5 resultados para Feed-back multi-source

em AMS Tesi di Dottorato - Alm@DL - Università di Bologna


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Durante il secolo scorso sono state individuate alcune mutazioni per il colore della buccia della varietà William che invece di essere giallo arriva a maturazione con diverse tonalità di colore rosso. L’intensità e la tipologia del fenotipo dovuto a questa mutazione mostra una variabilità all’interno dei diversi cloni rossi di questa cultivar: Max Red Bartlett, Rosired e Sensation. Questa mutazione è ereditabile e usando come genitore uno dei sopra-citati mutanti per il rosso sono state prodotte altre cultivar caratterizzate da buccia rossa come Cascade. Max Red Bartlett presenta una intensa colorazione rossa nelle prime fasi di maturazione per poi striarsi perdendo di lucentezza e non ricoprendo totalmente la superficie del frutto. Max Red Bartlett ha inoltre il problema di regressione del colore. Questa mutazione infatti non è stabile e dopo qualche anno può regredire e presentare il fenotipo di William. Diverso è invece lo sviluppo per esempio di Rosired che durante le prime fasi di accrescimento del frutto è identica a Williams (di colore verde con la parte del frutto rivolta verso il sole leggermente rossastra) per poi virare e mantenere un vivo colore rosso su tutta la superficie del frutto. Questa tesi si è proposta di caratterizzare questa mutazione che coinvolge in qualche modo la via biosintetica per la sintesi del colore. In particolare si è cercato di investigare sui probabili geni della via degli antociani coinvolti e in quale modo vengono espressi durante la maturazione del frutto, inoltre si è cercato di trovare quali specifiche molecole venissero diversamente sintetizzate. Le cultivar utilizzate sono state William e Max Red Bartlett. Di quest’ultima era già disponibile una mappa molecolare, ottenuta sulla popolazione di’incrocio di Abate Fetel (gialla) x MRB (rossa) con AFLP e SSR, quest’ultimi hanno permesso di denominare i diversi linkage group grazie alla sintenia con le altre mappe di pero e di melo. I semenzali appartenenti a questa popolazione, oltre a dimostrare l’ereditarietà del carattere, erano per il 50% gialli e 50% rossi. Questo ha permesso il mappaggio di questo carattere/mutazione che si è posizionato nel linkage group 4. Una ricerca in banca dati eseguita in parallelo ha permesso di trovare sequenze di melo dei geni coinvolti nella via biosintetica degli antociani (CHS, CHI, F3H, DFR, ANS e UFGT), sulle quali è stato possibile disegnare primer degenerati che amplificassero su DNA genomico di pero. Le amplificazioni hanno dato frammenti di lunghezza diversa. Infatti nel caso di F3H e DFR l’altissima omologia tra melo e pero ha permesso l’amplificazione quasi totale del gene, negli altri casi invece è stato necessario utilizzare primer sempre più vicini in modo da facilitare l’amplificazione. I frammenti ottenuti sono stati clonati sequenziati per confermare la specificità degli amplificati. Non sono stati evidenziati polimorfismi di sequenza in nessuna delle sei sequenze tra William e Max Red Bartlett e nessun polimorfismo con Abate, per questo motivo non è stato possibile mapparli e vedere se qualcuno di questi geni era localizzato nella medesima posizione in cui era stato mappato il “colore/mutazione”. Sulle le sequenze ottenute è stato possibile disegnare altri primer, questa volta specifici, sia per analisi d’espressione. Inizialmente è stato sintetizzato il cDNA dei geni suddetti per retrotrascrizione da RNA estratto sia da bucce sia da foglie appena germogliate (le quali presentano solo in questa fase una colorazione rossastra in MRB ma non in William). Al fine di osservare come varia l’espressione dei geni della via biosintetica delle antocianine durante la fase di maturazione dei frutti, sono stati fatti 4 campionamenti, il primo a 45gg dalla piena fioritura, poi a 60, 90, 120 giorni. Foglie e bucce sono state prelevate in campo e poste immediatamente in azoto liquido. Dai risultati con Real Time è emerso che vi è una maggiore espressione nelle prime fasi di sviluppo in Max Red Bartlett per poi calare enormemente in giugno. Si potrebbe ipotizzare che ci sia una reazione di feed back da parte della piante considerando che in questa fase il frutto non si accresce. I livelli di espressione poi aumentano verso la fase finale della maturazione del frutto. In agosto, con l’ultimo campionamento vi è una espressione assai maggiore in Max Red Bartlett per quei geni posti a valle della via biosintetica per la sintesi delle antocianine. Questo risultato è confermato anche dal livello di espressione che si riscontra nelle foglie. In cui i geni F3H, LDOX e UFGT hanno un livello di espressione nettamente maggiore in Max Red Bartlett rispetto a William. Recentemente Takos et al (2006) hanno pubblicato uno studio su un gene regolatore della famiglia Myb e ciò ha permesso di ampliare i nostri studi anche su questo gene. L’altissima omologia di sequenza, anche a livello di introni, non ha permesso di individuare polimorfismi tra le varietà Abate Fetel e Max Red Bartlett, per nessun gene ad eccezione proprio del gene regolatore Myb. I risultati ottenuti in questa tesi dimostrano che in pero l’espressione relativa del gene Myb codificante per una proteina regolatrice mostra una netta sovra-espressione nel primo stadio di maturazione del frutto, in Max Red Bartlett 25 volte maggiore che in William. All’interno della sequenza del gene un polimorfismo prodotto da un microsatellite ha permesso il mappaggio del gene nel linkage group 9 in Max Red Bartlett e in Abate Fetel. Confrontando questo dato di mappa con quello del carattere morfologico rosso, mappato nel linkage group 4, si deduce che la mutazione non agisce direttamente sulla sequenza di questo gene regolatore, benché sia espresso maggiormente in Max Red Bartlett rispetto a William ma agisca in un altro modo ancora da scoprire. Infine per entrambe le varietà (William e Max Red Bartlett) sono state effettuate analisi fenotipiche in diversi step. Innanzi tutto si è proceduto con una analisi preliminare in HPLC per osservare se vi fossero differenze nella produzione di composti con assorbenza specifica delle antocianine e dei flavonoidi in generale. Si è potuto quindi osservare la presenza di due picchi in Max Red Bartlett ma non in William. La mancanza di standard che coincidessero con i picchi rilevati dallo spettro non ha permesso in questa fase di fare alcuna ipotesi riguardo alla loro natura. Partendo da questo risultato l’investigazione è proceduta attraverso analisi di spettrometria di massa associate ad una cromatografia liquida identificando con una certa precisione due composti: la cianidina-3-0-glucoside e la quercitina-3-o-glucoside. In particolare la cianidina sembra essere la molecola responsabile della colorazione della buccia nei frutti di pero. Successive analisi sono state fatte sempre con lo spettrometro di massa ma collegato ad un gas cromatografo per verificare se vi fossero delle differenze anche nella produzione di zuccheri e più in generale di molecole volatili. L’assenza di variazioni significative ha dimostrato che la mutazione coinvolge solo il colore della buccia e non le caratteristiche gustative e organolettiche di William che restano inalterate nel mutante.

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A new multi-energy CT for small animals is being developed at the Physics Department of the University of Bologna, Italy. The system makes use of a set of quasi-monochromatic X-ray beams, with energy tunable in a range from 26 KeV to 72 KeV. These beams are produced by Bragg diffraction on a Highly Oriented Pyrolytic Graphite crystal. With quasi-monochromatic sources it is possible to perform multi-energy investigation in a more effective way, as compared with conventional X-ray tubes. Multi-energy techniques allow extracting physical information from the materials, such as effective atomic number, mass-thickness, density, that can be used to distinguish and quantitatively characterize the irradiated tissues. The aim of the system is the investigation and the development of new pre-clinic methods for the early detection of the tumors in small animals. An innovative technique, the Triple-Energy Radiography with Contrast Medium (TER), has been successfully implemented on our system. TER consist in combining a set of three quasi-monochromatic images of an object, in order to obtain a corresponding set of three single-tissue images, which are the mass-thickness map of three reference materials. TER can be applied to the quantitative mass-thickness-map reconstruction of a contrast medium, because it is able to remove completely the signal due to other tissues (i.e. the structural background noise). The technique is very sensitive to the contrast medium and is insensitive to the superposition of different materials. The method is a good candidate to the early detection of the tumor angiogenesis in mice. In this work we describe the tomographic system, with a particular focus on the quasi-monochromatic source. Moreover the TER method is presented with some preliminary results about small animal imaging.

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The Italian radio telescopes currently undergo a major upgrade period in response to the growing demand for deep radio observations, such as surveys on large sky areas or observations of vast samples of compact radio sources. The optimised employment of the Italian antennas, at first constructed mainly for VLBI activities and provided with a control system (FS – Field System) not tailored to single-dish observations, required important modifications in particular of the guiding software and data acquisition system. The production of a completely new control system called ESCS (Enhanced Single-dish Control System) for the Medicina dish started in 2007, in synergy with the software development for the forthcoming Sardinia Radio Telescope (SRT). The aim is to produce a system optimised for single-dish observations in continuum, spectrometry and polarimetry. ESCS is also planned to be installed at the Noto site. A substantial part of this thesis work consisted in designing and developing subsystems within ESCS, in order to provide this software with tools to carry out large maps, spanning from the implementation of On-The-Fly fast scans (following both conventional and innovative observing strategies) to the production of single-dish standard output files and the realisation of tools for the quick-look of the acquired data. The test period coincided with the commissioning phase for two devices temporarily installed – while waiting for the SRT to be completed – on the Medicina antenna: a 18-26 GHz 7-feed receiver and the 14-channel analogue backend developed for its use. It is worth stressing that it is the only K-band multi-feed receiver at present available worldwide. The commissioning of the overall hardware/software system constituted a considerable section of the thesis work. Tests were led in order to verify the system stability and its capabilities, down to sensitivity levels which had never been reached in Medicina using the previous observing techniques and hardware devices. The aim was also to assess the scientific potential of the multi-feed receiver for the production of wide maps, exploiting its temporary availability on a mid-sized antenna. Dishes like the 32-m antennas at Medicina and Noto, in fact, offer the best conditions for large-area surveys, especially at high frequencies, as they provide a suited compromise between sufficiently large beam sizes to cover quickly large areas of the sky (typical of small-sized telescopes) and sensitivity (typical of large-sized telescopes). The KNoWS (K-band Northern Wide Survey) project is aimed at the realisation of a full-northern-sky survey at 21 GHz; its pilot observations, performed using the new ESCS tools and a peculiar observing strategy, constituted an ideal test-bed for ESCS itself and for the multi-feed/backend system. The KNoWS group, which I am part of, supported the commissioning activities also providing map-making and source-extraction tools, in order to complete the necessary data reduction pipeline and assess the general system scientific capabilities. The K-band observations, which were carried out in several sessions along the December 2008-March 2010 period, were accompanied by the realisation of a 5 GHz test survey during the summertime, which is not suitable for high-frequency observations. This activity was conceived in order to check the new analogue backend separately from the multi-feed receiver, and to simultaneously produce original scientific data (the 6-cm Medicina Survey, 6MS, a polar cap survey to complete PMN-GB6 and provide an all-sky coverage at 5 GHz).

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The objective of this work of thesis is the refined estimations of source parameters. To such a purpose we used two different approaches, one in the frequency domain and the other in the time domain. In frequency domain, we analyzed the P- and S-wave displacement spectra to estimate spectral parameters, that is corner frequencies and low frequency spectral amplitudes. We used a parametric modeling approach which is combined with a multi-step, non-linear inversion strategy and includes the correction for attenuation and site effects. The iterative multi-step procedure was applied to about 700 microearthquakes in the moment range 1011-1014 N•m and recorded at the dense, wide-dynamic range, seismic networks operating in Southern Apennines (Italy). The analysis of the source parameters is often complicated when we are not able to model the propagation accurately. In this case the empirical Green function approach is a very useful tool to study the seismic source properties. In fact the Empirical Green Functions (EGFs) consent to represent the contribution of propagation and site effects to signal without using approximate velocity models. An EGF is a recorded three-component set of time-histories of a small earthquake whose source mechanism and propagation path are similar to those of the master event. Thus, in time domain, the deconvolution method of Vallée (2004) was applied to calculate the source time functions (RSTFs) and to accurately estimate source size and rupture velocity. This technique was applied to 1) large event, that is Mw=6.3 2009 L’Aquila mainshock (Central Italy), 2) moderate events, that is cluster of earthquakes of 2009 L’Aquila sequence with moment magnitude ranging between 3 and 5.6, 3) small event, i.e. Mw=2.9 Laviano mainshock (Southern Italy).