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em AMS Tesi di Dottorato - Alm@DL - Università di Bologna
Resumo:
Subduction zones are the favorite places to generate tsunamigenic earthquakes, where friction between oceanic and continental plates causes the occurrence of a strong seismicity. The topics and the methodologies discussed in this thesis are focussed to the understanding of the rupture process of the seismic sources of great earthquakes that generate tsunamis. The tsunamigenesis is controlled by several kinematical characteristic of the parent earthquake, as the focal mechanism, the depth of the rupture, the slip distribution along the fault area and by the mechanical properties of the source zone. Each of these factors plays a fundamental role in the tsunami generation. Therefore, inferring the source parameters of tsunamigenic earthquakes is crucial to understand the generation of the consequent tsunami and so to mitigate the risk along the coasts. The typical way to proceed when we want to gather information regarding the source process is to have recourse to the inversion of geophysical data that are available. Tsunami data, moreover, are useful to constrain the portion of the fault area that extends offshore, generally close to the trench that, on the contrary, other kinds of data are not able to constrain. In this thesis I have discussed the rupture process of some recent tsunamigenic events, as inferred by means of an inverse method. I have presented the 2003 Tokachi-Oki (Japan) earthquake (Mw 8.1). In this study the slip distribution on the fault has been inferred by inverting tsunami waveform, GPS, and bottom-pressure data. The joint inversion of tsunami and geodetic data has revealed a much better constrain for the slip distribution on the fault rather than the separate inversions of single datasets. Then we have studied the earthquake occurred on 2007 in southern Sumatra (Mw 8.4). By inverting several tsunami waveforms, both in the near and in the far field, we have determined the slip distribution and the mean rupture velocity along the causative fault. Since the largest patch of slip was concentrated on the deepest part of the fault, this is the likely reason for the small tsunami waves that followed the earthquake, pointing out how much the depth of the rupture plays a crucial role in controlling the tsunamigenesis. Finally, we have presented a new rupture model for the great 2004 Sumatra earthquake (Mw 9.2). We have performed the joint inversion of tsunami waveform, GPS and satellite altimetry data, to infer the slip distribution, the slip direction, and the rupture velocity on the fault. Furthermore, in this work we have presented a novel method to estimate, in a self-consistent way, the average rigidity of the source zone. The estimation of the source zone rigidity is important since it may play a significant role in the tsunami generation and, particularly for slow earthquakes, a low rigidity value is sometimes necessary to explain how a relatively low seismic moment earthquake may generate significant tsunamis; this latter point may be relevant for explaining the mechanics of the tsunami earthquakes, one of the open issues in present day seismology. The investigation of these tsunamigenic earthquakes has underlined the importance to use a joint inversion of different geophysical data to determine the rupture characteristics. The results shown here have important implications for the implementation of new tsunami warning systems – particularly in the near-field – the improvement of the current ones, and furthermore for the planning of the inundation maps for tsunami-hazard assessment along the coastal area.
Resumo:
Il presente lavoro è strutturato in quattro parti analizzando e comparando le pubblicazioni del settore scientifico italiano, anglofono e tedesco di riferimento. Nel primo capitolo della tesi viene proposta una riflessione sulle parole che ruotano attorno al tema dei DSA e della disabilità. Nel secondo capitolo vengono presentati, a partire dalla letteratura scientifica di riferimento, gli indicatori di rischio che segnalano possibili disturbi specifici di apprendimento e le caratteristiche di apprendimento dei DSA mettendo in luce potenzialità e talenti spesso intrinseci. Nel terzo capitolo viene vagliata la normativa di riferimento, in particolare la recente Legge 170/2010 e le relative Linee Guida. Nel quarto capitolo, partendo dal tema della diffusione delle tecnologie dell’informazione e della comunicazione (da ora in poi TIC) nel mondo della scuola, sono ampiamente trattati i principali strumenti compensativi (sintesi vocale, libri digitali, mappe concettuali, Lavagna Interattiva Multimediale) e le misure dispensative adottabili. Nel quinto capitolo viene analizzato in tutte le sue parti il Piano Didattico Personalizzato (da ora in poi PDP) e viene proposto un possibile modello di PDP pubblicato sul sito dell'Ufficio per l’Ambito Territoriale di Bologna. Nel sesto capitolo della tesi viene presentato il Progetto Regionale ProDSA. Il Progetto, rivolto a studenti, con diagnosi di DSA, delle scuole secondarie di primo grado e del primo biennio delle secondarie di secondo grado dell’Emilia-Romagna, ha visto, grazie a un finanziamento della Regione, la consegna in comodato d'uso gratuito di tecnologie compensative agli alunni che hanno aderito. La sezione empirica del presente lavoro indaga l’uso reale che è stato fatto degli strumenti proposti in comodato d’uso e le motivazioni legate alla scelta di non utilizzarli in classe. Nel settimo capitolo vengono proposti strumenti progettati per rispondere concretamente alle criticità emerse dall'analisi dei dati e per sensibilizzare il mondo della scuola sulle caratteristiche dei DSA.
Resumo:
La presente tesi ha come scopo quello di individuare alcune problematiche relative all’esercizio e alla limitazione del diritto alla libertà di espressione nel contesto delle attività globali di sorveglianza e controllo delle tecnologie dell’informazione e della comunicazione. Tali attività, poste in essere da parte degli Stati e da parte degli operatori privati, sono favorite dal nebuloso rapporto tra norme di fonte pubblica, privata e informatica, e sono invece osteggiate dal ricorso, collettivo e individuale, alle possibilità offerte dalle tecnologie stesse per la conduzione di attività in anonimato e segretezza. La sorveglianza globale nel contesto delle privatizzazioni si serve del codice e dell’autonomia privata, così come la resistenza digitale ricorre alle competenze informatiche e agli spazi di autonomia d’azione dell’individuo. In questo contesto, la garanzia dell’esistenza e dell’esercizio dei diritti fondamentali dell’individuo, tra tutti il diritto alla libertà di espressione e il diritto alla tutela della riservatezza, passa per l’adozione di tecniche e pratiche di autotutela attraverso l’utilizzo di sistemi di cifratura e comunicazioni anonime. L’individuo, in questo conflitto tecnico e sociale, si trova a dover difendere l’esercizio dei propri diritti e finanche l’adempimento ai propri doveri, quando attinenti a particolari figure professionali o sociali, quali avvocati, operatori di giustizia, giornalisti, o anche semplicemente genitori. In conclusione dell’elaborato si propongono alcune riflessioni sulla formazione della cittadinanza e del mondo professionale, da parte dei giuristi delle nuove tecnologie, all’uso cosciente, consapevole e responsabile delle nuove tecnologie dell’informazione, con lo stimolo ad orientare altresì le proprie attività alla tutela e alla promozione dei diritti umani fondamentali, democratici, costituzionali, civili e sociali.