8 resultados para Enterprise social responsibility

em AMS Tesi di Dottorato - Alm@DL - Università di Bologna


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La tesi si pone due obiettivi principali. Il primo é quello di proporre una rassegna ragionata della letteratura di carattere economico sulla Responsabilitá Sociale d’Impresa (RSI), analizzando i maggiori elementi di possibile critica e i nodi rimasti irrisolti. Il secondo é quello di introdurre alcuni contributi originali a questa letteratura. Riguardo al secondo obiettivo, l’analisi economica della RSI si puó dividere in due rami: uno che vede la RSI principamente come strategia di differenziazione, e l’altro che la vede come strategia per migliorare l’efficienza del processo produttivo. Fino ad ora la letteratura economica si é concentrata esclusivamente sul primo. Nella mia tesi vengono sviluppati alcuni modelli teorici delle RSI come strategia per migliorare l'efficienza del processo produttivo. Uno dei principali risultati della tesi é che le imprese che appaiono socialmente responsabili non sono quelle che hanno rinunciato alla massimizazione dei profitti, ma quelle che hanno come obiettivo la massimizzazione dei profitti nel lungo periodo, tenendo in considerazione come le proprie attivitá possono influenzare la disponibilitá e la qualitá dei fattori di produzione nel futuro. Un altro risultato della tesi é lo studio delle configurazioni di equilibrio in diversi mercati, con riferimento a quante imprese decideranno di intraprendere RSI e quante decideranno di non farlo.

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What is the relationship between executive pay regulation and corporate social responsibility (CSR)? Currently, CSR is neither sufficiently included in economic research on executive pay, nor is pay regulation considered as a potential instrument in the growing body of CSR legislation. The successful proliferation of CSR in business practice and the attention policymakers and legislators now pay to it, however, have raised the importance of answering these questions. Thus, this blind spot in corporate governance—the relationship between compensation, CSR, and law—is the topic of this thesis. The dissertation approaches these issues in two subsequent research question: first, the role of executive pay regulation as an institutional determinant of CSR engagement is identified. From the results of this, the second research question arises: should legislators promote CSR engagement and—if so—how? Lastly, a case study is conducted to map how the influence of index funds as an important driver of CSR in corporate governance should be accommodated in the design of CSR legislation. The research project shows that pay regulation is part of the institutional determinants of CSR and, depending on its design, can incentivise or discourage different forms of CSR engagement. As a form of private self-regulation, CSR is closely interconnected with legal rules and the result of complex underlying drivers inside and outside the firm. The study develops a differentiation of CSR activities to accommodate this complexity, which is applied in an analysis of pay regulation. Together, these inquiries form a comprehensive picture of the ways in which pay regulation sets incentives for CSR engagement. Finally, the thesis shows how CSR-oriented pay regulation is consistent with the conventional goals of corporate governance and eventually provides a prospect for the integration of CSR and corporate law in general.

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My research focuses on the mentality of catholic entrepreneurs and managers in Italy between the 1930's and the 1950's. The main source of my study is the archive of an organization called Unione Cristiana Imprenditori Dirigenti [Christian Entrepreneurs and Managers Association], which was founded in Milan in 1945 with the pedagogic intent to foster higher moral standards and social responsibility in the milieux of catholic entrepreneurs, in the spirit of the Social Doctrine of the Church. This experience was set in the social and political context of the Italian post-war years, but it was also rooted in the debate – started during the 1930s - on the rise of a new catholic leadership in society.

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Le Indicazioni Geografiche (IG) giocano un ruolo importante nella crescita economica e nello sviluppo territoriale rurale quando una determinata qualità di prodotto, reputazione o altra caratteristica del prodotto siano attribuibili essenzialmente alla sua origine geografica. In questa ricerca si è verificato la possibilità di valorizzare la regione del Brasile denominata Vale do Paraiba Fluminense, soprannominata “Vale do Café” e di mettere in luce le potenzialità del caffè come prodotto di qualità, sostenibile sotto il profilo ambientale e sociale: un vero e proprio patrimonio culturale che può rivelarsi una valida risorsa economica per il territorio. Nella prima fase dell'indagine è stata realizzata la ricerca a tavolino e sul campo fondata sulle fonti bibliografiche; nella seconda fase è stata applicata la Metodologia Partecipativa della FAO per identificare il collegamento dell’area di origine e del prodotto locale ed il suo potenziale di sviluppo con le risorse locali attraverso questionari on line. Nell’analisi qualitativa sono stati intervistati rappresentanti delle differenti categorie di stakeholder per arricchire il quadro sul contesto storico della regione. Infine, nella parte quantitativa sono stati applicati dei questionari ai consumatori di caffè del territorio. A conclusione della ricerca il territorio potrebbe reintrodurre un caffè storico, simbolo della ricchezza e decadenza di quella regione come elemento di potenziale economico locale, sfruttando la parte immateriale delle aziende agricole storiche, rilocalizzando il prodotto nella memoria locale, riavvicinando la popolazione alla sua storia e principalmente sensibilizzandola del valore del nome geografico “Vale do Paraiba Fluminense” o “Vale do Café” relazionata alla storia della regione, e del prodotto caffè che si propone rilanciare a favore del territorio, rilocalizzando il nome geografico.

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Oggetto della ricerca è la rilevanza nell’ambito del diritto penale del principio di precauzione. Quest’ultimo deve la sua diffusione e popolarità al fatto di presentarsi come criterio guida al problema del rischio e dell’incertezza. L’esigenza di adottare scelte normative in condizioni di incertezza scientifica è infatti oggi ineludibile. Si cercherà in primo luogo di circoscrivere l’oggetto dell’indagine analizzando il rilievo che il principio di precauzione ha a livello legislativo e giurisprudenziale. Quindi si analizzeranno le problematiche che il ricorso allo stesso suscita con riferimento alla struttura classica del reato e legate al contesto di incertezza nel quale viene invocato. Tali problematiche si riferiscono alla possibilità o meno di dare rilevanza al modello del reato di pericolo, alla ricostruzione del nesso causale e all’influenza che il principio di precauzione può determinare nell’accertamento dell’elemento soggettivo delle colpa. Si concluderà l’analisi analizzando le diverse posizioni assunte dalla dottrina italiana circa l’opportunità o meno dell’intervento penale in contesti di incertezza scientifica, individuando, in caso di risposta affermativa, le modalità di intervento.

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1.Microfinance Industry – Context of Analysis. This paper is an introduction to the microfinance industry. It serves as a context of analysis, for the empirical settings and basis for building the theoretical argument for the thesis. 2.Women in Microfinance Institutions: The Road to Poverty Reduction and Gender Equality? One of the unique aspects of microfinance institutions is their focus on outreach, i.e. their ability to reach the poor. This paper explores whether the presence of women in microfinance institutions is associated with improved outreach. Building on prior research that shows that women tend to improve financial performance and social responsibility, we examine an original dataset of 226 microfinance institutions. The empirical results suggest that the presence of a female CEO, female managers and female loan officers is directly related to improved outreach, while the presence of women board members is not. 3. Women in Microfinance Institutions: Is There a Trade-Off Between Outreach and Sustainability? Abstract This paper’s contribution to the understanding of microfinance is two-fold. First, while it has been shown that female CEOs in MFIs increase financial performance, it will be argued that female managers, female loan officers and female board members will do the same. Secondly, having previously shown that having a female presence in management in MFIs improves social performance the outreach, it will be argued that having females in the MFIs’ management will not lead to a trade-off between outreach and sustainability. These findings are based on an original data set of 226 MFIs. Statistical analysis demonstrates that a weak relationship between female managers and female loan officers vis-à-vis financial performance, but female board members do not. The trade-off between outreach and sustainability can be avoided with the appointment of females to the MFIs’ management positions, but the same cannot be concluded for female board members.

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L'interrogativo da cui nasce la ricerca riguarda la possibilità di individuare, in controtendenza con la logica neoliberista, strategie per l'affermarsi di una cultura dello sviluppo che sia sostenibile per l'ambiente e rispettosa della dignità delle persone, in grado di valorizzarne le differenze e di farsi carico delle difficoltà che ognuno può incontrare nel corso della propria esistenza. Centrale è il tema del lavoro, aspetto decisivo delle condizioni di appartenenza sociale e di valorizzazione delle risorse umane. Vengono richiamati studi sulla realtà in cui siamo immersi, caratterizzata dal pensiero liberista diventato negli ultimi decenni dominante su scala globale e che ha comportato una concezione delle relazioni sociali basata su di una competitività esasperata e sull’esclusione di chi non sta al passo con le leggi di mercato: le conseguenze drammatiche dell'imbroglio liberista; la riduzione delle persone a consumatori; la fuga dalla comunità ed il rifugio in identità separate; il tempo del rischio, della paura e della separazione fra etica e affari. E gli studi che, in controtendenza, introducono a prospettive di ricerca di uno sviluppo inclusivo e umanizzante: le prospettive della decrescita, del business sociale, di una via cristiana verso un'economia giusta, della valorizzazione delle capacità delle risorse umane. Vengono poi indagati i collegamenti con le esperienze attive nel territorio della città di Bologna che promuovono, attraverso la collaborazione fra istituzioni, organizzazioni intermedie e cittadini, occasioni di un welfare comunitario che sviluppa competenze e diritti insieme a responsabilità: l'introduzione delle clausole sociali negli appalti pubblici per la realizzazione professionale delle persone svantaggiate; la promozione della responsabilità sociale d'impresa per l'inclusione socio-lavorativa; la valorizzazione delle risorse delle persone che vivono un’esperienza carceraria. Si tratta di esperienze ancora limitate, ma possono costituire un riferimento culturale e operativo di un modello di sviluppo possibile, che convenga a tutti, compatibile con i limiti ambientali e umanizzante.

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I cambiamenti e le innovazioni sociali, che hanno caratterizzato il secolo scorso, hanno generato mutamenti significativi nella struttura dei consumi, legati in particolare a una maggiore consapevolezza dei consumatori e allo scoppio della crisi economica. Assume sempre maggiore importanza, all’interno delle politiche di brand management, il ruolo della Responsabilità Sociale d’Impresa, che spinge la Grande Distribuzione Organizzata a proporre prodotti con più alti standard qualitativi e di sicurezza. Il caso analizzato è quello della linea biologica ViviVerde Coop, la cui offerta di prodotti biologici a private label ha avuto un impatto molto positivo sul mercato. L’analisi dell’elasticità della curva di domanda di alcuni di questi prodotti nel periodo gennaio 2010-maggio 2012 rivela diversi valori positivi e maggiori di 1, indice del fatto che il prezzo non abbia avuto effetti negativi sulle vendite dei prodotti considerati. Tale evidenza risulta rilevante proprio in un periodo di profonda crisi economica che ha interessato, in modo significativo, anche i consumi alimentari.