerosi sventramenti senza la produzione di una adeguata documentazione delle indagini di scavo. Questa ricerca intende ricostruire, in un’ottica diacronica, la topografia di uno dei quartieri centrali della Roma antica attraverso l’analisi dei principali fenomeni che contraddistinguono l’evoluzione del tessuto urbano sia per quanto riguarda le strutture pubbliche che in particolar modo quelle private. Infatti, il dato principale che emerge da questa ricerca è che questa regio si configura, a partire già dal periodo tardo-repubblicano, come un quartiere a vocazione prevalentemente residenziale, abitato soprattutto dall’alta aristocrazia appartenente alle più alte cariche dello Stato romano; oltre a domus ed insulae, sul Quirinale, vennero costruiti lungo il corso di tutta l’età repubblicana alcuni tra i più antichi templi della città che con la loro mole occuparono parte dello spazio collinare fino all’età tardoantica, rappresentando così una macroscopica e costante presenza nell’ingombro dello spazio edificato.
Resumo:
La thèse se propose d’offrir la première traduction française des livres VI à VIII du traité des Simples de Galien portant sur la flore à intérêt pharmacologique. Afin de comprendre l’esprit et le but de l’œuvre, nous avons situé le médecin dans son contexte historique et culturel, le IIe siècle de notre ère, et nous avons fourni les données fondamentales de sa biographie et de sa production littéraire et, plus particulièrement, des textes pharmacologiques. Nous avons également étudié le rôle des plantes médicinales dans la médecine d’époque romaine, ainsi que les sources de l’œuvre, en particulier Dioscoride. Malgré le succès du traité au cours des siècles qui ont suivi, il n’a pas fait l’objet d’études approfondies et l’édition la plus récente demeure celle de K. G. Kühn du XIXe siècle. Une édition critique s’impose et c’est dans cette perspective que nous avons entrepris de dresser la liste définitive des manuscrits transmettant le texte galénique. Nous espérons que ces recherches permettront de comprendre un peu mieux l’importance des simples dans la pharmacologie de Galien et qu’elles seront un point de départ pour d’autres travaux sur le traité des Simples.