4 resultados para Electrònica -- Aparells i instruments

em AMS Tesi di Dottorato - Alm@DL - Università di Bologna


Relevância:

30.00% 30.00%

Publicador:

Resumo:

Nella prima parte viene ricostruito il concetto di vincolo espropriativo alla luce dell’elaborazione della giurisprudenza della Corte costituzionale e della Corte EDU, giungendo alla conclusione che rientrano in tale concetto le limitazioni al diritto di proprietà che: - derivano da scelte discrezionali dell’Amministrazione non correlate alle caratteristiche oggettive del bene; - superano la normale tollerabilità nel senso che impediscono al proprietario la prosecuzione dell’uso in essere o incidono sul valore di mercato del bene in modo sproporzionato rispetto alle oggettive caratteristiche del bene e all’interesse pubblico perseguito. Ragione di fondo della teoria dei vincoli è censurare l’eccessiva discrezionalità del potere urbanistico, imponendo una maggiore obiettività e controllabilità delle scelte urbanistiche. Dalla teoria dei vincoli consegue altresì che nell’esercizio del potere urbanistico l’Amministrazione, pur potendo differenziare il territorio, deve perseguire l’obiettivo del riequilibrio economico degli interessi incisi dalle sue determinazioni. L’obbligo della corresponsione dell’indennizzo costituisce la prima forma di perequazione urbanistica. Nel terzo e nel quarto capitolo viene analizzata la giurisprudenza civile e amministrativa in tema di vincoli urbanistici, rilevandone la non corrispondenza rispetto all’elaborazione della Corte costituzionale e l’incongruità dei risultati applicativi. Si evidenzia in particolare la necessità del superamento del criterio basato sulla distinzione zonizzazioni-localizzazioni e di considerare conformative unicamente quelle destinazioni realizzabili ad iniziativa privata che in concreto consentano al proprietario di conseguire un’utilità economica proporzionata al valore di mercato del bene. Nel quinto capitolo viene analizzato il rapporto tra teoria dei vincoli e perequazione urbanistica, individuandosi il discrimine tra i due diversi istituti non solo nel consenso, ma anche nella proporzionalità delle reciproche prestazioni negoziali. Attraverso la perequazione non può essere attribuito al proprietario un’utiliinferiore a quella che gli deriverebbe dall’indennità di esproprio.

Relevância:

30.00% 30.00%

Publicador:

Resumo:

Questa tesi coniuga metodologie tradizionali e nuove tecnologie per far luce sulla straordinaria proliferazione di immagini musicali che caratterizza il ducato di Alfonso I d’Este (1505-1534) e offrire la possibilità di esplorare in modo nuovo uno degli ambienti più significativi del Rinascimento: il Camerino delle Pitture, studiolo del Duca. Il lavoro svolto ha portato all’individuazione di 60 opere finora mai analizzate da un punto di vista iconografico-musicale, ad eccezione di pochissimi casi, e alla creazione del primo catalogo iconografico-musicale sulla Ferrara di Alfonso I (vol. II). Il vol. I della tesi espone gli approfondimenti critici. Il corpus raccolto nel catalogo è inquadrato nel particolare contesto culturale di ricercata sinergia tra le arti, alla luce della dimensione cortese del consumo musicale ma soprattutto del valore identitario che Alfonso stesso attribuiva alla musica. Le immagini musicali sono quindi analizzate nella duplice veste di testimonianze storiche (sui contesti esecutivi, sulle sonorità degli ensembles, sulla diffusione e l’interesse per alcuni strumenti e sul loro valore di emblemi dell’elegante ed armonica vita cortese) e di omaggio verso il Duca, i suoi gusti artistici e le sue vedute culturali. Ad Alfonso e alle sue identificazioni mitologiche è dedicata la seconda parte. Un accurato profilo caratteriale prelude all’analisi di alcune delle opere più significative della committenza alfonsina con particolare attenzione ai capolavori provenienti dai suoi studioli, lo Studio dei Marmi e il Camerino delle Pitture. Quest’ultimo è al centro anche della terza ed ultima parte della tesi che ne propone, in conclusione, un’originale elaborazione 3D in cui è possibile avere informazioni storico-critiche sulle opere e, soprattutto, ascoltare una registrazione inedita del canone di Adrian Willaert raffigurato nel Baccanale degli Andrii di Tiziano, autentico manifesto identitario e culturale di Alfonso.

Relevância:

30.00% 30.00%

Publicador:

Resumo:

Il presente lavoro è il risultato di cinque anni di ricerca sulla performance rituale delle Nava Durgā del popolo newar a Bhaktapur (Nepal). Dal 1512, per circa nove mesi all'anno, gli uomini della casta inferiore Banmālā reincarnano le nove manifestazioni femminili della dea Durgā ed eseguono le danze in maschera. La performance della Nava Durgā è una pratica culturale molto complessa, composta da suoni, danze, processioni, momenti di venerazione (pūjā), rituali tantrici e momenti sacrificali. Gli aspetti musicali e teatrali della performance costituiscono il focus dell’indagine di questo studio. Dopo una descrizione analitica degli strumenti musicali utilizzati nella performance, alcuni elementi sonori vengono trascritti e analizzati mettendo in luce le caratteristiche tipiche della musica newar. I contenuti narrativi delle danze e il ciclo vitale delle Nava Durgā rispecchiano la vita hindu. La loro interpretazione viene realizzata in base alle osservazioni etnografiche; alcuni temi che costituiscono gli obiettivi dei devoti hindu (puruṣārtha) vengono esaminati attraverso l’approccio storico e quello etnografico, anche al fine di sottolineare il ruolo didascalico e formativo della performance. Un altro argomento discusso in questo lavoro consiste nell'identità dei danzatori Banmālā e quella del popolo newar in generale; questo aspetto è emerso in modo rilevante anche durante le fasi di mediatizzazione della performance delle Nava Durgā avvenute nel periodo del COVID-19. Da questo punto di vista, il presente lavoro costituisce un contributo alla diffusione della conoscenza della tradizione delle Nava Durgā; questo converge con l'obiettivo dei Banmālā di aumentare la visibilità della performance al fine di affermare la propria identità sia nel contesto nazionale che in quello internazionale.

Relevância:

30.00% 30.00%

Publicador:

Resumo:

The aim of this thesis is to investigate a field that until a few years ago was foreign to and distant from the penal system. The purpose of this undertaking is to account for the role that technology could plays in the Italian Criminal Law system. More specifically, this thesis attempts to scrutinize a very intricate phase of adjudication. After deciding on the type of an individual's liability, a judge must decide on the severity of the penalty. This type of decision implies a prognostic assessment that looks to the future. It is precisely in this field and in prognostic assessments that, as has already been anticipated in the United, instruments and processes are inserted in the pre-trial but also in the decision-making phase. In this contribution, we attempt to describe the current state of this field, trying, as a matter of method, to select the most relevant or most used tools. Using comparative and qualitative methods, the uses of some of these instruments in the supranational legal system are analyzed. Focusing attention on the Italian system, an attempt was made to investigate the nature of the element of an individual's ‘social dangerousness’ (pericolosità sociale) and capacity to commit offences, types of assessments that are fundamental in our system because they are part of various types of decisions, including the choice of the best sanctioning treatment. It was decided to turn our attention to this latter field because it is believed that the judge does not always have the time, the means and the ability to assess all the elements of a subject and identify the best 'individualizing' treatment in order to fully realize the function of Article 27, paragraph 3 of the Constitution.