5 resultados para GESTATIONAL-AGE

em AMS Tesi di Dottorato - Alm@DL - Università di Bologna


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Introduction Postnatal human cytomegalovirus (CMV) infection is usually asymptomatic in term babies, while preterm infants are more susceptible to symptomatic CMV infection. Breastfeeding plays a dominant role in the epidemiology of transmission of postnatal CMV infection, but the risk factors of symptomatic CMV infection in preterm infants are unknown. Patients and Methods Between December 2003 and August 2006, eighty Very Low Birth Weight (VLBW) preterm infants (gestational age ≤ 32 weeks and birth weight < 1500 g), admitted to the Neonatal Intensive Care Unit of St Orsola-Malpighi General Hospital, Bologna were recruited. All of them were breastfed for at least one month. During the first week of life, serological test for CMV was performed on maternal blood. Furthermore, urinary CMV culture was performed in all the infants in order to exclude a congenital CMV infection. Urine samples from each infant were collected and processed for CMV culture once a week. Once every 15 days a blood sample was taken from each infant to evaluate the complete blood count, the hepatic function and the C reactive protein. In addition, samples of fresh breast milk were processed weekly for CMV culture. A genetic analysis of virus variant was performed in the urine of the infected infants and in their mother’s milk to confirm the origin of infection. Results We evaluated 80 VLBW infants and their 68 mothers. Fifty-three mothers (78%) were positive for CMV IgG antibodies, and 15 (22%) were seronegative. In the seronegative group, CMV was never isolated in breast milk, and none of the 18 infants developed viruria; in the seropositive group, CMV was isolated in 21 out of 53 (40%) mother’s milk. CMV was detected in the urine samples of 9 out of 26 (35%) preterm infants, who were born from 21 virolactia positive mothers. Six of these infants had clinically asymptomatic CMV infection, while 3 showed a sepsis-like illness with bradycardia, tachypnea and repeated desaturations. Eight out of nine infants showed abnormal hematologic values. The detection of neutropenia was strictly related to CMV infection (8/9 infected infants vs 17/53 non infected infants, P<.005), such as the detection of an increase in conjugated bilirubin (3/9 infected infants vs 2/53 non infected infants, P<.05). The degree of neutropenia was not different between the two groups (infected/non infected). The use of hemoderivatives (plasma and/or IgM–enriched immunoglobulin) in order to treat a suspected/certain infection in newborn with GE< 28 ws was seen as protective against CMV infection (1/4 infected infants vs 18/20 non infected infants [GE<28 ws]; P<.05). Furthermore, bronchopulmonary dysplasia (defined both as oxygen-dependency at 30 days of life and 36 ws of postmenstrual age) correlated with symptomatic infection (3/3 symptomatic vs 0/6 asymptomatic: P<.05). Conclusion Our data suggest that CMV infection transmitted to preterm newborn through human milk is always asymptomatic when newborns are clinically stable. Otherwise, the infection can worsen a preexisting disease such as bronchopulmonary dysplasia. Human milk offers many nutritional and psychological advantages to preterm newborns: according to our data, there’s no reason to contraindicate it neither to pasteurize the milk of all the mothers of preterm infants who are CMV seropositive.

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Objective: To document the existence of a relationship between apnea of prematurity (AOP) and gastroesophageal reflux (GER) in preterm infants. Setting: One Neonatal Intensive Care Unit Patients: Twenty-six preterm infants (gestational age<32 weeks) with recurrent apneas. Intervention: Simultaneous and synchronized recording of polysomnography and pH-impedance monitoring (pH-MII). Polysomnography detects and characterizes apneas, by recording of breathing movement, nasal airflow, electrocardiogram, pulse oximeter saturation. pH-MII is the state-of-theart methodology for GER detection in preterm newborns. Main outcome measures: Relationship between AOP and GER, which were considered temporally related if both started within 30 seconds of each other. Results: One-hundred-fifty-four apneas out of 1136 were temporally related to GER. The frequency of apnea during the one-minute time around the onset of GER was significantly higher than the one detected in the GER-free period (p=0.03). Furthermore, the frequency of apnea in the 30 seconds after GER (GER-triggered apneas) was greater than that detected in the 30 seconds before (p=0.01). A great inter-individual variability was documented in the proportion of GERtriggered apneas. A strong correlation between total number of apneas and the difference between apneas detected 30 seconds after and before GER was found (p=0.034). Conclusions: Our data show that a variable rate of apneas can be triggered by GER in very preterm infant. Further studies are needed to recognise clinical features which identify those patients who are more susceptible to GER-triggered apneas.

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Obiettivo: Valutare l’accuratezza reciproca dell’ecografia “esperta” e della risonanza magnetica nelle diagnosi prenatale delle anomalie congenite. Materiali e metodi: Sono stati retrospettivamente valutati tutti i casi di malformazioni fetali sottoposte a ecografia “esperta” e risonanza magnetica nel nostro Policlinico da Ottobre 2001 a Ottobre 2012. L’età gestazionale media all’ecografia e alla risonanza magnetica sono state rispettivamente di 28 e 30 settimane. La diagnosi ecografica è stata confrontata con la risonanza e quindi con la diagnosi postnatale. Risultati: sono stati selezionati 383 casi, con diagnosi ecografica o sospetta malformazione fetale “complessa” o anamnesi ostetrica positiva infezioni prenatali, valutati con ecografia “esperta”, risonanza magnetica e completi di follow up. La popolazione di studio include: 196 anomalie del sistema nervoso centrale (51,2%), 73 difetti toracici (19,1%), 20 anomalie dell’area viso-collo (5,2%), 29 malformazioni del tratto gastrointestinale (7,6%), 37 difetti genito-urinari (9,7%) e 28 casi con altra indicazione (7,3%). Una concordanza tra ecografia, risonanza e diagnosi postnatale è stata osservata in 289 casi (75,5%) ed è stata maggiore per le anomalie del sistema nervoso centrale 156/196 casi (79,6%) rispetto ai difetti congeniti degli altri distretti anatomici 133/187 (71,1%). La risonanza ha aggiunto importanti informazioni diagnostiche in 42 casi (11%): 21 anomalie del sistema nervoso centrale, 2 difetti dell’area viso collo, 7 malformazioni toraciche, 6 anomalie del tratto gastrointestinale, 5 dell’apparato genitourinario e 1 caso di sospetta emivertebra lombare. L’ecografia è stata più accurata della risonanza in 15 casi (3,9%). In 37 casi (9,7%) entrambe le tecniche hanno dato esito diverso rispetto agli accertamenti postnatali. Conclusioni: l’ecografia prenatale rimane a tutt’oggi la principale metodica di imaging fetale. In alcuni casi complessi e/o dubbi sia del sistema nervoso centrale sia degli altri distretti anatomici la risonanza può aggiungere informazioni rilevanti.

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Obiettivo: Valutare il ruolo brainstem-vermis angle (BV angle) a 16-18 settimane per la diagnosi precoce delle anomalie cistiche della fossa cranica posteriore. Metodi: Uno studio prospettico, multicentrico, osservazionale. Volumi ecografici tridimensionali della testa fetale sono stati acquisiti in feti a 16-18 settimane. Tre operatori di simile esperienza hanno misurato il BV angle nel piano sagittale come precedentemente descritto1,2 e hanno annotato se il quarto ventricolo era aperto sul piano assiale. Un follow-up dettagliato è stato ottenuto in tutti i casi. Risultati: Tra novembre 2009 e marzo 2011, 150 volumi sono stati acquisiti ad un’epoca gestazionale media di 16 settimane. A causa di una scarsa qualità delle immaginai, 49 volumi sono stati esclusi, con una popolazione finale di 101 casi. Di questi, 6 hanno ricevuto successivamente una diagnosi di malformazione di Dandy-Walker (DWM) e 2 di cisti della tasca di Blake (BPC), gli altri erano normali. In tutti i feti con anomalie cistiche della fossa cranica posteriore, il BV angle è risultato significativamente più ampio rispetto ai controlli (57.3+23.0° vs 9.4+7.7°, U-Mann Whitney test p<0.000005). Nel 90.3% dei feti normali, il BV angle era <20° e il quarto ventricolo era chiuso sul piano assiale. In 9 feti normali e nei casi con BPC, l’angolo era >20° ma <45° (25.8+5.6°) e il quarto ventricolo era aperto posteriormente sul piano assiale, ma solo utilizzando una scansione non convenzionale. In tutti i feti con DWM, il BV angle era >45° (67.9+13.9°) e il quarto ventricolo era aperto anche sul piano assiale standard. Conclusioni: Fino ad ora la diagnosi di anomalie cistiche della fossa cranica posteriore è stata consideratea difficile o impossibile prima di 20 settimane, a causa del presunto sviluppo tardivo del verme cerebellare. La nostra esperienza suggerisce che la misurazione del BV angle consente un’identificazione precisa di queste condizioni già a 16 settimane.

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Obiettivi: L’obiettivo dello studio è stato quello di valutare l’utilizzo del cerchiaggio cervicale, in relazione alle diverse indicazioni per cui è stato eseguito, presso la Clinica Ostetrica e Ginecologica del Policlinico Universitario Sant’Orsola-Malpighi di Bologna, tra Gennaio 2001 e Dicembre 2013. Outcome secondario e’ stato quello di paragonare i risultati ottenuti con le più recenti evidenze scientifiche per valutare come esse abbiano influenzato l’utilizzo del cerchiaggio nel nostro centro. Materiali e metodi: valutazione osservazionale di tutte le pazienti sottoposte a cerchiaggio cervicale presso il nostro centro. La popolazione di studio e’ stata suddivisa in 5 gruppi in relazione all’indicazione per cui il cerchiaggio e’ stato eseguito: cerchiaggio elettivo (I), eco indicato (II), d’emergenza (III), in gravidanze gemellari (IV) e in gravidanze trigemine (V). Di tutte le pazienti e’ stato valutato l’outcome della gravidanza (epoca gestazionale al parto, peso neonatale, Apgar score) e l’appropriatezza dell’indicazione al cerchiaggio. Risultati: nel corso dei 13 anni in studio sono stati eseguiti 191 cerchiaggi: 109 nel I gruppo, 24 nel II, 39 nel III, 13 e 6 rispettivamente nel IV e V gruppo. In un caso il cerchiaggio e’ stato eseguito per via laparoscopica prima dell’insorgenza della gravidanza. La distribuzione dei diversi tipi di cerchiaggio e’ cambiata: dal 2007 non vengono seguiti cerchiaggi in gravidanze multiple, sono diminuiti quelli elettivi e sono aumentati i cerchiaggi d’emergenza pur essendo i casi con morbilità materna maggiore: in una paziente si e’ verificato un aborto settico con shock settico materno e si e’ reso necessario un intervento di isterectomia. Conclusioni: l'applicazioni di indicazioni piu' selettive all’esecuzione del cerchiaggio hanno determinato una forte riduzione dell’utilizzo da tale procedura. L'aumento dell'utilizzo del cerchiaggio d’emergenza e' legato al fatto che rappresenta l’ultima chance per convertire un aborto inevitabile in un parto di neonato vivo in casi estremi.